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I Frontalieri sono persone quanto meno “curiose”, considerati dei privilegiati dalla gran parte dei residenti delle Province di Varese e Como e demonizzati senza sconti dai Ticinesi che li accusano di Dumping salariale e dei “ruba lavoro”, ma qual è la verità?

Se c’è qualcosa che rende giustizia alla verità questi sono i “numeri”, i numeri non mentono mai.

I Frontalieri Italiani in Canton Ticino sono circa 78’000, guadagnano in media 3’641 Franchi al mese che al cambio attuale di 1 a 1 fanno esattamente 3’641 Euro per i Frontalieri del “vecchio ordinamento” e 3’163 Euro per quelli del nuovo ordinamento (entrato in vigore a Gennaio 2023).

Essendo il vecchio ordinamento la quasi totalità (per il momento) dei frontalieri presenti in Canton Ticino, possiamo dire che ogni mese i frontalieri guadagnano 283’998’000 milioni di € che all’anno fanno 3 miliardi e 550 milioni di Euro in salari ogni anno.

Questo significa che nelle case delle 2 province Lombarde di maggior provenienza (Varese e Como) ogni anno arrivano 3 MILIARDI e MEZZO di € in stipendi.

Questa è una delle ragioni per le quali Varese e Como sono così in alto nella classifica del Sole 24 ore per ricchezza e spesa pro-capite.

Questi risorse economiche infatti vengono riversate per la quasi totalità sul territorio delle 2 province di provenienza sotto forma di spese correnti, acquisto di beni di consumo (Alimentari ed abbigliamento), servizi (diagnostica, cultura, corsi di formazione, etc. etc.), beni durevoli (case, auto, elettrodomestici, arredamento, etc. etc.) generando un gettito fiscale IVA che diversamente NON ci sarebbe sul territorio ed è facile intuire quante siano le realtà nelle 2 province che chiuderebbero senza questa capacità di spesa.

Ma è tutt’oro? Io me lo sono chiesto più volte avendo cari amici e conoscenti che vivono la vita del pendolare in Svizzera e la risposta che ho ottenuto è CERTAMENTE NO!

I Frontalieri vengono spesso utilizzati, un po’ come accade in tutti i Paesi Europei, anche in Svizzera per rivestire prevalentemente mansioni di “manovalanza” ma complice la crisi economica pre e post Covid, oggi rivestono spesso posizioni manageriali, costituendo un vero e proprio booster per l’economia Ticinese che potendo scegliere ha portato casa creatività, Know How e competenze che stanno facendo “correre” verso il futuro il manifatturiero Svizzero, il tutto a fronte di “condizioni particolari” poste delle aziende Svizzere e infiniti tragitti in auto che spesso superano le 3-4 ore al giorno, causati anche dall’inadeguatezza delle infrastrutture pubbliche.

Durante questi incontri ho scoperto che molti lavoratori frontalieri conducono una vita al limite della vivibilità e spesso questo limite lo superano, non sono rari i casi di Burn-Out e/o di malattie causate dell’elevato carico di stress, e dalle tensioni famigliari causate da questo stile di vita “al limite”.

Ma l’alternativa non è altrettanto soddisfacente, in Italia il lavoro è sceso molto, anche se ultimamente è in controtendenza il livello occupazionale e anche laddove lo si trovi condizioni contrattuali e salariali sono spesso non adeguate alle aspettative.

Cambiando prospettiva ed osservando il fenomeno da amministratore pubblico constato che Il valore dei ristorni dei frontalieri si avvicina ormai alla cifra di 150 milioni di Franchi, ed il gettito fiscale alle casse Italiane che generano sui nostri territori sfiora il MEZZO MILIARDO di Euro.

Quindi mi sono chiesto cosa potrei fare io? Come posso preservare questa risorsa salariale che genera ricchezza sul territorio attraverso la spesa corrente e gettito fiscale attraverso i ristorni?

Sicuramente NON vessarli con Gabelle punitive, anche perché sono perfettamente cosciente che comunque questi stipendi, venendo spesi sui territori, generano un gigantesco gettito fiscale che tiene in moto la “macchina pubblica”.

Ho individuato attraverso dei miei collaboratori alcuni progetti, per “alleggerire” il carico di Stress che di queste persone e favorire l’Interazione territoriale con il vicino ed amico Canton Ticino.

Un progetto più di altri vedrebbe una non semplice realizzazione ma di sicuro grosso impatto sotto tutti i punti di vista.

Il Progetto ambizioso prevederebbe la bonifica ed il recupero dell’area dismessa prospicente all’Iper di Varese ovvero l’EX-SIOME (bonifica già finanziata dalla regione Lombardia per 6 milioni di Euro), ed il seguente DOPPIO AUTOSILO o HUB autostradale-ferroviario che attraverso il ripristino e recupero della Ferrovia della VALMOREA per scopi funzionali e non turistici, al pari della metropolitana leggera presente fra Ponte Tresa e Lugano potrebbe alleggerire il super-congestionato traffico della A2 fra Chiasso e Lugano, che oggi ha tempi di percorrenza medi di 3/4 ore fra andata e ritorno.

Ho preso contatto con le autorità locali Ticinesi, che si sono dimostrate immediatamente disponibili a discutere questo progetto InterReg mostrando un forte interesse.

La copertura delle spese infrastrutturali sarebbe a più voci e non è esclusa una qualche disponibilità della vicina Svizzera.

Finanziamenti Europei e Regionali per il recupero dell’area e della linea ferroviaria esistente ed un piano di finanziamento privato che utilizzerebbe le marginalità di esercizio su 30 anni per pagare la struttura multipiano che dovrebbe ospitare non meno di 2500/4000 veicoli.

Un futuro migliore è possibile ed è lì davanti a noi e se lo vogliamo dobbiamo andare in Europa insieme e prendercelo.

Marco Colombo
Candidato al Parlamento Europeo



 

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