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Novità anche sul bonus ristrutturazione nell’emendamento del Governo sul superbonus. La detrazione scenderà al 30 per cento dal 2028, ed è alla luce di ciò che si fa più certa la riduzione già dal prossimo anno

Bonus ristrutturazione al 50 per cento ancora per poco? Sembra questo il destino di una delle principali agevolazioni spettanti per i lavori in casa.

A tracciare il futuro dell’incentivo disciplinato dall’articolo 16-bis del TUIR è l’emendamento del Governo sul superbonus, presentato nella serata del 10 maggio in Commissione Finanze del Senato e che ha da subito acceso una forte discussione all’interno della stessa Maggioranza di Governo.

Tra le novità trova spazio anche il décalage del valore del bonus ristrutturazione, destinato a passare al 30 per cento dal 2028. Una misura che sembra anticipare l’intenzione del Governo di non prorogare la detrazione al 50 per cento anche per il 2025.

Bonus ristrutturazione più basso dal 2025? Ecco perché la riduzione si fa più certa

Parte delle risorse necessarie ai fini della concessione di contributi per sostenere gli interventi di riqualificazione dei territori interessati dagli eventi sismici e per gli enti del terzo settore saranno ricavate anche dalla riduzione del bonus ristrutturazione, misura rientrante tra le “Disposizioni Finanziarie” contenute all’articolo 9-bis dell’emendamento presentato dal Governo.

Nello specifico, il comma 8 prevede quanto segue:

“All’articolo 16-bis del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: 3-ter. Per le spese agevolate ai sensi del presente articolo sostenute a partire dal 1° gennaio 2028 al 31 dicembre 2033, escluse quelle di cui al comma 3- bis, l’aliquota di detrazione è ridotta al 30 per cento.”

Si va quindi verso uno snellimento dello sconto IRPEF riconosciuto per le spese sostenute dal 1° gennaio 2028 e fino al 31 dicembre 2033, fatta eccezione per gli interventi di sostituzione dei gruppi elettrogeni di emergenza con generatori a gas di ultima generazione.

Si tratta di un intervento che guarda quindi non all’immediato futuro ma che fa presagire l’intento di non prorogare nuovamente il bonus ristrutturazione al 50 per cento per il prossimo anno.

Ad oggi infatti, il bonus ristrutturazione sarà riconosciuto nella misura del 50 per cento solo fino al 31 dicembre 2024. Dal prossimo anno, salvo ulteriori proroghe, si tornerà alla misura ordinaria prevista dall’articolo 16-bis del TUIR, ossia al 36 per cento, con una riduzione anche del limite di spesa ammesso in detrazione che dovrebbe passare dai 96.000 euro previsti attualmente al valore ordinario di 48.000 euro.

Bonus ristrutturazione al 36 per cento dal 2025? Riforma dei bonus casa in cantiere

L’emendamento sul superbonus, pur non prevedendo nulla per il prossimo anno, sembra quindi tracciare un percorso di progressiva riduzione del bonus ristrutturazione: dal 50 per cento nel 2024, al 36 per cento dal 2025 al 2027, per poi passare al 30 per cento dal 2028.

Non è peraltro un mistero che nell’ambito dei bonus casa siano in cantiere profondi mutamenti, sia alla luce della querelle generata dal superbonus che tenuto conto della direttiva Case Green.

Dalla prossima Legge di Bilancio non si attende quindi una proroga generalizzata delle agevolazioni così come previste ad oggi, ma un lavoro di ridefinizione complessivo anche sul fronte delle modalità d’accesso.

A parlarne era stato anche il Direttore del Dipartimento delle Finanze del MEF, Giovanni Spalletta, nell’audizione del 16 aprile 2024 presso la Commissione Finanze del Senato in relazione al decreto legge n. 39/2024, evidenziando la possibilità di restringere le maglie delle agevolazioni edilizie.

Si va quindi verso un sistema che potrebbe sostituire il beneficio automatico a nuove procedure su richiesta da parte del possibile beneficiario, anche alla luce delle nuove regole di governance UE, in parallelo ad una riduzione di aliquote e massimali di spesa.

Un lavoro che in ogni caso è al momento solo tratteggiato e per il quale risulterà centrale attendere i prossimi passi del Governo, alle prese con non poche diatribe interne proprio sul fronte della stretta sui bonus edilizi.

 

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