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(Teleborsa) – Tassazione “non distorsiva”, infrastrutture transeuropee più forti anche nell’ottica del “piano Mattei” e accesso al credito più proporzionale. Questi alcuni dei temi al centro del manifesto per le elezioni europee che sarà presentato tra oggi e domani da Confcommercio in una due giorni di incontri con il mondo della politica. Il documento, dal titolo “Per un’Europa competitiva e sostenibile”, è un invito affinché le politiche economiche internazionali siano inclusive anche per le realtà aziendali più piccole, evitando di favorire le grandi multinazionali e potenziando gli strumenti finanziari e formativi per l’internazionalizzazione delle Mpmi. Un’agenda del terziario con le priorità per un’Europa competitiva e sostenibile.

Le prossime elezioni europee – è la premessa dell’associazione che ha organizzato una serie d’incontri per ascoltare le proposte dei partiti – costituiranno “un importante momento democratico che consentirà alle Istituzioni dell’Ue di rafforzare l’impegno per accrescere l’autonomia strategica e la competitività dell’economia europea a livello globale”. Secondo Confcommercio “occorre rafforzare la resilienza economica e migliorare l’accesso delle imprese europee ai mercati globali, ridurre le dipendenze critiche e limitare gli ostacoli normativi per favorire una crescita duratura e sostenibile”. Competitività e sostenibilità rappresentano, dunque, “i fattori essenziali per la stabilità politica, economica e sociale di tutti i Paesi membri dell’Unione”. Il quadro geopolitico ed economico, nonché le tensioni concorrenziali, secondo l’associazione guidata da Carlo Sangalli, influenzano inevitabilmente le scelte strategiche che l’Ue è chiamata a compiere. Numerose sono, infatti, le importanti sfide che si prospettano già nel breve e medio periodo: transizione digitale, decarbonizzazione, sicurezza comune, allargamento dell’Unione. A tal fine “occorrerà, innanzitutto, sostenere e sviluppare il mercato unico attraverso una reale visione comune dell’Unione che sia in grado di ricomporne le frammentazioni e di esprimerne il potenziale di sviluppo. Una recente ricerca del Parlamento Europeo stima, infatti, che una maggiore integrazione nel prossimo decennio aumenterebbe di 2.800 miliardi di euro il valore dell’economia dell’Unione (+17%)”.

Un primo passo da compiere, secondo Confcommercio, riguarda la riforma della governance dell’Unione. La legislatura 2024-2029 sarà fondamentale per discutere sull’adozione di un processo decisionale più efficace e inclusivo, soprattutto in vista di un possibile allargamento dell’Ue. Estendere il ricorso a un sistema di voto a maggioranza qualificata in tale sede potrebbe contribuire ad evitare eventuali situazioni di impasse. Risulta, inoltre, indispensabile, da un lato, l’integrazione del mercato dei capitali al fine di attrarre gli investimenti privati, il completamento dell’Unione bancaria e l’armonizzazione dei sistemi fiscali; dall’altro, l’istituzione di un bilancio comune “potenziato” permanente con adeguate capacità di debito e fiscale per il finanziamento di ingenti investimenti in beni pubblici europei. Occorre, poi, un programma straordinario di investimenti comuni al fine di recuperare il ritardo accumulato rispetto a Stati Uniti e Cina, nonché di ridurre la dipendenza dal resto del mondo. Affinché l’Unione recuperi sul fronte della competitività, e quindi della crescita, è necessario ridurre sensibilmente il differenziale di produttività rispetto alle altre economie. Solamente in questo modo sarà possibile, oltretutto, sterilizzare almeno in parte gli effetti dell'”inverno demografico”.

Con riferimento alla tecnologia più innovativa, l‘Ia, per ridurre il divario esistente tra Europa e Paesi come Cina e Stati Uniti nell’utilizzo di tale tecnologia, occorrerà adottare una strategia che, oltre al quadro normativo, tenga conto anche dello sviluppo tecnologico e promuova l’innovazione e la competitività. Un’attenzione particolare, a giudizio di Confcommercio, andrà dedicata alle reti infrastrutturali transeuropee essenziali per un mercato interno sempre più integrato, per la coesione economico-sociale e per consentire all’intera collettività di beneficiare dei vantaggi derivanti dalla creazione di uno spazio senza frontiere interne.

Sul fronte del mercato dell’energia, la crescente dipendenza dalle importazioni, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, i rischi per la sicurezza nei paesi produttori e di transito, i lenti progressi nell’efficientamento energetico, nonché una completa integrazione e interconnessione nei mercati energetici rappresentano le sfide che l’Ue potrà affrontare solamente attraverso una politica comune.

L’Unione dovrà, inoltre, essere in grado di coniugare gli obiettivi ambientali con le ragioni di una transizione ecologica economicamente e socialmente sostenibile. La transizione verde del sistema produttivo sarà possibile, infatti, solo se tutte le imprese saranno coinvolte attivamente. L’avvento dell’economia digitale ha obbligato gli Stati a confrontarsi con un’elevata mobilità del capitale e con un crescente numero di transazioni transfrontaliere. Tuttavia, il sistema di regole fiscali non è stato in grado di intercettare in modo soddisfacente e, dunque, sottoporre a tassazione i redditi prodotti dalle grandi multinazionali. Andranno, di conseguenza, individuate una serie di misure in grado di garantire una tassazione non distorsiva. Al fine di aumentarne l’efficacia, la politica di coesione dovrà risultare maggiormente agganciata a quella per la competitività attraverso un nuovo approccio focalizzato sul territorio e mantenere un certo grado di flessibilità nella rimodulazione e nell’utilizzo dei fondi. Risulta, inoltre, oltremodo necessario rafforzare l’impegno per un efficiente sostegno alle imprese del terziario di mercato, soprattutto alle mpmi. Sarà fondamentale garantire un ambiente favorevole alla creazione e allo sviluppo delle imprese in un mercato unico sempre più integrato, attraverso regole orientate sia ai principi di sussidiarietà e di proporzionalità, che alla ricerca di un equo bilanciamento tra concorrenza e coesione territoriale e sociale.

Sul fronte strettamente regolatorio, occorrerà dare piena attuazione ai principi dello Small Business Act – che andrebbe integrato con un piano di azione dedicato all’imprenditoria femminile – affinché le mpmi siano messe nelle condizioni di sfruttare appieno il loro potenziale di innovazione e di crescita. Occorre puntare, poi, su misure volte a semplificare l’accesso al credito e al mercato dei capitali da parte delle mpmi. Con riferimento alla politica commerciale e in considerazione del numero ancora troppo ridotto delle mpmi che internazionalizzano in maniera strutturata, auspichiamo un rafforzamento del supporto alle imprese affinché il processo di internazionalizzazione risulti più inclusivo e meno gravoso in termini di costi e burocrazia. Servirà, poi, accompagnare le mpmi del terziario di mercato nella transizione digitale prevedendo un loro maggiore coinvolgimento nei percorsi di collaborazione tra il mondo universitario e della ricerca e quello imprenditoriale.

Infine, le competenze: affinché un sistema possa ulteriormente svilupparsi è necessario fornire nuova linfa. In questa ottica risulta, dunque, prioritario investire nel capitale umano e favorire l’imprenditorialità di giovani e donne.

 

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