L’8 e il 9 di giugno si rinnova il parlamento europeo. Tra i candidati Denis Nesci, reggino, ed europarlamentare uscente, arrivato a Strasburgo dopo le dimissioni di Raffaele Fitto eletto alla Camera dei deputati. ReggioToday lo ha intervistato su argomenti focali che riguardano le politiche europee e tutti i risvolti futuri per la Calabria.
Europarlamentare uscente, lei ha già 18 mesi di lavoro a Strasburgo, iniziamo l’intervista in modo un po’ inusuale, prima di parlare di programmi e di futuro, tirando le somme di quanto fatto sino ad oggi.
“18 mesi di entusiasmo e dedizione. Ho cercato nell’ultimo arco di legislatura di dare un contributo fattivo al sud, e soprattutto alla Calabria, dentro le istituzioni europee, ma al contempo, non ho mai perso il contatto con i territori, stella polare del mio impegno in politica”
Adesso si, possiamo parlare di progetti futuri. Ci racconti qual è la sua visione dell’Italia, ma più nel dettaglio della Calabria, all’interno dell’Europa. Di fatto, allo stato attuale, qual è il ruolo della Calabria nel contesto europeo o quale potrebbe o dovrebbe essere?
“Ho cercato di rendere centrale la Calabria, in una visione di insieme nell’azione politica del gruppo dei Conservatori, del quale faccio parte. A settembre penso si sia cristallizzata questa mission. Infatti, in Calabria, si è celebrata una conferenza programmatica dell’intera famiglia europea dei Conservatori, nella quale hanno preso parte ministri del governo italiano, eurodeputati provenienti da ogni parte d’Europa e soprattutto tante delegazioni straniere, per discutere di sviluppo del sud, e come renderlo prioritario nella prossima agenda, che spero, ci vedrà protagonisti in Europa”.
Lei ha affermato in altre sedi che “questa è una delle elezioni forse più importanti, perché il rinnovo al Parlamento europeo segnerà la svolta dell’Unione europea e anche dell’Italia”. Perché? A cosa si riferisce? Quali sono le opportunità dell’Europa per nostri territori?
“Perché per la prima volta nella storia, c’è la possibilità che il Parlamento europeo possa avere una maggioranza di centro destra, senza un ‘cordone sanitario’ che tiene assieme visioni diverse che fanno male all’Europa e soprattutto ai territori”.
“I Conservatori vogliono avere un ruolo decisivo nel cambiare rotta alle politiche europee” sono, invece, parole di Giorgia Meloni, qual è la rotta da intraprendere?
“Infatti, speriamo di aver una maggioranza politica per dare un nuovo volto all’Europa, soprattutto su temi che riguardano sostenibilità ambientale, agricoltura e automotive”.
Lei ha anche affermato che “quando cresce il sud cresce l’Italia e cresce l’Europa”, lei ne è convinto? E quindi come realizziamo questa agognata crescita?
“Tutto passa dalla capacità e dalla qualità della spesa dei fondi europei. E non mi riferisco solo al Pnrr, ma soprattutto ai fondi della coesione, strumento imprescindibile per accorciare di divari che persistono tra nord e sud”.
Qual è la visione che l’Europa ha del sud Italia, in particolare della Calabria. Parliamo per esempio delle nuove norme Ets che rischiano di danneggiare il Porto di Gioia Tauro. Le direttive potrebbero essere aggirate boicottando infrastruttura gioiese? Qual è la situazione?
“Ad oggi, la direttiva Ets, in vigore dal 1 gennaio, rischia di danneggiare la competitività di un hub infrastrutturale strategico del sud, e dell’Italia. Le scelleratezze della sinistra hanno provocato sfarceli. E a pagare il prezzo più alto sono sempre i territori. L’approccio ideologico va cambiato, e dopo il 9 giugno speriamo di farlo”.
Restiamo a Gioia Tauro per parlare della protesta degli agricoltori contro la politica comunitaria. Il suo intervento in quella occasione è stato determinante.
“La questione agricoltori è testimonianza di come sia percepita l’Europa oggi. Distante dai reali problemi dei cittadini e dal comparto produttivo, che tiene in piedi il Paese, come quello dell’agricoltura. Il Green deal, non ha tenuto conto di ciò che chiedevano agricoltori e pescatori, e in generale, la filiera dell’agroalimentare. Io ho solo ascoltato il loro grido di allarme, senza strumentalizzarlo politicamente, e ho messo al loro servizio il mio mandato istituzionale, promuovendo costanti incontri con il Governo e spiegando loro che, solo un percorso condiviso, avrebbe potuto portare dei risultati concreti. Ed ho avuto la piena disponibilità del Sottosegretario Lapietra, e del Ministro Lollobrigida che ringrazio, per aver deciso di venire in Calabria per una tappa importante per la mia campagna elettorale”.
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