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Nessuna sorpresa da Francoforte, nonostante la piccola recente fiammata dell’inflazione. Infatti il Consiglio direttivo della Bce ha deciso oggi di tagliare di 25 punti i tre tassi di interesse di riferimento. Con questo intervento – la prima riduzione dei tassi da settembre 2019 e dopo una serie record di 10 rialzi consecutivi – i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale scendono rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 12 giugno 2024.

La Bce ha deciso di tagliare i tassi di 25 punti dal momento che “sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati”. Nel comunicato finale della riunione del Consiglio direttivo si sottolinea come da settembre 2023 “l’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono migliorate notevolmente. Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti. La politica monetaria ha mantenuto restrittive le condizioni di finanziamento”. “Frenando la domanda e facendo sì che le aspettative di inflazione restassero ben ancorate – aggiunge l’Eurotower – ciò ha contribuito in misura rilevante al rientro dell’inflazione”.

Nonostante il netto calo dell’inflazione, la Bce lamenta che “malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”. Queste tensioni- si sottolinea nel comunicato finale del Consiglio – si riflettono nelle ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e quella di fondo che “sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto alle proiezioni di marzo. Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026”.

Migliorano invece le stime sul Pil, infatti la Bce si attende che la crescita economica aumenti allo 0,9% nel 2024 (+0,3 punti sulle previsioni precedenti), all’1,4% nel 2025 (-0,1 punti) e all’1,6% nel 2026 (stabile).Adnkronos

 

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