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Secondo quanto emerge dalle carte dell’inchiesta, il presidente della regione Liguria sarebbe indagato anche per falso. Sotto accusa ci sarebbe anche Pietro Colucci, imprenditore campano che gestisce imprese che si occupano di rifiuti. Terza giornata di interrogatori alla procura di Genova: la gip Paola Faggioni ha già sentito Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Giovanni Toti. Saltata invece l’audizione di Aldo Spinelli

Aumentano le imputazioni a carico del governatore della regione Liguria Giovanni Toti, attualmente ai domiciliari. Secondo quanto emerge dalle carte dell’inchiesta che ha terremotato la regione Liguria, il governatore sarebbe indagato anche per falso, un’accusa legata alla gestione delle discariche in provincia di Savona, una vicenda per la quale è indagato anche Pietro Colucci, imprenditore campano che gestisce una galassia di imprese che si occupano di rifiuti. All’attenzione della procura c’è anche lo spostamento dei depositi chimici dal porto di Genova, una vicenda che potrebbe portare a nuove accuse nei confronti degli indagati. Intanto, al palazzo di Giustizia di Genova, continuano gli interrogatori di garanzia: la gip Paola Faggioni ha sentito Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione, agli arresti domiciliari da martedì per corruzione e corruzione elettorale. “Il dottor Cozzani ha negato gli addebiti che gli vengono contestati ma non è entrato nel merito”, ha dichiarato il suo avvocato Massimo Ceresa Gastaldo. Saltata invece la seconda audizione, quella di Aldo Spinelli: “Gli avvocati non ci sono, mi hanno lasciato solo. Saprete tutto lunedì”, ha dichiarato l’imprenditore, attualmente ai domiciliari.

Le indagini su Toti

L’accusa di falso a carico del governatore, così come l’indagine su Colucci, risale al 2021, quando la procura aveva indagato l’imprenditore per finanziamento illecito al partito del governatore ligure. Durante l’inchiesta dalle telefonate erano emersi indizi sulla corruzione. Secondo gli investigatori tra il 2016 e il 2020 Colucci, tramite le sue società, aveva finanziato con 195mila euro Toti. In quello stesso periodo “le società riconducibili al gruppo Colucci – si legge nell’ordinanza – avevano avuto come interlocutore istituzionale la Regione Liguria, competente al rilascio di autorizzazioni in materia di gestione delle discariche. Tutti i finanziamenti provenienti dalle società del gruppo riconducibile a Colucci e diretti al Comitato Change e al Comitato Giovanni Toti Liguria non erano stati deliberati dai rispettivi organi sociali e, in alcuni casi, non erano neppure stati inseriti in bilancio”.

Le indagini sul porto di Genova

Ancora da esplorare, invece, la questione relativa al porto di Genova: l’attenzione della procura è finita sul trasferimento dei depositi chimici delle società Superba e Carmagnani dal quartiere di Genova-Multedo nel ponente della città, all’area portuale di Calata Sanità, a Sampierdarena. Si valuta il fatto che alle decisioni finali si sia arrivati dopo pressioni sui componenti del Comitato tecnico regionale che doveva dare il via libera decisivo. La Procura, come indicano diversi quotidiani, ipotizza i reati di abuso d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e traffico d’influenze. Nei giorni scorsi, inoltre, il Tar ha definito l’operazione illegittima. L’operazione è sostenuta dal sindaco Marco Bucci che, in qualità di sindaco-commissario alla ricostruzione, ha destinato 30 milioni del Decreto Genova, per la sua esecuzione, mentre è contrastata dai residenti, che si sono riuniti in comitato. Nel mirino c’è il Comitato tecnico regionale (Ctr) che era stato chiamato a dare l’ok finale e che per due volte aveva negato il Nulla osta di fattibilità per motivi di sicurezza. Avevano dubbi sia i vigili del fuoco sia l’agenzia ambientale regionale Arpal. Ma a un certo punto il parere era stato cambiato ed era arrivato il via libera con alcuni vincoli. Se ne occupa il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.




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Gli interrogatori in tribunale

Al termine dell’interrogatorio di Cozzani, l’avvocato Ceresa Gastaldo ha dichiarato che il suo assistito “ha spiegato che le esigenze cautelari non sono più sussistenti, visto che non è più capo di gabinetto, e che si dimetterà appena revocati i domiciliari”. Cozzani, ha concluso l’avvocato, “ha mostrato massima disponibilità a chiarire in un secondo momento con i pubblici ministeri”. Saltata invece l’audizione di Aldo Spinelli: secondo quanto emerso, la cancelleria non avrebbe notificato gli atti di convocazione ai legali difensori dell’imprenditore. Possibile un rinvio a lunedì. “Signorini? Un amico”, ha dichiarato Spinelli all’uscito dal palazzo di Giustizia. E a chi gli chiedeva conto delle accuse ricevute, l’imprenditore ha risposto: “Ma guardi, male non fare e paura non avere”. Sia Cozzani che Spinelli rappresentano due personaggi-chiave dell’inchiesta. Secondo le accuse, infatti, Spinelli avrebbe corrotto Toti e l’ex presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini per ottenere favori nelle sue attività imprenditoriali, mentre Cozzani deve rispondere di corruzione elettorale aggravata, che sarebbe stata commessa al fine di agevolare Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi, e di turbativa di incanti dalla procura di La Spezia. È altamente probabile che entrambi gli indagati adottino la stessa strategia di Toti e Signorini, ossia si avvalgano della facoltà di non rispondere davanti al gip.

Il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, durante il punto stampa sulla sanita' della Liguria. Genova, 25 gennaio 2024.
ANSA/LUCA ZENNARO




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