«A noi non piace essere tirati dentro le ‘beghe’ politiche. Anche di recente, con la questione dei finaziamenti per l’ascensore panoramico della Cascata delle Marmore, abbiamo vissuto un disagio dettato dal fatto che la nostra missione prescinde da chi amministra, da maggioranze e minoranze. Il nostro è un ruolo più ecumenico e desideriamo essere tenuti fuori da certe diatribe. Poi molto è stato chiarito anche nell’incontro, che ritengo proficuo e che ho sinceramente apprezzato, con il sindaco Stefano Bandecchi». Giovedì mattina la Fondazione Carit, per voce del suo presidente Luigi Carlini, ha tracciato il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2023 (QUI IL COMUNICATO CON TUTTI I DETTAGLI – .PDF) ed ha anche fatto il punto su tutta una serie di temi centrali dell’attualità cittadina. In premessa, il ricordo dell’ex vice presidente della Fondazione, Ulrico ‘Chicco’ Dragoni, ad un anno dalla sua scomparsa: «Un compagno di viaggio che non si vorrebbe mai perdere».
Ascensore alla Cascata
Si parte quindi dall’ascensore panoramico alla Cascata, progetto datato ma riportato al centro dalle polemiche che hanno visto anche l’intervento del sindaco di Terni, in relazione ai finanziamenti promessi a suo tempo dalla Regione Umbria e quindi dalla Fondazione Carit. «Noi siamo disponibili a parlare di questo progetto che, chiaramente, visto il tempo trascorso va rivisto e aggiornato, anche sul fronte dei costi. Ma la Fondazione c’è e dobbiamo capire quale potrà essere il contributo di ciascun attore, noi, Regione, Comune».
«Grandi progetti sì ma sostenibili»
Per Luigi Carlini, in ogni caso, «i progetti devono essere economicamente sostenibili anche e soprattutto in relazione alla gestione. Altrimenti le grandi opere e il beneficio che queste possono apportare al territorio, non hanno senso. Gestione e manutenzione devono essere sostenibili».
Le spine del palasport
Più spinosa la questione palaTerni, per il quale la Fondazione Carit ha messo sul piatto 2 milioni di euro «ad oggi accantonati fra i residui passivi. Ci sono due aspetti. Il primo è la rendicontazione relativa alla parte di nostra competenza, come impianti, arredi, attrezzature, che non è completata. Proviamo, devo dirlo, un certo disappunto nel vedere le gradinate ancora senza sedute, che erano previste. La soluzione di ‘occupare’ la platea con le sedute può andare bene per eventi con 5/600 persone, non per i grandi eventi, quelli per cui la capienza del palaTerni può esprimersi appieno. Di contro siamo soddisfatti di come procedono le cose per lo spazio adiacente il corso del fiume Nera, molto importante per accogliere spettacoli estivi. Ci risulta che il tutto sia quasi ultimato». Poi c’è il secondo fronte, quello contrattuale: «Ad oggi non abbiamo ancora la disponibilità dei cinque giorni riservati alla Fondazione Carit che, peraltro, vorremmo poter utilizzare per la prossima edizione di Umbria Jazz a Terni. Non ci sono neppure le tariffe agevolate per le associazioni del territorio né è stata apposta la targa con il nostro logo all’esterno dell’impianto. Il dialogo va avanti, apprezziamo molto l’impegno dell’amministrazione comunale a cui abbiamo sottoposto un documento d’appendice che è stato ‘limato’ dal Comune stesso. Che dire: la volonta di concludere questa partita c’è tutta e siamo fiduciosi».
«Verdi, speriamo in tempi più brevi»
Sul teatro ‘Verdi’ la Fondazione Carit ha finanziato il primo stralcio con 2,3 milioni di euro: «Terni deve avere un teatro, forse due, uno centrale ed un altro più periferico. In ogni caso è una priorità. I tempi si sono dilatati anche per il cambio di amministrazione comunale. Vale il discorso del palasport – ha aggiunto Carlini – cioè che c’è la volontà di andare avanti e l’auspicio che i tempi si riducano. Il sindaco stesso ci è parso convinto, cioè che pur con le difficoltà note, si va avanti».
La fontana di piazza Tacito
Poi c’è la fontana di piazza Tacito, costretta ad una manutenzione relativamente lunga e certamente impattante a pochi mesi dal taglio del nastro: «Il nostro contributo, passato dagli inziali 256 mila ad 830 mila euro, la dice lunga sulla buona volontà della Fondazione. Un impegno che affonda le radici negli anni, dalla presidenza Fornaci, e anche qui speriamo in un’accelerazione e che non occorrano poi altre azioni a breve. Piuttosto – afferma il presidente Carlini – devo rilevare il disinteresse della Soprintendenza che, dopo il rifacimento, prima del quale aveva posto vincoli stringenti e ‘costosi’, non ha più interesse per la fontana di piazza Tacito. Probabilmente ritenendola una ‘copia’, sul piano musivo, dell’opera che era».
Nuovo ospedale: «La Regione non ha deciso. Ma noi ci saremo»
Infine il nuovo ospedale di Terni: «La Regione non ha ancora preso una linea chiara. L’opera è chiaramente decisiva e saremo al fianco delle istituzioni sia se decideranno di procedere con il project financing, in questo caso supporteremo gli aspetti tecnologici, che nel caso in cui si dovesse decidere per un’opera interamente pubblica, anche in aree diverse da Colle Obito».
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