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Il 28 maggio 2024, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha riconsegnato alla chiesa di San Domenico in Aversa alcune importanti opere d’arte, in passato sottratte illecitamente dal sacro luogo di culto aversano. La restituzione è avvenuta alla presenza di S.E. Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa; del Dr. Giuseppe Castaldo, Prefetto di Caserta; del Maggiore Massimiliano Croce, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli.

“Si tratta indubbiamente di un notevole risultato di collaborazione tra le istituzioni civili ed ecclesiastiche, ovvero tra l’Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici, l’Arma dei Carabinieri, l’Arciconfraternita del SS. Rosario allocata nella stessa chiesa di S. Domenico, la Soprintendenza del Ministero della Cultura e le autorità giudiziarie”, commenta Mons. Rascato.

Nello specifico, ad essere stati restituiti sono due sculture marmoree del XVII secolo (rappresentati due Putti collocati originariamente ai lati del tabernacolo del maestoso altare del presbiterio del Tempio domenicano) e due dipinti del XVIII secolo di Francesco De Mura, rappresentanti la Crocifissione con la Beata Vergine e Santi, e San Domenico di Guzman, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori. Si tratta di espressioni d’arte religiosa di ottima fattura che, come detto, provenivano proprio dalla chiesa di S. Domenico, altamente significativa del patrimonio storico artistico non solo locale, ma nazionale.

“Oggi è un giorno importante per la città e la comunità di Aversa”, ha dichiarato il Prefetto di Caserta Castaldo. “Sono stati recuperati due beni fondamentali, due pale d’altare e due putti di proprietà del FEC, e restituiti alla fruizione collettiva. Si tratta di un lavoro importante svolto dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che svolgono una funzione fondamentale proprio della tutela del nostro patrimonio nazionale. Il ringraziamento va esteso a tutti gli organi istituzionali coinvolti in questo grande lavoro sinergico. Ricordo che sono 18 le chiese di proprietà del Fondo edifici di culto (Fec) presenti nella provincia di Caserta: di queste, ben quindici sono interessate da lavori di recupero tramite i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”

Chiusa per un quarantennio per inagibilità a seguito del terribile terremoto del 23 novembre 1980, la Chiesa di San Domenico è stata riaperta al culto il 18 ottobre 2019. Proprio durante il lungo periodo di chiusura forzata, la chiesa è stata vittima di continui furti; negli ultimi anni, grazie alla spinta dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali di Aversa, all’interessamento di vari enti e allo strenuo operato del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, è stato possibile recuperare e ricollocare in situ numerose opere d’arte trafugate in passato.

I lavori di restauro sono stati realizzati con interventi e finanziamenti di Ministero Lavori Pubblici, Provveditorato alle Opere Pubbliche, Ministero Beni culturali, Soprintendenza ai Beni culturali di Caserta e Benevento. L’intervento di messa in sicurezza, con il restauro artistico dell’interno, è stato realizzato grazie alla Arciconfraternita del Santissimo Rosario e all’Associazione di Volontariato “I Normann”, fortemente impegnati nella riapertura al culto attraverso il reperimento di fondi da diversi sponsor.

Attualmente sono in corso altri lavori di restauro con il contributo del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, ente proprietario della chiesa.

 

Cenni Storici

Il Convento e la chiesa di S. Domenico di Aversa fu fondato da Re Carlo II sotto il pontificato di Niccolò III, nel 1278. La chiesa era dedicata a san Ludovico, Re di Francia. L’allora vescovo di Aversa Leonardo donava ai frati domenicani la chiesa di S. Antonino col suo cimitero, attualmente sotto il chiostro. La parte gotica è visibile all’esterno dell’abside della chiesa ove si trova la grande trifora, recuperata durante i lavori di restauro della Soprintendenza di Caserta. Nel 1742 l’Ordine domenicano commissionò un radicale restauro della chiesa trasformandola in stile barocco rococò,  incaricando l’architetto beneventano Filippo Raguzzini, che utilizzò, per la facciata, il progetto previsto per la basilica di San Giovanni in Laterano in Roma. I Frati Domenicani vi abitarono fino al 1808 a causa delle leggi napoleoniche che abolivano gli ordini monastici per opera di Gioacchino Murat re di Napoli, e nel 1813 il complesso di S. Domenico passò ai Frati Minori Osservanti della Maddalena, che vi rimasero fino al 1860.

Il tempio domenicano nel passato fu affidato all’Arciconfraternita del Santissimo Rosario, che l’ha sempre curato, attualmente dopo la concessione in uso alla Diocesi da parte del FEC Fondo Edifici di Culto ne è rettore mons. Clemente Petrillo.

 

 

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