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«L’Europa dei nazionalisti e della destra, frammentata e debole, non è quello di cui ha bisogno il territorio del Bustese e della provincia di Varese». Così Brando Benifei, capodelegazione uscente del Partito Democratico al Parlamento europeo e ricandidato alle elezioni dell’8 e 9 giugno, che questo pomeriggio ha fatto tappa proprio a Busto Arsizio per portare la campagna elettorale sul territorio: «Le questioni territoriali si intrecciano moltissimo con le scelte europee», ha sottolineato. Indicando priorità e rifilando stoccate agli avversari del centrodestra, dalla premier Meloni a «chi è sempre qua a stringere mani e fare sorrisi. Questo vuol dire che non ha fatto niente a Bruxelles per l’interesse del nostro paese».

I temi

«Dobbiamo portare la campagna elettorale nel territorio», ha esordito al gazebo in via Milano Benifei, in arrivo dalla conferenza del Pd su industria e lavoro tenutasi a Torino con la segretaria Elly Schlein e Nicolas Schmit, candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea.

«Le questioni territoriali si incrociano moltissimo con le scelte europee – ha proseguito –. Io mi sono occupato della garanzia per l’infanzia, di uno strumento di risorse europee per finanziare il sostegno contro la povertà minorile e quindi anche il sostegno per il mantenimento di bambini e ragazzi nelle mense, un tema che qui è stato molto dibattuto per l’aumento dei costi». A tal proposito, «il governo è in ritardo nell’utilizzo delle risorse per la lotta alla povertà, che aiuterebbero anche a ridurre i costi delle mense, almeno per le famiglie più in difficoltà». Risorse europee che, ha rimarcato Benifei, «sono il frutto di una battaglia politica che abbiamo vinto nel momento della crisi pandemica con la scelta del Next generation Eu. Non possono essere sprecate e devono essere utilizzate per finalità di transizione sociale, ecologica e di innovazione digitale inclusiva».

L’europarlamentare ha citato anche «il tema del Pnrr usato per la questione sanitaria. Su questo la Regione Lombardia continua a essere latitante e i nostri rappresentanti dell’opposizione la stanno incalzando». Essendosi occupato del fondo sociale europeo e del tema dell’intelligenza artificiale, ha parlato anche di salario minimo e lavoro povero: «Questioni che sono europee e nazionali e che però hanno una ricaduta sulla quotidianità dei territori».

L’impegno

Benifei è secondo in una lista che conta «venti candidati molto validi, tutti impegnati sul territorio. Io arrivo ora dal Piemonte dove, con la segretaria Elly Schlein e con il nostro candidato alla presidenza della Commissione europea Nicolas Schmit, abbiamo incontrato il mondo dell’industria e del lavoro, i rappresentanti dell’impresa e dei sindacati.

Saremo impegnati su tutto il territorio per portare avanti la nostra idea di un’Europa che vada avanti e continui a portare dei risultati, migliorando in alcuni aspetti. Penso alla fragilità della voce europea sulla costruzione della pace».

Gli avversari

L’europarlamentare ha contrapposto la visione dell’Europa del Pd a quella degli avversari. «L’Europa dei nazionalisti, della destra, un’Europa frammentata e debole non è quello di cui ha bisogno anche il territorio del Bustese e della provincia di Varese. Perché con una piena integrazione nel mercato europeo e con risorse europee utilizzate nel modo giusto, possiamo spingere l’economia, le nostre imprese, il mondo del lavoro di qualità. Altrimenti perdiamo delle opportunità».

Quindi la stoccata: «Quei parlamentari che sono sempre a girare in maniera ossessiva e tappezzano di immagini il territorio anche qua, poi bisogna andare a vedere che cosa hanno fatto a Bruxelles e Strasburgo. Perché noi siamo stati eletti per lavorare in Parlamento, non per gridare che fa tutto schifo. Dire di essere contro tutto vuol dire non aver portato nessun risultato per i propri concittadini. Noi lavoriamo per costruire dei provvedimenti all’altezza dei valori che vogliamo rappresentare: lavoro, lotta alla povertà, innovazione tecnologica inclusiva.

Se qualcuno è sempre qua a stringere mani, fare sorrisi e offrire delle merende, vuol dire che non ha fatto niente a Bruxelles per l’interesse del nostro paese. Lo dico sapendo che anche qua ci sono rappresentanti, in particolare della Lega, che sono l’esempio di questo modo di fare politica».

La critica alla premier

E ancora, sul Pnrr: «L’apporto dato dalle forze che oggi governano l’Italia è stato zero. Sono andate contro l’interesse del paese. Giorgia Meloni diceva che era meglio chiedere un prestito al Fondo monetario internazionale. Questa era la sua ricetta. Ci avrebbe fatto diventare come la Grecia».

Benifei stigmatizza anche «l’impegno pubblico a ratificare la riforma del Mes che non hanno rispettato. In Europa questo atteggiamento del nostro governo ha danneggiato gli interessi del Paese. Perché questa è una maggioranza che fa solo gli affari propri».

Il territorio

Ad accogliere Benifei al gazebo dem in centro c’erano la segretaria provinciale Alice Bernardoni, il segretario cittadino Paolo Pedotti, i consiglieri comunali Maurizio Maggioni e Valentina Verga, insieme ai militanti.
«Abbiamo iniziato anche a Busto una raccolta firme per rivedere il sistema sanitario regionale, superando le mille sottoscrizioni in tutta la provincia – ha spiegato Pedotti –. Presto partirà anche la campagna sul salario minimo. Sanità, lavoro povero, istruzione, diritti sociali, accesso alla casa sono aspetti fondamentali per un’alternativa programmatica che noi mettiamo in campo».

Guardano alle questioni cittadine, Pedotti ha aggiunto che «oltre ai rincari delle mense, c’era già stato un taglio sui servizi di trasporto degli studenti, in particolare per il plesso delle Pascoli. Oggi il diritto allo studio, di fatto, non viene pienamente garantito anche dalla destra locale».

Bernardoni si è soffermata sull’obiettivo del superamento del gender gap: «Le misure del governo Meloni, i bonus mamma e asilo nido non sono quello che serve per fare un passo in avanti». Mettendo sul tavolo anche il tema della transizione ecologica, «importantissimo anche nel nostro territorio». «Chi ci governa dice che l’Europa è cattiva – ha affermato la segretaria provinciale dem – mentre gli altri Stati si stanno muovendo per arrivare a una giusta transizione ecologica che possa anche creare nuovi posti di lavoro. E il Pd, su questo, ha proposto la cassa integrazione anche per riuscire a guidare le aziende in questo percorso».



 

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