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In Polonia esistono 14 Zone Economiche Speciali (Specjalne Strefy Ekonomiczne- SSE), istituite con la legge del 20 ottobre 1994.

Si tratta di aree territoriali che garantiscono sgravi fiscali per le nuove imprese, insieme ad altri benefici. Sono prevalentemente localizzate in aree non abitate, dove gli imprenditori che vi insediano l’attività possono beneficiare di aiuti pubblici.

In queste aree sono stati investiti negli anni oltre 25,5 milioni di euro, con circa 296.000 nuovi posti di lavoro creati. Il successo ottenuto con questa formula è stato tale, che le autorità governative polacche ne hanno recentemente prorogato il funzionamento fino al 2026.

Nelle ZES si può contare su importanti benefici in termini di esenzioni fiscali (IRPEF e IRES) ed alcuni Comuni offrono anche ulteriori esenzioni per le imposte locali.

Per quanto riguarda il sostegno pubblico per gli investitori, può variare in relazione alla dimensione dell’impresa, alla località e in base al valore dell’investimento. Il valore minimo richiesto per gli investimenti è pari a 100.000 euro, insieme a garanzie sui livelli occupazionali per almeno 5 anni.

In particolare, la Zona Economica Speciale di Katowice è la principale in Polonia e sta vivendo un boom di investimenti. Nel corso degli ultimi anni hanno investito in questa zona 220 aziende e sono stati creati 60.000 posti di lavoro.

Il sistema di detassazione degli utili e di sgravi fiscali e amministrativi, insieme ai piani di sviluppo del territorio ed il sostegno al lavoro, sono sicuramente aspetti che hanno fatto entrare la Polonia tra le mete più ambite come sede degli investimenti a capitale estero.

In questo periodo sono in discussione cambiamenti rispetto alla legge che regola le zone economiche speciali per adeguare le normative alle nuove esigenze socio-economiche. A inizio febbraio il Ministro delle Imprese e della Tecnologia Jadwiga Emilewicz ha dichiarato: “La legge sulle zone economiche speciali attualmente in vigore risale a 25 anni fa, quando il problema di base della Polonia era la disoccupazione. Adesso si registra il tasso di disoccupazione più basso dai tempi del 1989, addirittura esiste una carenza di manodopera. Se oggi parliamo di innovazione, non dobbiamo focalizzarci sul numero di posti di lavoro, ma sulla loro qualità e sul valore dell’investimento”.

Al momento è al vaglio un progetto di legge del governo che vuole introdurre nuovi criteri per gli investitori e portare alla costruzione di centri di Ricerca e Sviluppo in Polonia. L’obiettivo della proposta comprende anche la facilitazione dell’accesso alle zone economiche speciali per le piccole e medie imprese e l’attrazione di investitori stranieri. Una delle ipotesi per migliorare il sistema prevede che gli incentivi fiscali siano condizionati dal luogo in cui l’investimento sarà realizzato, dalle sue caratteristiche e dalla qualità dei posti di lavoro creati. Secondo un comunicato del governo, “saranno premiate soprattutto le imprese che hanno un impatto sulla competitività e l’innovazione delle economie regionali e, di conseguenza, sullo sviluppo economico della Polonia”.

 

Questo articolo deve molto al contributo prezioso di Guido Parodi, che ne ha scritto la prima parte.

 

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