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VENEZIAAssessore Michele Zuin, è passato poco più di un mese dall’avvio del contributo d’accesso a Venezia. Qual è il bilancio?

«La sperimentazione di questo mese è andata bene perché abbiamo rodato tre aspetti importanti: il funzionamento del sistema di esenzione e pagamento, il livello della comunicazione (le gente è informata e consapevole), il sistema dei controlli: non era facile mettere in piedi una macchina organizzativa capace di fare 15mila controlli al giorno».


Sì, però non si è visto quell’alleggerimento della pressione turistica che è la finalità del contributo: nei giorni “caldi” comunque le calli erano piene, le file agli imbarcaderi erano lunghe…

«Le dico invece che qualche calo rispetto ad analoghi periodi del 2023 lo abbiamo registrato, è nei numeri e tra qualche giorno li diremo, ci stiamo lavorando. Il prossimo fine settimana sarà il primo senza contributo dal 25 aprile scorso e ci servirà proprio per valutare la differenza degli arrivi nei giorni senza ticket rispetto a quelli col ticket. Vorrei anche ricordare che siamo in una fase sperimentale che è iniziata un mese fa. Nessuno di aspettava in un mese di risolvere il problema del sovraffollamento di turisti giornalieri. Non era questo lo scopo della prima fase».

E qual era?  

«Conoscere che tipologia di persone frequenta la città ogni giorno, capire quanti turisti, quanti veneti, quanti italiani, quanti stranieri visitano Venezia. Quanti studenti, quanti pendolari, quali sono gli “utilizzatori” della città. Prevengo la domanda: lo scopo non era nemmeno quello di fare cassa. Il risultato che ci consente di avviare la “fase 2” è un altro».

Quale?

«Ci aspettavamo punte di 6-7mila prenotazioni paganti al giorno, abbiamo avuto picchi di 20mila. Questo dato è importante. Ora ci possiamo concentrare su quella “fase 2” di cui parlavo, ovvero stabilire una soglia massima di presenze sopra la quale far scattare il contributo di 10 euro: chi arriverà oltre quella soglia dovrà pagare il massimo. Capisce che se lo scopo del contributo è quello di disincentivare i turisti giornalieri attraverso il costo del ticket, se noi riuscissimo a disincentivare anche metà di quei 20mila paganti, faremo “stare a casa” 10mila persone, che in una giornata di pienone fanno la differenza tra invivibilità e sostenibilità della città».

Qualcuno potrebbe obiettare: siamo al numero chiuso…

«No, perché numero chiuso significa mettere un paletto e non fare entrare più nessuno. Venezia non chiuderà mai. Disincentivare significa ben altro. Significa: io ti do la possibilità di venire a Venezia, ma se vieni sai che pagherai 10 euro».

E non ci sarà chi pagherà comunque?
«Mah, magari qualcuno. Ma a noi basta intercettare una parte di quei 20mila paganti di cui parlavo prima. E poi il disincentivo non è solo economico: sapendo che c’è un giorno di affollamento, magari uno ci pensa due volte prima di pagare 10 euro col rischio di non godersi la visita. E sceglierà altre date».

Avete sempre detto che conoscere quanti e quali turisti arrivano vi consentirà di modulare i servizi. Potete già farlo?

«Finora sapevamo che in determinati giorni, sulla base dell’esperienza passata, ci volevano più corse di vaporetti, bisognava chiudere i parcheggi. Ora, con i dati reali, possiamo programmare in prospettiva e adottare misure più strutturali, ad esempio sapere che in un giorno di punta, anche se verrà tanta gente, ci sarà comunque la possibilità di parcheggiare».

Attualmente chi va nelle isole minori come Murano o Burano non paga il contributo. Una “maglia larga” che potrebbe servire a qualcuno per arrivare a Venezia dalle isole. Resterà così?

«Il regolamento del contributo parla di centro storico e isole. Quindi quella attuale è una deroga. In futuro, quando vedremo che sarà necessario, ricomprenderemo anche le isole minori».

Questione sanzioni: c’è un problema di legittimità nel caso qualche turista fosse sanzionato? Le multe sarebbero impugnabili?

«Alcuni giorni fa c’è stata una provocazione di un gruppo di contrari al ticket, arrivati a Venezia da Roma senza aver pagato e prenotato. Si sono autodenunciati dicendo che nessuno li ha controllati. A parte che hanno creato non poco disturbo al lavoro dei nostri controllori, provocandoli, ma le pare che abbiamo avviato il contributo, previsto tra l’altro da una legge dello Stato, senza le opportune verifiche di legittimità? Qualcuno vuole fare ricorso? Auguri».

Gli incassi a fine anno sono in linea con quanto avevate previsto o ci sarà un extragettito?

«Come ho detto prima, l’incasso non è lo scopo di questa fase. Avevamo preventivato di arrivare a fine maggio con 700mila euro di introiti, siamo a un milione e 400mila euro. A fine sperimentazione, a luglio arriveremo a 2 milioni. Su un bilancio di 800 milioni è chiaro che l’incidenza è minima. Oltretutto avviare la sperimentazione è costato 3 milioni. Quindi solo l’anno prossimo andremo in attivo».

Il ticket è una parte di un sistema di misure per governare e mappare i flussi: quali sono le altre misure allo studio del Comune? 

«È corretto parlare di sistema. Nessuno finora, dopo anni di dibattiti e teorie, aveva adottato misure concrete. La gestione dei flussi turistici non passa solo per il contributo d’accesso. Ad esempio abbiamo progetti per differenziare l’arrivo a Venezia in modo da decongestionare certe zone, come piazzale Roma e Stazione. Parlo del collegamento tra San Giuliano e Fondamente Nove, sul lato nord della città. E poi ci sono le misure per le affittanze turistiche. Il sindaco vuole coinvolgere i proprietari. Vietare gli affitti turistici non è nelle nostre politiche, siamo per la libertà d’impresa. Regolamentarle, però, si può. Stiamo lavorando a un patto per cui chi fa affittanze turistiche si impegni a rispettare certe regole: fare accoglienza di persona e non affidare tutto alle anonime key box esterne che stanno invadendo le città turistiche, svolgere il check-in entro le 11 di sera per non disturbare i vicini, spiegare agli ospiti come funziona la raccolta rifiuti… Tutte pratiche per qualificare il turismo. Chi affitta case deve offrire servizi sempre più vicini a quelli di un hotel».



 

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