Era avvolto da un velo ricoperto da una busta di plastica a sua volta contenuta all’interno di uno zaino abbandonato tra gli scogli davanti al mare dello Stretto di Messina. È stato trovato così, di prima mattina, da un pescatore il corpicino senza vita di una neonata di colore a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, nella zona compresa tra gli imbarcaderi della società di traghettamento per la Sicilia e la darsena di Pezzo.
L’uomo che ha fatto la macabra scoperta ha subito allertato la Polizia di Stato e, in breve, sul luogo del ritrovamento sono intervenuti gli agenti del commissariato di Villa San Giovanni e della squadra mobile di Reggio Calabria che hanno informato il magistrato di turno. Sul posto anche il medico legale, gli esperti della polizia scientifica cui è spettato il compito di effettuare i rilievi raccogliendo quanti più elementi possibile per inquadrare l’accaduto e i carabinieri.
Dai tratti somatici rilevati sul corpo della piccola, la puerpera è, verosimilmente, una donna straniera. Inoltre, sembrerebbe che lo zaino dell’orrore sia stato portato tra gli scogli via terra poche ore dopo il parto. Partendo da queste prime indicazioni, gli investigatori si sono messi al lavoro concentrando la loro attenzione in particolare sull’accertamento delle cause della morte della piccola.
Il magistrato della Procura di Reggio Calabria che coordina le indagini e la polizia vogliono capire se la bambina sia deceduta durante il parto e poi sia stata abbandonata già esanime o se il decesso possa essere da addebitare a soffocamento, in ragione delle modalità legate al suo abbandono sugli scogli di Villa San Giovanni. Da qui la conseguente decisione se indirizzare l’inchiesta verso il reato di occultamento di cadavere o per omicidio.
Nelle prossime ore, alcune risposte ai molti degli interrogativi che il caso pone potrebbero giungere dai risultati dell’autopsia che sarà disposta dal pubblico ministero, mentre un ulteriore contributo si attende anche dalla verifica in atto circa la possibile presenza di telecamere di videosorveglianza attive nella zona e che avrebbero potuto cogliere qualche altro elemento utile alle indagini.
Non è èscluso nemmeno che gli accertamenti siano stati allargati alle strutture sanitarie e ospedaliere della zona per riuscire a sapere se una donna, molto probabilmente straniera, si sia eventualmente presentata per essere curata dopo un parto.
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