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L’AQUILA . Investimenti in nuovi macchinari e software che agevolano la transizione energetica e adeguamento delle competenze del personale. Per rendere più competitive le imprese, il Governo riparte da qui. Entrerà in vigore entro giugno il decreto, con le relative istruzioni, per l’avvio degli incentivi alle aziende in ambito di Transizione 5.0. Un programma di intervento che può contare su un plafond di risorse pari a circa 13 miliardi di euro nel biennio 2024-2025. Ad annunciare l’arrivo del decreto, che conterrà i nuovi finanziamenti, è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Tenendo conto dei tempi tecnici di accesso ai fondi, le imprese possono programmare i loro investimenti per la seconda parte dell’anno. All’interno del testo ci sarà anche il riordino della disciplina Transizione 4.0, oltre alle linee guida contrattuali con esempi pratici per la Transazione 5.0.
LE AGEVOLAZIONI.
Il pacchetto legato alla Transizione 5.0 concede incentivi alle imprese per avviare investimenti in macchinari e software che abilitano la transizione energetica e l’adeguamento delle competenze.
La norma si applica agli investimenti in beni materiali e immateriali realizzati dal 1° gennaio 2024, che permettono di raggiungere specifici target di risparmio energetico: il 3% sulla struttura produttiva o il 5% sul processo di fabbricazione. Gli investimenti, inoltre, devono rispettare il principio europeo del Dnhs ovvero non devono creare un danno significativo all’ambiente.
Le agevolazioni permetteranno di raggiungere la piena efficienza degli interventi per le imprese, armonizzando le agevolazioni regionali e nazionali. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha sottoposto il decreto al vaglio del ministero dell’Economia e delle Finanze, prima di essere trasmesso alla Commissione Europea per l’autorizzazione finale. Conterrà anche i requisiti per i soggetti certificatori che dovranno rilasciare la certificazione sui requisiti degli investimenti che richiedono l’agevolazione. Si tratta di esperti in gestione dell’energia certificati. La platea di aziende beneficiarie è stata, inoltre, ampliata ai settori più energivori.
Al decreto attuativo del piano di Transizione 5.0 seguirà la circolare operativa con le istruzioni per l’accesso alle misure da parte delle imprese e il riordino delle linee guida per Transizione 4.0. La Transizione 5.0 rappresenta un’evoluzione delle iniziative di digitalizzazione e innovazione industriale, che seguono il percorso tracciato dalla Transizione 4.0.
Questo nuovo programma si concentra non solo sulla modernizzazione tecnologica delle imprese, ma anche sull’integrazione di soluzioni innovative che favoriscano la sostenibilità, l’inclusione sociale e l’equità.
PUNTI DI FORZA.
Transizione 5.0 introduce diverse innovazioni rispetto alla Transizione 4.0, come l’accento sulla sostenibilità e l’inclusione sociale.
Gli obiettivi principali sono digitalizzazione avanzata, adozione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, internet delle cose e Blockchain. Si punta anche a sostenere la creazione di smart factory e l’automazione avanzata dei processi produttivi, alla sostenibilità ambientale, all’incentivazione dell’uso di tecnologie green e soluzioni energetiche rinnovabili, alla riduzione dell’impronta di carbonio delle attività industriali e al miglioramento dell’efficienza energetica, oltre all’inclusione sociale e alla parità di genere.
Altri punti sono favorire l’inclusione delle donne e dei giovani nel settore tecnologico e industriale, promuovere politiche aziendali che supportino la diversità e l’equità sul posto di lavoro, investire nella formazione continua dei lavoratori per sviluppare nuove competenze digitali, formazione e competenze, la creazione di percorsi di istruzione e formazione specifici per le nuove tecnologie.
REQUISITI NECESSARI.
Per accedere agli incentivi della Transizione 5.0 le aziende devono rispettare una serie di requisiti, tra cui: l’ordine deve essere effettuato entro una data precedente alla consegna, l’anticipo del 20% deve essere versato entro 30 giorni dall’autorizzazione del finanziamento, la consegna dei prodotti deve avvenire entro la fine dell’anno specificato, la certificazione dei consumi deve essere richiesta per attestare il consumo di risorse.
Per quanto riguarda le aliquote del credito d’ imposta, che variano in base alla percentuale di risparmio energetico, se il risparmio è almeno del 3% (sull’unità produttiva) oppure del 5% (sui processi) si ottiene il 35% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, il 15% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro, e il 5% oltre i 10 milioni di euro.
Se il risparmio è superiore al 6% (sull’unità produttiva) o al 10% (sui processi) le aliquote si alzano e sono del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 20% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro, 10% oltre i 10 milioni di euro. Ancora più alte se il risparmio energetico è superiore al 10% (sull’unità produttiva) o al 15% (sui processi): 45% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 25% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni, 15% oltre i 10 milioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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