Domani in edicola gratuitamente le istruzioni per l’uso. Ci sono undici modi per andare in pensione nel 2024. Tra riforme attuate e riforme rinviate, per via della scarsità delle risorse, il sistema previdenziale «made in Italy»
Ci sono undici modi per andare in pensione nel 2024. Tra riforme attuate e riforme rinviate, per via della scarsità delle risorse, il sistema previdenziale «made in Italy», come già detto in altra occasione, assomiglia sempre di più a un Torre di Babele. Per rendersene conto è sufficiente dare un’occhiata al quanto diremo più avanti, dove abbiamo raggruppato le modalità richieste per pensionarsi quest’anno. Orientarsi non è facile. Proprio per questo domani potrete trovare gratuitamente in edicola con il Corriere la guida pratica di Leonardo Comegna «Tutto Pensioni». Tutte le cose da sapere per conoscere i propri diritti, le regole e programmare il futuro. Nel libro c’è un utile specchietto che consente di capire in base all’età e alla data di inizio della contribuzione quando si potrà lasciare il lavoro.Requisiti
Confermati i requisiti di vecchiaia
Confermati i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia. Anche per quella anticipata i requisiti sono rimasti invariati e lo saranno fino al 2026: 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e dieci mesi le donne.Quota 103
La quota 103
Confermata altresì la cosiddetta «Pensione quota 103» (62 anni di età e 41 anni di contributi), ma con significative modifiche per chi matura i requisiti nell’anno 2024. L’assegno, in pratica, viene decurtato due volte. La pensione viene calcolata per intero con il «sistema contributivo» e non più con il sistema misto (vale a dire «retributivo» sulle anzianità acquisite fino al 31 dicembre 1995, 31 dicembre 2011 per chi aveva maturato almeno 18 anni di contributi sempre entro il 1995). In quanto alla misura, la pensione 2024, non può risultare superiore a 2.395 euro lordi al mese (cioè quattro volte il trattamento minimo) sino al compimento dell’età di 67 anni al posto della precedente regole di cinque volte (cioè 2.993 euro). E infine la «finestra» che passa da 3 a 7 mesi.
Alla prestazione si continuano ad applicare tutti gli istituti noti per «Quota 100» e «Quota 102». In particolare, il divieto di cumulo redditi da lavoro con la pensione, e la facoltà di utilizzare la contribuzione mista per raggiungere il requisito contributivo di 41 anni (tranne la contribuzione presente nelle Casse professionali). Va precisato che chi ha maturato i requisiti di «Quota 103» entro il 31 dicembre 2023 mantiene le previgenti condizioni più favorevoli. Ossia, il calcolo con il sistema misto e la finestra mobile di tre mesi. La pensione «Quota 103» non è cumulabile, a partire dalla sua decorrenza e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni), con i redditi da lavoro dipendente o autonomo. Ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5 mila euro lordi annui.Opzione donna
Il trattamento di anzianità
Anche nel 2024 le donne che lavorano possono ottenere il trattamento di anzianità con i precedenti requisiti contributivi (35 anni) e 61 anni di età (un anno in più rispetto al 2023). Ma con una penalizzazione consistente nella liquidazione della pensione con il sistema «completamente contributivo». I requisiti devono essere stati maturati entro il 2023, anche nel caso in cui la decorrenza sia successiva. L’età minima è di 61 anni, ed è ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni. Inoltre, le lavoratrici devono trovarsi in una dei seguenti profili di tutela:
I profili di tutela
a) svolgere assistenza al momento della richiesta di prepensionamento e da almeno sei mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età, oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
b) soffrire di una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile; l’accertamento sanitario viene eseguito da una Commissione medico-legale: presso le Asl, integrate con un medico Inps; presso i «Centri medico-legali dell’Inps», almeno pari al 74%;
c) risultare lavoratrice licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa. In questo caso, l’agevolazione si applica a prescindere dal numero dei figli.
Il regime per le donne
Per farla breve, le donne possono ottenere la pensione se raggiungono almeno 35 anni di contributi entro il 2023 purché abbiano: 61 anni di età senza figli; 60 anni di età con un figlio; 59 anni di età con più figli.
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