“Estremisti di sinistra? No semplicemente l’unico centrosinistra rimasto, dato anche altri si sono staccati avendo una visione diversa dalla nostra”. Ha messo i puntini sulle ‘i’, il candidato a sindaco dei Progressisti per Fano 2050 Stefano Marchigiani, in apertura della presentazione della lista dei candidati del PSI, compagine che fa parte della sua “alleanza cementata sul programma”.
Studenti, lavoratori e pensionati: è eterogenea e varia la composizione della lista assemblata in buona parte da Tiziano Busca, segretario locale del partito e candidato alle europee con gli ‘Stati Uniti d’Europa’. Insieme a lui, venerdì pomeriggio in Piazza XX Settembre sotto una pioggia battente, anche il segretario nazionale Bobo Craxi, quello regionale Boris Rapa e quello provinciale Riccardo Pozzi. “Andiamo avanti per vincere – ha detto Busca -, in questa città che è sempre stata caratterizzata da uno spirito socialista”. Busca ha poi evidenziato la presenza di tanti giovani, che hanno scelto di tornare a fare politica in una città addormentata”.
Dal sociale alla cultura, dall’aiuto alle famiglie in difficoltà all’innovazione fino alla promozione di lavori meglio qualificati: sono alcuni dei punti toccati dai candidati, che uno a uno hanno preso la parola. Ognuno ha lasciato intendere di voler dare il proprio contributo sulla base delle proprie peculiarità, soprattutto professionali, come a voler mettere a frutto il proprio percorso lavorativo arricchendo quello politico di un gruppo che vede tra le sue fila anche l’ex sindaco di Mondolfo Gaetano Vergari. Insieme a lui anche lo stesso Busca, Mattia De Benedittis, Ibrahim Allaoui, Gabriella Baldini, Alex Bini, Paolo Caporelli, Ivana De Benedictis, Daniele Di Tota, Andrea Gabrielli, Cinzia Gaspari, Patrizia Longano, Simona Marinsalta, Fernando Maruccia, Francesco Piersanti, Gianluca Pucci, Ferruccio Rondina, Milva Rulli, Maurizio Scalera, Francesca Secchiaroli, Martina Serfilippi, Tiziano Sorrentino e Susanna Testa.
Tra gli interventi anche un accenno al centenario del discorso di Giacomo Matteotti, che Bobo Craxi ha definito “il primo martire della politica italiana”. Anche lui compiaciuto dalla presenza di diversi giovani, ha esortato loro ad “avere a cuore le ansie e le speranze” di questo Paese. Craxi ha poi sottolineato che “non possiamo permetterci divisioni in questo momento particolare, in cui ci siamo riscoperti vulnerabili di fronte ad altre potenze”. Da qui l’invito al voto, per una tornata elettorale considerata decisiva per le sorti del Continente da qui a dieci o vent’anni. “Siamo una minoranza – ha detto ancora -, ma sappiamo sempre da che parte della storia dobbiamo stare. Questo garofano rosso – ha concluso impugnandone uno – non è un simbolo di nostalgia, ma un sentimento. C’è stata una disconnessione sentimentale tra il Paese e il nostro partito, ma a volte i grandi amori ritornano”.
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