Urbanistica, trasformazioni del territorio, recupero delle aree dismesse, esigenza di gestire e governare la crescente presenza dei turisti in città. Si è discusso di questo il 7 maggio nell’Aula Spinelli di Scienze Politiche, in occasione del convegno promosso dal Dipartimento federiciano diretto dal prof. Vittorio Amato. È intervenuto il sindaco Gaetano Manfredi. Ha aperto la serie degli interventi la prof.ssa Daniela La Foresta, docente a Scienze Politiche dove insegna Geografia economico-politica: “Veniamo da stagioni – ha detto – nelle quali diversi fenomeni sono stati non governati. Penso per esempio al tema del turismo. C’è la necessità di pianificare con attenzione la mobilità, la restituzione alla collettività di luoghi nei quali identificarsi e alle periferie. Tutto ciò fa i conti anche con l’esigenza di avere fonti di finanziamento con le quali operare”.
Ha sottolineato: “Negli anni c’è stato un taglio significativo, ma viviamo ora una situazione favorevole perché, oltre ai fondi comunitari, ci sono quelli del Pnrr. Va operata una scelta delle priorità sulle quali lavorare. È importante che si parta prima dai bisogni e poi si intersechino tali bisogni con le disponibilità finanziarie”. Il prof. Amato ha focalizzato il suo intervento sull’evoluzione demografica di Napoli. “Ad inizio degli anni Ottanta del secolo scorso – ha spiegato – tutte le grandi città sperimentano un fenomeno di perdita della popolazione. A Napoli tra il 1981 ed oggi essa scende di circa 200.000 unità”. Dove sono andate? “I residenti che lasciano Napoli si sparpagliano nell’area metropolitana, con una polarizzazione verso i territori di Giugliano e dintorni. Perché lì? Perché in quelle zone si assiste a fenomeni di urbanizzazione incontrollata. Si costruisce moltissimo e i prezzi delle abitazioni sono molto più economici che nel capoluogo”.
Nello stesso tempo, ha sottolineato il docente, a Napoli si è profondamente impoverita la struttura produttiva: “Fino agli anni Ottanta la città aveva un sistema di aziende a partecipazione pubblica. Quando esse vengono meno, gli addetti al ramo manifatturiero crollano da 180.000 a 50.000 unità. L’impatto non è solo economico, ma ha importanti ricadute sul tessuto sociale. Fino ad allora Napoli era una città legata ancora ai valori dell’industria, della produzione e dei tempi. Dopo c’è una crescita del sottoproletariato”.
È cambiata, ha sottolineato Amato, pure la geografia della città: “La deindustrializzazione ha prodotto giganteschi vuoti urbani. È accaduto non solo a Napoli ma pure a Milano e Torino. Lì hanno saputo trarre opportunità da ciò. A Napoli la sfida resta irrisolta. Il massimo dello sforzo va fatto per attirare imprese e capitali dall’estero, perché il Mezzogiorno potrebbe essere un hub nel Mediterraneo. Si può riflettere sull’opportunità di tornare ad una logica che richiami la Cassa per il Mezzogiorno, per precostituire le condizioni favorevoli allo sviluppo”.
In questo quadro, ha concluso il Direttore del Dipartimento, “si inserisce il discorso sulle Zes, le zone economiche speciali. A proposito delle quali, però, io tengo anche a ricordare che dove si sono avviate è cominciata una corsa al ribasso dei livelli retributivi e delle garanzie dei lavoratori”. Il prof. Michelangelo Russo, Direttore del Dipartimento di Architettura, ha espresso soddisfazione perché “registro una forte domanda di Urbanistica. È legata alla città intesa come volano di produzione di valore”.
Ha poi avvertito: “La cornice entro la quale realizzare la pianificazione è la scala metropolitana, l’area metropolitana. È impossibile riorganizzare assetti senza guardare alla dimensione di una grande Napoli che arriva fino alle soglie di Caserta e Salerno. Questi obiettivi di fondo necessitano di una pianificazione continua e di un confronto continuo con i portatori di interessi, in primis con coloro i quali abitano la città. Va costruita una forma più evoluta di cittadinanza”. Il sindaco Manfredi ha concluso il convegno con una panoramica sulle prospettive di recupero e rilancio di alcune aree dismesse, a cominciare da Bagnoli, e con una riflessione sul ruolo dell’amministrazione nel governo dei flussi turistici.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.08 – 2024 – Pagina 5
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