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L’annuncio del ministro Lollobrigida in Senato. Intanto la Corte dei Conti europea fa notare che l’Italia recupera solo il 56% dei fondi destinati all’agricoltura spesi in modo irregolare

«Un urgente atto normativo promosso in queste ore metterà a disposizione cinquemila Carabinieri nella lotta alle agromafie, fenomeni che stanno diventando dilaganti
anche a causa della crisi del mondo allevatoriale e a quella legata all’agricoltura tutta». Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco
Lollobrigida, rispondendo a un’interrogazione al Question Time in Senato.

«Al ministero dell’Agricoltura, nel tempo, da azioni che io non considero corrette sono stati sottratti Carabinieri e sono rimasti 145 uomini delle Forze dell’ordine per affrontare agromafie e maltrattamenti animali, un po’ pochi per arrivare all’obiettivo», ha detto il ministro. Lollobrigida ha fatto riferimento a operazioni che hanno portato in Italia alla scoperta di truffe legate a terreni destinati al pascolo senza però svolgere alcuna attività oppure facendo ricorso all’impiego di bestiame di terzi, al solo scopo di beneficiare dei finanziamenti a valere sui fondi della Pac.

«Tali vicende – ha detto il ministro – ci inducono a ritenere che il sistema di prevenzione delle truffe, nonostante la dedizione e il grande impegno delle forze dell’ordine, sia stato poco efficace. E questa è la ragione principale, unitamente alla necessità di contrastare il maltrattamento animale all’interno degli allevamenti, che ci ha spinto a promuovere in queste ore un urgente atto normativo che riporti il Cufa nelle funzioni del Masaf per avere Carabinieri sufficienti ad operare in questo senso».

Corte dei Conti Ue: l’Italia recupera solo metà dei fondi spesi irregolarmente

L’annuncio di Lollobrigida arriva all’indomani della diffusione dei dati della Corte dei Conti europea sulla spesa dei fondi comunitari destinati all’agricoltura. Dal 2007 al 2022 in Italia sono stati spesi in modo irregolare 378 milioni di euro del Feaga e il Paese finora ne ha recuperati poco più della metà, il 56%. La Corte ha analizzato le modalità con cui Bruxelles e Stati membri recuperano i fondi Ue spesi irregolarmente, chiedendo una restituzione totale o parziale degli importi versati a un organismo attuatore o a un beneficiario nel momento in cui ci si rende conto che non hanno rispettato i criteri di finanziamento dell’Ue.

Un iter lungo in tutta Europa che la Corte stima in 14-23 mesi solo per emettere una richiesta di restituzione, più ulteriori 3-5 mesi prima di recuperare i fondi. Tanto che tra
l’1% e l’8% delle somme da recuperare semplicemente si rinuncia. Secondo i revisori di Lussemburgo dal 2014 al 2022 sono stati segnalate spese irregolari per 14 miliardi di euro nell’Ue in tutti i settori d’intervento e il recupero dei fondi “è sempre più urgente” sia per non tradire la fiducia dei cittadini sia perché le stime sono in aumento: tra il 2021 e il 2022 il tasso di fondi indebitamente spesi è salito dal 3% al 4,2%.

La Corte ricorda che le risorse destinate all’agricoltura sono quelle in cui i tassi di recupero sono più bassi, principalmente perché gestiti in modo concorrente tra Stati e Ue. Nella relazione, i revisori di Lussemburgo raccomandano di ridurre non solo i tempi per accertare le spese irregolari, ma anche di avvio delle procedure di recupero, cercando di esaminare l’incidenza finanziaria delle spese irregolari sistematiche. Il Fondo europeo agricolo di garanzia è parte della Politica agricola comune e finanzia principalmente il sostegno al reddito degli agricoltori e le misure di mercato.



 

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