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Che sia davvero la volta buona per l’“Etna Valley”? A sentire l’assessore regionale alle Attività produttive Edi Tamajo le premesse, stavolta, sembrano esserci tutte. Specie perché siamo alla vigilia dell’incontro tecnico previsto domani alle 15 al PalaRegione al termine del quale, assicura a “La Sicilia”, «avremo e renderemo noto il cronoprogramma degli interventi per riqualificare la zona industriale».
All’incontro operativo saranno presenti anche il sindaco Enrico Trantino, il commissario Irsap Marcello Gualdani, il commissario Zes Alessandro Di Graziano, il presidente dell’autorità di Sistema portuale del mare Sicilia orientale Francesco Di Sarcina, il direttore generale del dipartimento Attività produttive Carmelo Frittitta e i rappresentanti delle associazioni di categoria. L’incontro si terrà a porte chiuse, alle 16.30 un punto stampa.
Dunque, qual è la politica della Regione per la zona industriale etnea, ma anche tutte le aree produttive siciliane? «Intanto – risponde Tamajo – stiamo procedendo alla riforma per liquidare le aree ex Asi, e occorre per forza una legge apposita. Attraverso Irsap stiamo puntando all’intera riqualificazione, lo abbiamo già dimostrato con gli accordi di programma sottoscritti per Carini, Acireale e Francofonte ad esempio. Per Catania si intende verificare a che punto sono i progetti, in particolare sulle strade e la regimentazione idraulica e, nel caso, se e come poter intervenire noi e farcene carico attraverso Irsap. Perché prima di parlare di risorse bisogna avere i progetti».
Ne ha ben donde l’assessore, considerata ad esempio la particolare situazione di Catania e gli ormai “mitologici” 10 milioni di euro, oggi inseriti nel bilancio triennale 2024-2026 del Comune per la zona industriale. Erano stati finanziati con i fondi del “Patto per la Sicilia”, Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, per “riqualificazione, potenziamento e nuove tecnologie, rete viaria”. Di questi fondi però nel report di Opencoesione, aggiornato al 31 dicembre 2023, non risulta ancora nessun pagamento effettuato. Ergo, considerato che dei 10 milioni avevamo iniziato a sentirne parlare già nei primi mesi del 2020, nel 2021 avevamo anche rischiato di perderli dopo le sollecitazioni e una diffida inviata dalla Regione al Comune, significa che poi, pur non avendoli persi, non erano e non sono ancora stati utilizzati. «Un retroscena che non conoscevo – risponde l’assessore – all’incontro sto portando con me appositamente anche il dott. Giuseppe Giudice, perché l’importante è “mettere a terra” tutte le risorse disponibili».
Qual è la situazione sul fronte Zona economica speciale (Zes) unica per il Sud? È vero che mancano ancora i decreti attuativi? «È così, siamo in attesa di capire dal governo nazionale quali saranno le competenze regionali, speriamo in breve tempo. Avevamo iniziato un importante lavoro con il commissario Zes Sicilia orientale Di Graziano, speriamo in un decentramento che ci consenta di essere davvero incisivi sui territori». Come si possono attivare le imprese? «Oltre al fronte infrastrutture e i fondi Po-Fesr 21-27, circa 900 milioni per interventi, stiamo lavorando anche nei confronti delle imprese. È in corso di elaborazione il Bando “Ripresa Sicilia” con ulteriori 100 milioni di euro, ci sono il “Bando Connessioni”, i 76 milioni stanziati per il “Bonus Energia”, ma anche la graduatoria Irfis che riguarda oltre 3.800 aziende per ottenere fino a 100.000 euro a tasso zero».






 

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