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Conferenza di Salvini: “Ora Parlamento utilizzi i due mesi previsti per approvare definitivamente un testo che aiuterà milioni di italiani”.

Roma – “Abbiamo costruito il decreto in un anno di collaborazione” con le imprese e le categorie di settore ed “è già in vigore”. Matteo Salvini parlando del dl ‘Salva Casa’, in una conferenza stampa ad hoc spiega che per la conversione in legge “si parte dalla Camera. L’11 giugno si inizia in Commissione, il Parlamento è sovrano”. Il Decreto Salva Casa ha rimodellato il Testo Unico Edilizia per quanto riguarda, tra l’altro, l’edilizia libera, i cambi di destinazione d’uso, le tolleranze costruttive ed esecutive, la sanatoria delle parziali difformità, lo stato legittimo dell’immobile. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 maggio e in vigore dal 30 maggio 2024, il decreto Salva Casa ha operato un ‘maquillage’ non indifferente al Testo Unico Edilizia.

A chi gli domanda se sia possibile la fiducia sul dl Salva casa se non si trovasse un accordo, Salvini
risponde auspicando che “se il Parlamento deve litigare e dividersi lo faccia su altro e non sulla casa degli italiani”. “Spero – riprende – che non sia la casa il terreno di scontro politico in Parlamento, conto che ci sia un accordo già a livello di Commissione”. Un domani, chiuso il ‘Salva-casa’, e “ampliato il perimetro occupandoci anche di edilizia popolare, edilizia sociale, edilizia residenziale pubblica, magari, perché no, potremmo anche aggiungere al ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, anche la ‘E’ di edilizia”, fa notare il leader del Carroccio. “Quindi passare da Mit a Mite perché ci facciamo pienamente carico dell’onore e dell’onere di presidiare, difendere, valorizzare il patrimonio abitativo ed edilizio italiano”.

Salvini e il decreto salva casa

“Me lo chiedono tante categorie professionali – ha aggiunto – che vogliono un unico ministero di riferimento per quello che riguarda l’edilizia”. E ancora, “mi auguro che il Parlamento utilizzi i due mesi previsti dalla norma per approvare definitivamente un decreto che aiuterà in concreto alcuni milioni di italiani, che aiuterà a contenere il costo degli affitti e del mattone. Questa è la politica dei fatti, della realtà, della vita quotidiana, costruita in quasi un anno di percorso con tutte le categorie professionali che hanno a che fare con il settore casa”. Il decreto vuole rimettere sul mercato tutti quelli immobili penalizzati da piccole difformità a fronte del pagamento di una sanzione. Gli introiti delle sanzioni poi potranno essere utilizzati per la demolizione di opere abusive o iniziative di rigenerazione urbana.

Per regolarizzazione le piccole difformità, ma anche per interventi più rilevanti a patto che rispettino le nuove tolleranze costruttive, si dovrà presentare una Scia o un permesso di costruire in sanatoria, venendo meno in molti casi il paletto della doppia conformità. Tutto ciò pagando una sanzione “pari al doppio dell’aumento del valore venale dell’immobile conseguente alla realizzazione degli interventi”, compresa tra 1.032 euro e 30.987 euro. Erano previste sanzioni anche per la sanatoria con la doppia conformità, ma prima valeva il principio del silenzio rigetto adesso è stato introdotto quello del silenzio-assenso. L’istanza quindi si considera accettata dopo 45 giorni dalla richiesta di permesso di sanatoria, dopo 30 giorni per la Scia (Segnalazione certificata di Inizio Attività) a cui vanno aggiunti altri 180 giorni in caso di immobili soggetti a vincolo paesaggistico.

Questa nuovo modus operandi dovrebbe certamente liberare gli uffici tecnici dei comuni già sommersi dalle pratiche edilizie, svincolando gli immobili invendibili a causa di irregolarità costruttive di piccole e media entità. Poiché però il provvedimento riguarda unicamente sugli abusi commessi fino al 24 maggio 2024 e relativi a immobili costruiti dopo il 1977, non è detto che tutti i proprietari di questi immobili siano interessati a procedere con la sanatoria/sanzione, fatto salvi naturalmente coloro che hanno già una domanda in corso, perché non è detto che tutti i proprietari siano effettivamente interessati a rimettere sul mercato l’immobile caratterizzato da piccole difformità.

Quindi sulla carta c’è il via libera alla regolarizzazione di finestre prima inesistenti, alle modifiche ai tramezzi, all’aggiunta di elementi strutturali o architettonici non documentati, nella pratica potrebbero restare tali, perché non vi sarebbe alcun obbligo a procedere ma solo una opportunità. Il Dl Salva Casa oltre a consentire di sanare le difformità “lievi” interne all’abitazione amplia gli interventi che possono essere eseguiti in edilizia libera, ovvero che non richiedono nessun titolo abilitativo o permesso, come l’installazione di pompe di calore, interventi di manutenzione ordinaria, la rimozione di barriere architettoniche, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche e tanto altro.

Rientrano nell’edilizia libera anche l’istallazione di tende da sole, tende a pergola con telo retrattile, tende a pergola con elementi di protezione solare mobili. La sanatoria 2024 facilita inoltre il cambio di destinazione d’uso senza opere edilizie, come per esempio la possibilità di trasformare un ufficio in residenza soprattutto se, questo mutamento di destinazione è conforme a quella prevalente nelle altre unità immobiliari presenti nell’immobile.

 

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