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Gioco d’azzardo: chi si indebita con terzi può ottenere il rimborso delle somme versate?

La ludopatia è un disturbo diffuso. Chi ne è affetto deve affrontare, oltre alla dipendenza dal gioco, anche pesanti conseguenze economiche. Ne fanno le spese pure i familiari che, in casi estremi, possono rivolgersi al Tribunale per chiedere la nomina di un amministratore di sostegno. Sotto il profilo legale, ci si chiede tuttavia se i debiti con banche e finanziarie per ludopatia vanno pagati o se c’è un modo per liberarsi da tali obblighi. Vediamo cosa dice la legge a riguardo.

I debiti di gioco vanno pagati?

I debiti di gioco sono trattati dall’articolo 2034 del Codice civile che li definisce “obbligazioni naturali”, annoverandoli così tra i doveri sociali.

Non esiste un obbligo legale di pagare le obbligazioni che insorgono da doveri morali o sociali. Pertanto, il creditore non potrebbe agire dinanzi a un giudice per ottenerne l’adempimento. Risultato: nessuno può essere costretto a pagare un debito di gioco, neanche se ha sottoscritto un accordo preventivo. E ciò vale per qualsiasi tipo di gioco: scommesse, carte, ecc.

Tuttavia, la legge stabilisce anche che chi adempie spontaneamente a tali obbligazioni non può poi pretendere la restituzione delle somme già corrisposte.

In buona sostanza, le cose stanno nel seguente modo:

  • se non si è ancora pagato il debito di gioco, non si è tenuti a farlo e non si rischia nulla in caso di inadempimento;
  • se si è già pagato, non si può pretendere il rimborso, salvo dimostrare di essere stati costretti a farlo (ad esempio, con la minaccia o la violenza) o di aver contratto il debito in uno stato di incapacità di intendere e volere.

I debiti con banche e finanziarie per gioco d’azzardo vanno pagati?

Quanto abbiamo appena detto vale solo nei rapporti tra giocatori. Non riguarda invece i terzi che, a richiesta di una delle parti, eroghino un prestito. E questo perché non si tratta di un debito di gioco, ma di un contratto di credito (mutuo, finanziamento, ecc.). Così, ad esempio, se una persona si indebita con un istituto di credito, a cui ha chiesto un mutuo per finanziare la propria compulsione, l’obbligazione va adempiuta.

In pratica, i debiti con banche e finanziarie vanno pagati anche se contratti per ludopatia. Solo nel caso in cui si riuscisse a dimostrare l’incapacità del soggetto, al momento dell’erogazione del prestito, si potrebbe chiedere l’annullamento del contratto. Ma servirebbe un vero e proprio certificato medico.

Come uscire dai debiti con la procedura di sovraindebitamento

Il Codice della crisi d’impresa (che ha assorbito la vecchia legge sul sovraindebitamento) prevede una apposita procedura di “purgazione” dai debiti per chi si trova in una condizione di sovraindebitamento e, nello stesso tempo, è “meritevole”. Il che significa che deve essere esente da qualsiasi colpa.

Il giocatore d’azzardo che si trova in debito può essere considerato “meritevole” di tutela? A prima vista, la risposta potrebbe sembrare negativa. Dopo tutto, il debitore ha utilizzato i prestiti per il gioco, dissipando quindi i fondi in maniera irresponsabile. La sua condizione appare molto diversa rispetto a chi contrae debiti per sostenere la famiglia o per affrontare le necessità quotidiane della vita, situazioni nelle quali il criterio della “meritevolezza” è chiaramente applicabile.

Tuttavia, secondo alcuni Tribunali, un debitore affetto da ludopatia può essere considerato “meritevole” se la sua incapacità di ripagare i prestiti è causata da una grave e patologica dipendenza dal gioco. È quindi necessario un certificato medico rilasciato dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche. Tale condizione può essere ulteriormente confermata dall’assegnazione di un amministratore di sostegno o da un certificato di guarigione. In tali casi, è possibile accedere alla procedura di sovraindebitamento.

Al contrario, se il debitore è semplicemente un giocatore abituale senza patologie diagnosticabili, non viene considerato “meritevole”. Di conseguenza, le possibilità di accedere alle procedure di sovraindebitamento si riducono notevolmente, anche se non sono completamente escluse.

 

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