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Non solo Caivano. Il piano di rilancio e riqualificazione delle periferie si sostanzia di un programma ambizioso che va ben oltre il limite temporale del 2026 (termine indicato per il completamento dei progetti finanziati con fondi Pnrr) ma ha un orizzonte fino al 2030 e abbraccia i quartieri Scampia e Barra-San Giovanni di Napoli, i comuni di Cardito, Casalnuovo, Melito, Grumo Nevano, Frattamaggiore, Ercolano, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Afragola, Marigliano, Casoria e Giugliano nell’area partenopea; Aversa, Teverola, San Felice a Cancello, Maddaloni, Marcianise, Castel Volturno e Mondragone in provincia di Caserta (incluso anche il capoluogo di Terra di Lavoro); Montoro in provincia di Avellino; Eboli, Pontecagnano, Scafati, Nocera, Cava de’ Tirreni, Sarno e Pagani in provincia di Salerno. Insomma, passa da qui la possibilità concreta di cancellare il degrado delle periferie, il decadimento delle strutture scolastiche, l’arretratezza della rete stradale. Lo si evince consultando dati e tabelle elaborati dalla direzione centrale per la finanza locale del ministero dell’Interno confluiti nel data-base del Dipartimento Affari interni e territoriali del Viminale. Tre gli assi portanti individuati per l’assegnazione delle risorse: riqualificazione urbana, sicurezza sismica e strutturale degli edifici scolastici, ammodernamento della rete viaria e servizi. 

Napoli e area metropolitana 

Mentre il capoluogo regionale attende la fase di start up conseguente al finanziamento di 1,2 miliardi per il rilancio di Bagnoli, restano cantierati i 73 progetti (valore 751 milioni di euro a valere sul Pnrr) per l’efficientamento delle reti informatiche, per la mobilità di base, per la riqualificazione urbana e i parcheggi, la logistica, i sottoservizi, l’illuminazione e la sicurezza stradale. Grande slancio promette inoltre il piano ReStart Scampìa, con una dotazione finanziaria di 159 milioni e l’obiettivo della demolizione di due Vele, la riqualificazione a scopo di utilizzo sociale della cosiddetta Vela Celeste e la costruzione di 215 nuovi alloggi (ma il piano punta ad ampliare la disponibilità abitativa fino a 433 nuove case) in linea con i moderni requisiti di efficientamento energetico. Insomma, una prospettiva nuova che si coniuga con l’attivazione, da ottobre 2022, del polo universitario della Federico II. Schema simile per l’area est in zona Taverna del Ferro: budget di 107 milioni, abbattimento di vecchi edifici e realizzazione di 28 nuove palazzine con appartamenti di circa 85-95 mq calpestabili ciascuno. La transizione ecologica passa anche per una mobilità sostenibile: l’investimento è di quasi 300 milioni per l’acquisto e la manutenzione di bus elettrici impegnati nel ciclo urbano. 

Campania

Il «Modello Caivano» è la fonte di ispirazione ma è chiaro che non c’è e non potrà esserci un decreto ad hoc per ogni centro dell’ampio agglomerato dell’area metropolitana di Napoli e degli altri comuni ricadenti nella provincia partenopea e nelle altre province della Campania. In ogni caso, lo schema che il governo intende replicare è questo: sinergia tra istituzioni centrali e locali, coinvolgimento delle realtà formative e delle agenzie educative territoriali (università, uffici scolastici provinciali), condivisione con le realtà sportive e del terzo settore. È, insomma, la sintesi che si sta realizzando ad Afragola dove un maxi-complesso edilizio (tre unità immobiliari tra cui Villa Moccia) acquisito al patrimonio dello Stato diventerà un polo di ricerca e formazione superiore «suddiviso» tra università Federico II, Vanvitelli e Parthenope. Resta, poi, da rilanciare la disponibilità logistica delle strutture destinate a ospitare le scuole elementari e medie. Questo è l’aspetto più delicato perché incide direttamente sulla carenza dell’offerta educativa in territori assai spesso caratterizzati da degrado sociale, precarietà economica e aggressione criminale. Fenomeno accompagnato dai numeri sull’evasione dell’obbligo scolastico: al Tribunale dei minorenni di Napoli sono arrivate nei primi tre mesi del 2024 663 segnalazioni di studenti inadempienti all’obbligo scolastico, quasi la metà rispetto al 2023, quando furono 1.170; dalla provincia, invece, il calo è meno netto: sono 1.198 gli inadempienti nel 2024, mentre lo scorso anno furono 1.595. Numeri molto alti di studenti segnalati al Tribunale dei minorenni anche nei comuni di Afragola, Giugliano, Torre Annunziata, Caivano, Pomigliano d’Arco, Casoria, Ercolano, Marigliano. La dispersione scolastica è quasi sempre specchio di degrado sociale e infiltrazioni criminali, spaccio di droga e reclutamento di manovalanza spicciola da utilizzare in attività illegali. Ecco perché i piani di rilancio sono concentrati, per esempio, sul rione Salicelle di Afragola, che dista appena quattro chilometri dal Parco Verde di Caivano, dove progetti di riqualificazione territoriale e controllo sono più che urgenti: palestre, centri di aggregazione ma anche illuminazione e rifacimento delle strade. Provvedimenti simili riguardano anche il rione Casacelle di Giugliano, parco Penniniello e rione Poverelli a Torre Annunziata, rione 219 e rione Iacp a Pomigliano, Arpino di Casoria, rione Trentola a Ercolano, rione Pontecitra a Marigliano. Nel Casertano i progetti riguardano principalmente Aversa, Maddaloni, San Felice a Cancello e Teverola, nel Salernitano in particolare Nocera Inferiore, Pontecagnano e Scafati. Nel riparto dei fondi la parte del leone la fa la provincia di Napoli che nel Piano periferie può contare su un budget di 351 milioni con un «piccolo» primato: è quello segnato dal comune di Cardito che si vede assegnata una quota di 52 milioni pur non essendo un capoluogo di provincia. 

Pnrr 

Per tutte le amministrazioni locale interessate – certifica l’ultimo report della direzione Finanza locale del ministero dell’Interno pubblicato lo scorso 23 maggio – è stata sbloccata la quota di anticipazione degli importi, maggiorata del 30%, dopo il via libera della Ragioneria generale dello Stato. Si tratta delle risorse previste dalla Missione 5 del Pnrr (Infrastrutture, risorse per lo sviluppo sociale e per la coesione territoriale). Gli importi variano dai 20mila ai 450mila euro in base allo stato di avanzamento dei progetti. Stando ai dati del Dipartimento, per gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana, è stato erogato un importo totale in tutta Italia pari a 439.914.782,81 euro a valere sulle disponibilità del Pnrr in favore di 418 enti. L’accertamento è aggiornato al 30 aprile 2024. 



 

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