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Un percorso a ostacoli per i bandi destinati alla realizzazione della rete di colonnine per le auto elettriche. L’obiettivo è di arrivare, sulla spinta del Pnrr, a 13.775 per le strade urbane e 7.500 per le superstrade. I primi due bandi chiusi lo scorso anno (270 milioni per 6.500 infrastrutture) sono andati male, non è stato assegnato nessun contributo in ambito extraurbano (per cui erano previsti 150 milioni), mentre in quello urbano ci sono state defezioni importanti come quella di Eni. Ora si aspettano le nuove gare, ma il tempo stringe e il mercato dell’elettrico langue. 

Requisiti stringenti e tempi stretti

«Bisogna accelerare nei prossimi mesi per avvicinarsi all’obiettivo, altrimenti i tempi rischiano di allungarsi troppo e potrebbe non esserci lo spazio per una terza tornata di bandi per recuperare il gap accumulato», evidenzia Francesco Naso segretario di Motus-E. Cosa non ha funzionato nelle precedenti gare? Ambiti troppo grandi, con un numero minimo di colonnine per ogni lotto, tempi stretti – trenta giorni – per preparare le istanze e infine pesanti incognite sulla tempistica di  collegamento alla rete elettrica. 

Enel, il principale operatore italiano con una quota di mercato pari al 40% e 21mila colonnine sul territorio, ha partecipato al primo bando per l’ambito urbano, che assegnava fondi per 4.951 stazioni. Enel si è aggiudicata dieci lotti, tre dei quali eccedevano il numero massimo ammesso per operatore. Sui sette mantenuti, per 1.865 stazioni e 3.700 punti di ricarica, sta mantenendo il proprio programma di installazione, in aree geografiche che coprono Roma, Milano, Napoli e Bari per una tecnologia standard (22 kWh di potenza di ricarica), fast (fino a 150 kWh) e ultrafast (da 150 a 350 kWh).

Eni sceglie solo alcuni ambiti assegnati

Si è tirata fuori dalla prima gara Eni: «In conformità con quanto previsto e consentito dall’avviso pubblico n.333 del 10 maggio 2023 – scrive in una nota – Be Charge, società controllata da Plenitude, ha deciso al momento di proseguire solo su alcuni degli ambiti di cui era risultata assegnataria. La società, in linea con la propria strategia e i propri obiettivi di piano, valuterà eventuali ulteriori opportunità anche in ambito Pnrr».

Due i temi industriali che Motus-E mette sul tavolo e che rischiano di trasformare la corsa alla implementazione della rete di ricarica in una enorme occasione mancata. «È importante dare la possibilità anche agli operatori più piccoli e non soltanto ai grandi player di partecipare, ritoccando ad esempio il numero minimo di colonnine da installare – spiega Naso – guardiamo inoltre alla modalità adottata in Francia, con bandi a sportello e contributi ex post agli operatori interessati».

 

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