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(Adnkronos) – “Il governo italiano ha dato un contributo fondamentale per arrivare – dopo un negoziato feroce durato mesi – a Next Generation Ue”: insomma “assolutamente l’Italia non fu assente” dal tavolo delle trattative per la ripartizione dei fondi. Lo afferma il commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni partecipando al Palazzo dell’Informazione del gruppo Gm alla presentazione dell’ultimo libro di Marcello Messori e Buti “La suddivisione del piano fra i diversi paesi fu una proposta della Commissione che diversi paesi accettarono come tale” ricorda, spiegando che “l’unica cosa che fu inserita fu un conguaglio da verificare dopo due anni, che è stato neutro per l’Italia”. Insomma, “la proposta entro’ e usci’ dal Consiglio così com’e”, aggiunge. “Quello di una difesa comune può essere uno dei terreni sui quali è possibile fare passi in avanti” nella prossima legislatura europea, ha detto ancora Gentiloni. “Di difesa europea – ricorda si discute da più di un quarto di secolo ma finora sono stati fatti passi in avanti limitati mentre i paesi Ue acquistano il 75% dei loro sistemi di difesa fuori dall’Unione”: ma “ci sono guerre e tensioni, il mondo ci dice che ci serve una difesa comune”. “I paesi baltici normalmente iscritti alla categoria dei paesi più riluttanti a messa in comune dei fondi, invece quando si parla di difesa comune sono a favore. E quindi questa potrebbe essere la volta buona” conclude Gentiloni. “Molti dei partiti che si sono riuniti ieri a Madrid dicevano fino a qualche tempo fa ‘usciamo dall’Europa’. Oggi non più: vogliono però un’Europa che ritorni indietro, in cui la dimensione dell’Unione sia minore e i passi avanti fatti in questi anni, su economia, difesa e transizione vengano capovolti”, afferma ancora il commissario europeo agli Affari economici. In questo senso “una buona affermazione della famiglia socialista alle prossime Europee può dare un contributo ad andare avanti” sulla strada di una maggiore integrazione laddove – osserva – “i Popolari sono attraversati sia dalla spinta di andare avanti che da quella di tornare indietro”. Quanto al voto “speriamo che vada a votare molta gente” aggiunge, osservando che “si parla poco del fatto che si vota anche di sabato e non invece di lunedì, una cosa per noi italiani inusuale”.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)







 

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