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La domanda c’è, ma manca l’offerta: per questo il mercato immobiliare trentino, pur rimanendo solido, è in frenata, e sta registrando un calo delle compravendite e un aumento importante dei costi e dei contratti di locazione. È quanto emerge dalla conferenza stampa convocata ieri mattina dalla Federazione italiana mediatori agenti affari (Fimaa) del Trentino nella sede di Confcommercio del capoluogo, durante la quale sono stati presentati i dati del primo trimestre del mercato immobiliare del 2024.
Atti immobiliari
Erano presenti il presidente della federazione Severino Rigotti e il presidente del Collegio dei Notai di Trento e Rovereto, Orazio Marco Poma: «La nostra sensazione, confermata dai dati, è che il primo trimestre del 2024 sia andato meglio di quello del 2023 – spiega il notaio – Il complessivo dell’attività notarile, che tiene conto di qualsiasi tipologia di atto societario o immobiliare, evidenzia una crescita del 2,4% in Trentino rispetto all’anno precedente, il che è un buon segno. Se però allarghiamo il campo otteniamo delle informazioni ulteriori. A gennaio questa crescita era del 6,7%, a febbraio del 3,5%: il trend quindi è positivo, ma il margine si sta assottigliando e potrebbe continuare a farlo nei mesi successivi. La sensazione è che alla lunga la minor erogazione del credito stia portando la gente ad essere più cauta, aspettare più a lungo per gli investimenti più importanti, e questo in un mercato come quello immobiliare comporta un rallentamento». Numeri che comunque restano buoni rispetto a quella che è la media nazionale: «I dati dell’attività notarile nazionale fanno riferimento al primo bimestre – specifica Poma – Il Trentino, con il + 3,5% ottenuto a febbraio, è sopra la media italiana che si attesta attorno al +2,5%, facendo meglio di Lombardia, Veneto, Friuli, Piemonte ed Emilia. Allo stesso tempo però va molto meglio in Alto Adige, dove questa crescita ha toccato il 5,6%. A dire molto sulla situazione del mercato immobiliare trentino per questo anno sarà soprattutto il secondo trimestre».
Il rallentamento delle compravendite
È stato poi Rigotti a ragionare sui dati delle compravendite immobiliari: «Nel primo trimestre del 2024 sul Trentino si sono registrate 1005 compravendite – dichiara – Il rallentamento più importante lo abbiamo riscontrato soprattutto nel mese di marzo, con un calo del 10% rispetto a marzo 2023 che quindi ha chiuso questo primo trimestre con un decremento del 2,4% delle compravendite immobiliari». Numeri abbastanza analoghi con quelli citati da Poma, che però non spaventano particolarmente: «Il mercato immobiliare trentino sta tenendo e resta solido, questo è il dato più rilevante – prosegue Rigotti – Dopo il 2022, che per noi è stato un anno importantissimo con 780mila compravendite in Italia, il 2023 si era chiuso con un certo calo del mercato, in quest’ottica il 2,4% in meno per questo primo trimestre è un numero abbastanza contenuto».
Domanda elevata, offerta (green) ridotta
Un rallentamento pero c’è, e si spiegherebbe con l’attuale disequilibrio fra domanda e offerta dovuto anche agli effetti di quelle che sono le politiche europee: «La domanda è elevata, l’offerta è ridotta – continua il presidente Fimaa – La direttiva green posta dall’Europa sta dando veramente i suoi frutti, oggi la gente sta molto più attenta a ciò che compra: è rallentato l’acquisto dell’usato di classi basse, che in Italia rappresenta ancora una percentuale molto importante degli immobili, tutti cercano di comprare il nuovo con classe efficiente A o A+ per non dover fare la riqualifica. Ma non ce ne sono così tanti a disposizione, e soprattutto il loro costo non è indifferente. Non essendoci dunque l’offerta sul mercato non si vende, e così si spiega questo 2,4% in meno».
I tassi d’interesse, un disincentivo
Ma quello relativo alle classi energetiche non è l’unico problema con cui fare i conti. C’è anche un discorso legato all’andamento dei tassi di interesse sempre più alti e la conseguente difficoltà a pagare i mutui: «Ricorrere a un finanziamento è indispensabile per circa 8 acquirenti su 10 – evidenzia Poma – L’andamento dei tassi d’interesse è quindi un fattore che incide sensibilmente sul mercato immobiliare». E questi finanziamenti sono anche molto più difficili da ottenere, spiega Rigotti: «A fare più distinguo sono pure le banche, ovvero coloro che finanziano il 90% del mercato immobiliare, che per immobili in classi energetiche basse concedono meno mutui con valutazioni del tasso d’interesse più alte rispetto a quelle di classe A o B – conclude – Questo porta sempre più persone a rivolgersi al mercato della locazione; nel 2023 noi abbiamo registrato oltre 13mila contratti di questo tipo, dei quali la maggior parte gestiti da agenzie immobiliari, nei soli primi tre mesi di questo 2024 la media di accordi di locazione stipulati si è già alzata del 6% rispetto all’anno precedente. E quando la richiesta è tanta e l’offerta come detto è bassa, il prezzo sale: l’incremento medio sul nuovo può andare da un 3 a un 7%, e non si tratta di un incremento di valore degli immobili ma di costi».

 

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