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Bergamo. Elena Carnevali siede al tavolo della Cisl di Bergamo e racconta la sua visione di città tra politiche della casa, giovanili e welfare sociale, ma anche mobilità e soluzioni per immaginare concretamente il futuro del capoluogo e, con esso, quello dei suoi cittadini. La candidata del centrosinistra, accolta da Francesco Corna, segretario generale del sindacato di via Carnovali, ospite del primo dei due incontri legati al voto dell’8 e del 9 giugno, che vedranno coinvolto anche il competitor Andrea Pezzotta, lunedì 13 maggio, porta al tavolo una prospettiva ben precisa della Bergamo dei prossimi cinque anni e lo fa sciorinando una serie di dati che toccano alcuni tra i grandi temi che fanno capo al governo del territorio, sollecitata dalle istanze e dai desiderata della sigla sindacale. Ad accomunare la narrazione, pur in spaccati di argomentazione differenti, l’analisi dei processi che trova origine in una precisa fotografia dell’oggi, per arrivare, poi, a immaginare le strategie del domani.

La casa

“Una tra le difficoltà maggiori è quella di accedere al bene considerato primario per eccellenza, la casa – così Corna –. Soprattutto le cosiddette “case popolari”, oggi definite dalle normativa Regionale Lombardia “servizi abitativi”. Chi fatica più degli altri sono le giovani coppie, i lavoratori che vengono da fuori Regione, i cittadini stranieri. Il fenomeno degli affitti brevi, e insieme a questo anche i costi di acquisto e i prezzi inaccessibili per il lavoro dipendente, accompagnati anche dalla pretesa dell’ autosostenibilità economica della gestione delle case popolari, sono concetti alla base delle mancate manutenzioni al patrimonio di edilizia popolare anche a Bergamo che, al momento, prevede una forte espansione del privato nella gestione delle case popolari, riducendo così l’offerta e la disponibilità di alloggi assegnabili a canone sociale.

Il Comune di Bergamo conta la proprietà di circa 1.220 alloggi di cui circa 760 assegnati e già occupati a canone sociale, 85 a canone “moderato” e 75 a canone concordato, gestiti obbligatoriamente dalla società privata “MM Metropolitana di Milano”  tramite convenzione con il Comune, con lo scopo di utilizzare parte dei proventi degli affitti in gestione nel Comune di Bergamo per le manutenzioni ordinarie e straordinarie, necessarie al mantenimento del patrimonio già occupato oltre che il recupero dei circa 300 alloggi  sfitti non assegnati da riadattare per rimetterli in assegnazione”.

“A Bergamo esiste una condizione strutturale e non emergenziale, dettata sostanzialmente, come avviene in gran parte del nostro Paese, dalla crisi demografica – così Elena Carnevali –. L’obiettivo è certamente quello di cercare di trovare strategie per uscire dalla glaciazione demografica. Bergamo vive un periodo di controtendenza: quello degli ultimi tre anni vede infatti un trend positivo, con un 2% di attivo, anche se il saldo tra i nuovi nati e le persone venute a mandare è ancora negativo. E’ necessario generare politiche che soddisfino i giovani, aiutandoli anche a tornare a vivere in città o a restare, attraverso iniziative che favoriscano le politiche abitative e, di conseguenza, quelle della famiglia. Abbiamo fame di case accessibili e questo vale non solo per chi vive situazioni di difficoltà, ma anche per chi fa parte della cosiddetta zona grigia. La casa è il bene che maggiormente viene ricercato.

Per questa ragione abbiamo messo in campo una serie di strategie importanti che partono proprio da un nuovo Pgt che ha fissato il punto sull’edilizia residenziale pubblica, considerandola uno standard e prevedendo anche alloggi legati all’edilizia residenziale. Oggi abbiamo 4000 abitazioni dismesse e in attesa di essere sistemate. Il nuovo Piano del Territorio prevede infatti di portare dal 10 al 20 per cento la quota di housing sociale. E di questa quota, considerare sul mercato l’8% e il 12% in affitto, a canone concordato, incentivando, così, l’edilizia pubblica. Monetizzare questo 12% cin consentirebbe di generare 6,8 milioni di euro che potrebbero essere usati per acquistare patrimonio edilizio o riconvertire alloggi.

Per molti, questa idea, rappresenta mera demagogia, ma non per me che, al contrario, è motivo di orgoglio: un’iniziativa condivisa e ripresa dalla città di Mantova oggi che, come nelle nostre intenzioni, ha scelto di mettere a disposizione 1 milione di euro per le giovani coppie, quello che noi abbiamo definito il “fondo abitare giovani”. Poca demagogia, direi, piuttosto politica concreta. I giovani ci chiedono casa, ma anche servizi, luoghi di co working e di condivisione anche per studiare, oltre che una città adatta alla loro età. E in tutto questo, quello che mi sento di dire è che non si può fare i federalisti a Roma ma di contro non affidare la gestione, ad esempio, degli affitti brevi ai Comuni. Purtroppo non abbiamo strumenti per stabilire un tetto di sostenibilità: questa richiesta è stata fatta all’interno della discussione sulla legge di Bilancio ma, purtroppo, sappiamo tutti come è andata a finire”.

I giovani

“Da qui a vent’anni, il numero di bergamaschi residenti nella nostra provincia  sarà superiore a quello attuale, con una crescita di quasi il 2% (da 1.102.997 a1.124.935) – così Corna -, ma “crolleranno” i giovani e le persone “in età da lavoro”: la popolazione tra gli 0 e i 14 anni scenderà di quasi il 15% (da 150mila e 132mila), quella dai 15 ai 64 anni perderà quasi 80mila unità, dagli attuali 711mila residenti ai futuri 639mila. Crescerà vertiginosamente, invece, la quota degli over 65: un più 46.48%. Ci avviciniamo velocemente, così, a una società sempre più anziana e a una popolazione attiva sempre meno numerosa”.

 

 

“Giovani e famiglia sono elementi strettamente legati tra di loro, che prevedono politiche trasversali – spiega Carnevali -. Le iniziative che vogliamo mettere in campo per i cittadini non rappresentano un bonus, come ad esempio quelle relative all’accesso alla casa, piuttosto un progetto strutturale. Un altro grande tema sul quale dobbiamo e vogliamo ragionare è quello legato all’orientamento lavorativo dei giovani: tutti i dati ci raccontano che senza una buona formazione non si va da nessuna parte. Il patto di collaborazione che è stato creato sul territorio e l’incontro tra domanda e offerta sono due tra gli strumenti che dobbiamo continuare ad adottare per garantire anche il futuro professionale delle nuove generazioni”. E sul fenomeno delle baby gang, precisa: “Il Comune ha fatto molto con il progetto “Giovani Onde”, agganciandoli e favorendo l’inclusione di moltissimi giovani, anche se il lavoro non è finito. Dobbiamo continuare ad impegnarci favorendo politiche di condivisione e concertazione anche con il terzo settore. Del resto la città è condizionata dal fatto di essere un polo attrattivo, aperto a tutti coloro che vi arrivano, non solo di giovani che vi abitano, ma anche di chi arriva dalla provincia”.

Trasporti e politiche di concertazione

“Sulle politiche di conciliazione, nel programma abbiamo inserito che il trasporto pubblico locale sarà allargato, in termini di gratuità, ai ragazzi fino a 13 anni. Oggi lo è fino ai 10 anni. Applicheremo uno sconto fino all’80% per gli Under 13. Abbiamo favorito l’accesso agli asili nido, stiamo pensato a progetti per il tempo ordinario scolastico ma anche per il periodo estivo attraverso un iniziative strutturate capillari. Sono stati riqualificati 5 asili, rendendoli nuovi, creato 140 posti in più, investito 21 milioni di euro alla messa in sicurezza delle scuole, messo a terra idee per aumentare le offerte per il tempo prolungato. Oggi il Comune investe 22 milioni di euro per le politiche sociali: quando facevo io l’assessore amministravo la metà di questo importo. Per i prossimi cinque anni noi vogliamo creare nuovi modelli e pratiche di welfare di comunità e generative, costruendo reti fatte da un protagonismo effettivo”.

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