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PESCARA. Il 10 luglio è in programma, davanti al gup Giovanni de Rensis, l’udienza per il terzo filone d’inchiesta sulle attività dell’imprenditore della sanità Vincenzo Marinelli.
DODICI IMPUTATI Dodici gli imputati sui quali si dovrà esprimere il giudice (salvo eccezioni di incompatibilità come per il primo filone), in relazione alle accuse di turbativa d’asta, corruzione, traffico di influenze, favoreggiamento ed evasione fiscale, contestate a vario titolo. Oltre a Marinelli, nella richiesta di rinvio a giudizio figurano quattro esponenti politici (gli ex consiglieri regionali Mauro Febbo e Sabrina Bocchino, Silvio Paolucci, consigliere in carica, e Fabrizio Di Stefano ex candidato sindaco di Chieti), il contabile di Marinelli, Pasquale Sentenza, il funzionario Asl Antonio Verna, Corrado Greco e Gabriele Di Bucchianico (del Consorzio SGS), Tiziana Sestini, Vittorio Forte e il dirigente comunale Guido Dezio che deve rispondere di favoreggiamento per aver avvertito Petrella che il suo telefono era sotto controllo. Anche se citata nei capi di imputazione, manca la dirigente Asl Tiziana Petrella, la cui posizione è stata stralciata per definire il suo secondo patteggiamento in continuazione (con l’accordo del pm Andrea Di Giovanni).
TRE GARE NEL MIRINO Questo terzo filone ruota attorno a tre gare che sarebbero state studiate a tavolino per favorire i destinatari già concordati. La prima è quella finalizzata alla conclusione di un accordo quadro per l’acquisizione del “Servizio di telemonitoraggio e teleassistenza a supporto del servizio di assistenza domiciliare integrata per la Regione Abruzzo”, per un valore complessivo di 4 milioni di euro; la seconda quella per la “fornitura di servizi in favore di pazienti in stato di fragilità” (detta gara logistica), per un valore di circa 13 milioni di euro”: entrambe nel mirino dell’imprenditore Marinelli che per accelerare i tempi di decisione e soprattutto indirizzare le decisioni della Asl, avrebbe utilizzato i favori di esponenti politici ricambiandoli con elargizioni di varia natura: finanziamenti elettorali e regalie.
IL PROJECT FINANCING Febbo, Paolucci e Bocchino sarebbero legati all’evoluzione del project financing per la «Gestione dei servizi di radioterapia e diagnostica integrata comprensivi di progettazione e realizzazione dei lavori accessori e di installazione delle dotazioni tecnologiche del Policlinico SS Annunziata di Chieti per la durata di 11 anni e mezzo». Febbo, dapprima come assessore regionale, poi come consigliere di maggioranza, per non «osteggiare in sede politico/amministrativa regionale il project proposto da Medipass (di cui Marinelli era agente); Bocchino «per aver promesso di sollecitare o comunque appoggiare in sede politica regionale l’indizione della gara»; Paolucci, dapprima quale assessore alla sanità e poi consigliere «per aver stimolato, sostenuto e sollecitato gli atti procedimentali propedeutici alla dichiarazione di fattibilità del project, quindi per non essersi opposto (quale consigliere di minoranza) e non ostacolato ed anzi per appoggiare l’iter propedeutico alla pubblicazione del bando di gara del project».
L’ACCUSA In cambio, Febbo avrebbe ricevuto un finanziamento elettorale di 5mila e uno di 10mila euro; Paolucci 6mila euro a titolo di sponsorizzazione in favore della Tollese Calcio; 12mila euro attraverso la società di un suo amico per la realizzazione di un sito web; due finanziamenti per la campagna elettorale del 2019 di 10 e 5 mila euro; la promessa di assunzioni di persone da lui indicate presso le società riconducibili a Marinelli; Bocchino un finanziamento elettorale di 5 mila euro, oltre a una borsa Montblanc, bottiglie di champagne di pregio, un bracciale Chanteclaire e la promessa di voti in suo favore. Di Stefano, invece, in qualità di candidato sindaco di Chieti, sarebbe coinvolto con Forte e Sestini in relazione alla presunta creazione di una provvista per il pagamento di tangenti attraverso false fatturazioni intestate alla “start up consulting”: Di Stefano avrebbe ricevuto due finanziamenti elettorali per complessivi 5 mila euro «come prezzo della propria mediazione illecita con Luigi D’Eramo affinchè costui, interagendo con i consiglieri della Lega esercitasse il proprio potere di influenza politico/amministrativa e li convincesse ad appoggiare il bando di gara per il project financing per l’ospedale di Chieti», come scrive il pm. Diverse le società individuate dalla procura quali parti offese, oltre alle Asl di Chieti e Pescara, alla Regione Abruzzo e all’Agenzia delle entrate.



 

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