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Quando si decide di avviare un’attività in proprio, una delle preoccupazioni principali riguarda i contributi previdenziali e la futura pensione. Spesso si sente dire che i lavoratori autonomi non avranno una pensione adeguata, ma questa è una convinzione errata. Infatti, i lavoratori autonomi, inclusi quelli che operano nel regime forfettario, sono tenuti a versare i contributi per garantirsi una pensione in futuro.

Infatti, nel regime forfettario, così come negli altri regimi fiscali esistenti in Italia, è importante essere regolari nel versamento dei contributi previdenziali all’INPS. Questo aspetto è cruciale non solo per mantenere in ordine la propria posizione contributiva, ma anche per evitare sanzioni e interessi di mora (al riguardo segnaliamo che Giampiero Teresi espone in maniera dettagliata le conseguenze di non pagare i contributi INPS per una partita Iva) che possono accumularsi nel tempo, andando a complicare la gestione generale dell’attività.

Vediamo nel dettaglio a quanto ammontano i contributi da versare e come si calcolano nel regime forfettario.

Contributi INPS: un obbligo per tutti i lavoratori autonomi

I contributi INPS sono obbligatori per tutti coloro che possiedono una partita IVA, compresi quelli che operano sotto il regime forfettario. Questi contributi non devono essere visti come una tassa, ma piuttosto come un investimento per la propria pensione. Essi verranno restituiti sotto forma di pensione una volta terminata la carriera lavorativa.

Ma quanto si paga di contributi INPS nel regime forfettario? La risposta varia a seconda della categoria di lavoratore autonomo a cui si appartiene. Esistono infatti tre principali categorie: artigiani e commercianti, liberi professionisti senza cassa e liberi professionisti con cassa.

Contributi INPS per artigiani e commercianti

Gli artigiani e i commercianti che operano in regime forfettario devono iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS. Questa categoria prevede il pagamento di contributi fissi annuali, indipendentemente dal reddito percepito.

Nel 2024, il reddito minimale su cui si calcolano i contributi è di 18.415 euro. Anche se si guadagna meno o non si guadagna affatto, i contributi partono da questo valore.

Per il 2024, i contributi fissi INPS sono:

  • Artigiani: 4.427,04 euro all’anno (4.371,80 euro per chi ha meno di 21 anni)
  • Commercianti: 4.515,43 euro all’anno (4.460,19 euro per chi ha meno di 21 anni)

Se la partita IVA viene aperta durante l’anno, l’importo dei contributi fissi viene proporzionato ai mesi di effettiva apertura. Ad esempio, per un mese, gli artigiani pagano 368,92 euro e i commercianti 376,29 euro.

Oltre ai contributi fissi, se il reddito supera il minimale di 18.415 euro, si applica un’aliquota percentuale sul reddito eccedente. Fino a 55.008 euro di reddito, le aliquote sono:

  • Commercianti: 24,48% (24,18% per chi ha meno di 21 anni)
  • Artigiani: 24% (23,70% per chi ha meno di 21 anni)

Per i redditi superiori a 55.008 euro, le aliquote aumentano di un punto percentuale:

  • Commercianti: 25,48% (25,18% per chi ha meno di 21 anni)
  • Artigiani: 25% (24,70% per chi ha meno di 21 anni)

È possibile richiedere una riduzione del 35% dei contributi per gli artigiani e i commercianti in regime forfettario.

Scadenze per il versamento dei contributi

I contributi fissi INPS per artigiani e commercianti vengono versati trimestralmente. Le scadenze per il 2024 sono:

  • 16 maggio 2024 (gennaio-marzo)
  • 20 agosto 2024 (aprile-giugno)
  • 18 novembre 2024 (luglio-settembre)
  • 17 febbraio 2025 (ottobre-dicembre)

I contributi eccedenti il minimale seguono le stesse scadenze delle imposte sui redditi:

  • 30 giugno 2025 (saldo 2024 e primo acconto 2025)
  • 30 novembre 2025 (secondo acconto 2025)

Contributi INPS per liberi professionisti con cassa

I liberi professionisti iscritti ad un Albo Professionale (ad esempio avvocati, medici, ingegneri) non versano i contributi all’INPS ma alle casse previdenziali di riferimento. Ogni cassa ha le proprie regole e scadenze, ma generalmente si versano:

  • Contributo soggettivo: una quota minima calcolata come percentuale del reddito, dovuta anche in assenza di guadagni.
  • Contributo integrativo: una percentuale del reddito lordo (solitamente tra il 2% e il 5%), addebitata al cliente in fattura.
  • Contributo di maternità: una quota fissa destinata a finanziare la maternità/paternità dei colleghi iscritti alla cassa.

Contributi INPS per professionisti senza cassa

Per le professioni senza Albo (come traduttori, consulenti, web designer) esiste la Gestione Separata INPS. I professionisti iscritti a questa gestione non devono versare contributi fissi, ma solo una percentuale sul reddito prodotto.

Nel 2024, l’aliquota è del 26,07% del reddito imponibile. Le scadenze per il versamento dei contributi alla Gestione Separata INPS sono:

  • 30 giugno (saldo dell’anno precedente e primo acconto per l’anno in corso)
  • 30 novembre (secondo acconto per l’anno in corso)

Che si tratti di artigiani, commercianti o liberi professionisti, ogni categoria ha regole specifiche da seguire. Informarsi adeguatamente e utilizzare gli strumenti giusti può aiutare a gestire al meglio le proprie finanze e a non trovarsi impreparati di fronte agli obblighi contributivi.

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