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Cosa vedere e quando a Ploaghe per Monumenti Aperti.

Anche Ploaghe partecipa a Monumenti Aperti. Spalancherà le porte dei suoi tesori sabato 18 e domenica 19 maggio. Organizzata e coordinata a livello regionale e nazionale dall’associazione Imago Mundi OdV, quest’anno la manifestazione farà tappa in 78 Comuni: lungo cinque fine settimana dal 4 maggio al 2 giugno e in una seconda parte dal 12 al 27 ottobre.

La tranche autunnale, che verrà chiusa da Cagliari, partirà il 12 ottobre a Bitonto e nel weekend successivo approderà a Ferrara e nelle undici amministrazioni locali che compongono l’Unione dei Comuni dell’Alta Gallura. Spazi per i sogni è il tema di questa edizione.

Così il sindaco Carlo Sotgiu ha dichiatato: ”anche quest’anno Ploaghe rinnova l’adesione alla manifestazione Monumenti Aperti, con entusiasmo e desiderio di ri-vivere e ri-conoscere il proprio patrimonio culturale grazie alla preziosa collaborazione di diversi volontari e volontarie, e attraverso gli occhi e il racconto di guide turistiche speciali, come sempre sanno essere gli alunni e le alunne del nostro Istituto Comprensivo“.

Grazie alla collaborazione di Comune, Istituto Comprensivo S. Satta – A. Fais, Biblioteca Comunale, Proloco, Parrocchia San Pietro Apostolo e volontarie del Servizio Civile Universale, il prossimo fine settimana sarà possibile visitare 7 monumenti fra edifici di culto, siti d’arte e luoghi strettamente connessi a tradizioni, usi e costumi del centro logudorese.

I monumenti.

Chiesa della Madonna di Valverde (piazza Valverde; visite a cura dell’Istituto Comprensivo S. Satta-A. Fais, scuola secondaria di I grado, classe 3°B). Probabilmente era già in rovina alla fine del XVIII secolo, come risulta da una relazione del Vicario Devilla nel 1824. Nel 1836 l’edificio fu ristrutturato e dedicato alla Madonna di Valverde con il contributo della maestra di catechismo Maddalena Lei e del rettore Salvatore Cossu. Nel trentennio seguente, la chiesa venne adibita a scuola femminile. Ma le successive condizioni strutturali spinsero il sindaco Dr. Toma Satta a ordinarne la demolizione. I lavori dovevano compiersi entro un mese dalla data di ordinanza, ecco perché si suppone che nel mese di gennaio del 1903 la chiesa doveva essere già demolita. La struttura, come si presenta attualmente, venne ricostruita soltanto negli anni Trenta grazie ai contributi del signor Baingio Camboni.

Sa Domo Piaghesa (Corso Giovanni Spano 41; visite a cura dell’associazione Pro Loco Ploaghe) rappresenta la ricostruzione degli ambienti domestici e di lavoro di un tempo, legati principalmente alle attività artigianali e alla sfera agro-pastorale. L’allestimento della mostra, curato nei minimi dettagli, ripropone la vita quotidiana e familiare attraverso l’esposizione di arredi antichi, strumenti e attrezzi tipici del mondo contadino e oggetti di uso comune, compresi capi d’abbigliamento e costumi tradizionali del paese, indossati in diverse occasioni. Un viaggio indietro nel tempo, alla riscoperta della nostra identità,
testimonianza tangibile della nostra cultura e memoria.

Ex Convento dei Cappuccini e Chiesa di S. Antonio da Padova (visite a cura di: Chiesa, classe 3°C – Scuola secondaria di I grado Istituto Comprensivo Satta – Fais; Ex Convento, classi 5°A e 5°B – Scuola primaria Istituto Comprensivo Satta – Fais; Chiostro dell’ex Convento, sezioni A e B – Scuola dell’Infanzia Istituto Comprensivo Satta – Fais). L’edificazione del Convento, annesso alla chiesa di S. Antonio da Padova, si colloca tra il 1652 e il 1659, in quel processo di rinnovamento ecclesiastico che aveva investito la Sardegna dopo il Concilio di Trento. Le comunità dei frati Cappuccini dovevano stabilirsi all’interno dei centri abitati, occuparsi della vita spirituale dei fedeli e vivere di elemosine e donazioni. Il Convento, soppresso nel 1866 in seguito all’attuazione delle leggi repressive emanate dallo Stato Sardo nei confronti degli ordini religiosi, fu incamerato dal Demanio che poi lo cedette in parte al Comune e in parte alla Provincia per Caserma dei Regi Carabinieri.

A fine anni ‘80, il restauro del corridoio d’ingresso ha portato alla scoperta di un parlatorio e di tre sedili in pietra, di un acquaio in pietra e di un pozzo ubicato al centro del cortile. Oggi è sede della Biblioteca Comunale, che sarà aperta al pubblico durante le giornate della manifestazione. Oratorio di Santa Croce (piazza San Pietro; visite a cura delle classi 1°A e 1°B – Scuola secondaria di I grado Istituto Comprensivo Satta – Fais). Costruito prima del 1587, sorge sul lato sinistro della chiesa di San Pietro con cui comunica tramite una porta interna. La struttura, originariamente intitolata a Santa Lucia, passò in mano alla Confraternita di Santa Croce. L’edificio ha pianta a croce latina, a un’unica navata e coperta da
volta a botte.

Nel 1707 il priore dell’arciconfraternita, il nobile Don Agostino Carta, fece restaurare l’oratorio e lo dotò di volta. Un ulteriore restauro fu effettuato nel 1871 dal rettore Delrio che fece riattare il pavimento. Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la chiesa fu occupata dai soldati, scomparvero alcuni arredi settecenteschi e in particolare i pannelli laterali dell’altare maggiore che riproducevano scene della passione di Gesù. Oratorio del Rosario e Pinacoteca G. Spano (visite a cura della classe 1°A – Scuola primaria Istituto Comprensivo Satta – Fais).

L’oratorio è sede delle opere della Quadreria Spano, dipinti raccolti dallo studioso Giovanni Spano in seguito alle sue innumerevoli escursioni nelle chiese e nei conventi di tutta la Sardegna e da lui donati alla chiesa di San Pietro nel 1873. Le opere vanno inserite nell’iniziativa volta alla tutela del patrimonio artistico della terra sarda, tanto cara allo Spano. In questa esposizione figurano i dipinti più prestigiosi, tra cui La Sacra Famiglia del Maestro di Ozieri, L’Incoronazione della Vergine attribuita a Giacomo Altomonte e La Madonna della Misericordia, attribuita a Baccio Gorini. Cimitero Antico (visite a cura delle classi 2°A e 2°B – Scuola secondaria di I grado Istituto Comprensivo Satta – Fais).

Da Giovanni Spano apprendiamo che il camposanto vecchio di Ploaghe, benedetto nel 1797, fu il primo nell’isola a essere costruito separato dal corpo della chiesa. Si trova nella zona chiamata Cortile de Cheia, delimitato dall’oratorio del Rosario e dalla chiesa di San Pietro. La struttura architettonica è quella di una chiesa dalla navata scoperchiata, fiancheggiata da sei cappelloni coperti a volta, tre per lato, e chiusa frontalmente dalla cappella del Crocifisso. Nel 1855, in seguito all’epidemia di colera, il sindaco ne propose l’ampliamento, ma si preferì costruirne uno ex novo. Il camposanto vecchio, restaurato nel 1982 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, ha conservato intatte 29 lapidi scritte in sardo logudorese latineggiante e nove in lingua italiana.

Chiesa di San Matteo (via del Colle; visite a cura della classe 3°A – Scuola secondaria di I grado Istituto
Comprensivo S. Satta-A. Fais). Di costruzione anteriore al 1649, la chiesa è situata a breve distanza dalle
pendici del piccolo colle vulcanico di cui porta il nome, il monte San Matteo. La struttura dell’edificio è a
navata unica e di modeste dimensioni. Ha un altare maggiore ed è privo della sacrestia. La piccola chiesa
conserva la vecchia campana che fu di Sant’Antimo e della Madonna di Valverde. La statua di San Matteo
invece si trova all’interno della Cappella delle Grazie nella chiesa di San Pietro. Sulla pietra del piccolo
campanile a vela è scolpita una data, 1916, in ricordo del suo restauro.

Quando e come visitare i monumenti di Ploaghe.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente sabato dalle 15.30 alle 18 e domenica dalle 9.30 alle 13 e
dalle 15.30 alle 18. Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode.
Le visite alle chiese saranno sospese durante le funzioni religiose (nello specifico alle ore 11 di domenica 19 maggio nell’Oratorio di Santa Croce, dove si terrà la Santa Messa).

 

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