Stanno scavando su tutti i finanziamenti ricevuti dalla fondazione Change e dal Comitato elettorale di Giovanni Toti, negli ultimi sette-otto anni, i pm che già hanno contestato al governatore ligure, ai domiciliari su ordinanza del gip, di aver incassato versamenti registrati per circa 74mila euro per favorire gli interessi «privati» del gruppo Spinelli della logistica portuale. E al vaglio ci sarebbero anche cifre più rilevanti, che si avvicinano o superano i 200mila euro, a seconda degli imprenditori finiti nel mirino di questa tranche di indagine.
Principali finanziatori sotto indagine
Era già venuto a galla, ad esempio, che uno dei maggiori finanziatori del Comitato di Toti, con circa 200mila euro in totale, è stato Mario Costantino, patron di Europam, che si occupa di carburanti e prodotti petroliferi. Tanto che nei mesi scorsi, in indagini sul caso Change, erano state anche effettuate perquisizioni. Costantino, tra l’altro, negli anni scorsi è stato indicato dalla Regione come componente del cda dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova.
Rapporti con cliniche private e laboratori di analisi
Inoltre, un altro filone di inchiesta vede al centro i rapporti con cliniche private e laboratori di analisi convenzionate e la Procura, guidata da Nicola Piacente, su questo fronte sta approfondendo sempre gli eventuali collegamenti tra erogazioni di denaro alla fondazione o al partito di Toti e presunti favori ottenuti. Tra l’altro, proprio il gip Paola Faggioni, nelle esigenze cautelari sulla base delle quali ha disposto i domiciliari per il presidente della Liguria, fa riferimento proprio ad un «meccanismo perfettamente collaudato» e a quelle vicende «ancora oggetto di approfondimenti investigativi», che hanno visto «il coinvolgimento di ulteriori imprenditori». Casi nei quali «a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti».
Indagini su altri imprenditori
Nel 2021 la Procura aveva già indagato, ad esempio, l’imprenditore nel settore delle discariche Pietro Colucci per finanziamento illecito al partito di Toti. Colucci che, poi, nelle carte dell’inchiesta ora è accusato di corruzione: tra il 2016 e il 2020, tramite le sue società, avrebbe finanziato con 195 mila euro il governatore in cambio del «rilascio di autorizzazioni in materia di gestione delle discariche». E ancora il 7 giugno del 2021 «veniva riscontrato» un versamento di 30 mila euro «in favore del Comitato Toti» da parte di Luigi Alberto Amico, titolare di un’azienda che si occupa di riparazione e manutenzione di navi. E altre verifiche riguardano, infine, episodi di presunti finanziamento illeciti contestati al consigliere di amministrazione di Esselunga Francesco Moncada e a Maurizio Rossi, editore della testata Primocanale.
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