L’AQUILA – “Ogni volta che il Ministro Giorgetti capita davanti a un microfono le imprese italiane cominciano a scricchiolare. E dire che la Presidente del Consiglio Meloni dichiarò che non avrebbe disturbato chi produce. La nuova fantasiosa metafora del Ministro sul Superbonus 110% paragonato al Vajont, ieri parlava di orticaria, oltre a offendere le vittime di quel disastro, è l’ennesimo insopportabile prologo ad una azione che il Governo mette in atto ogni due mesi per correggere se stesso e le sue stime sui conti pubblici. Fare impresa con questa classe politica, per restare in tema di metafore, è come stare su un bus pilotato da una scimmia; la direzione non è mai prevedibile né sicura e le sterzate brusche sono all’ordine del giorno”. Così il Presidente di ANCE L’Aquila Gianni Frattale sulle nuove misure sul Superbonus 110%.
Che continua: “Se l’ultimo sciagurato annuncio, che torna a destabilizzare il mercato, dovesse riguardare anche i crateri sismici, significherebbe fermare le ricostruzioni e amputare i bilanci delle imprese, scaricando su di loro una parte del debito pubblico. Ci aspettiamo che la Premier, che frequenta sempre molto l’Abruzzo in periodo elettorale, venga a L’Aquila, la città che l’ha eletta, a illustrarci cosa ha in programma su questi nodi vitali per il territorio”.
“Giorgetti era Ministro dello sviluppo economico già dal 2021 col Governo Draghi. Ha avuto tre anni per eliminare questa misura da lui ritenuta nefasta. È paradossale oggi, per noi operatori, subire anche il carico di condanna morale sul Super Bonus e il continuo lancio di stracci tra i partiti che passa inevitabilmente sulle nostre teste e sulle famiglie intrappolate in questo caos normativo. Sarebbe preferibile ormai che si eliminasse una volta per tutte l’incentivo e non se ne parlasse più. Si cerchi per il cratere sismico un metodo migliore e meno politicizzato per compensare un buono contributo che, dopo 14 anni, non ha più i parametri per coprire l’aumento dei prezzi. Si chiama adeguamento ISTAT”, aggiunge Frattale.
“Si smetta di additare l’edilizia come il gorgo infame che ha ingoiato le risorse dello Stato e aumentato il debito pubblico. La misura ha svolto pienamente la sua funzione di ripartenza dell’economia ferma del dopo Covid, poi avrebbe dovuto essere rimodulata. Ma, in campagna elettorale, faceva comodo a tutti i partiti intestarsi la proroga.
Se si guardano bene i fatti, il buco nero invece si potrebbe cercare altrove, magari tra i conti secretati dell’invio di armi per le guerre in corso. Si tratta di scelte politiche e, se si ritengono giuste, bisogna avere il coraggio di rivendicarle invece di propinarci una metafora al mese buona per scaricare le colpe”, conclude Frattale.
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