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La discriminazione ragazzi disabili nello sport porta, in molti casi, alla rinuncia alla pratica sportiva. Una sentenza significativa della Corte d’Appello di Torino ha obbligato la Federazione Ciclistica Italiana a smettere di discriminare un ragazzo disabile. Vediamo i dettagli della sentenza e perché è importante conoscerla (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104categorie protettediritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Discriminazione ragazzi disabili nello sport: una sentenza prova a fermarla

La Corte d’Appello di Torino, Terza Sezione Civile, con la sentenza n. 507/2024 ha respinto il ricorso presentato dalla Federazione Ciclistica Italiana contro l’ordinanza emessa il 13 febbraio 2023 dal Tribunale Civile di Biella.

Questo giudizio, avviato secondo l’articolo 702 bis del codice di procedura civile, è stato promosso dal padre di un ragazzo con disabilità intellettiva e relazionale, in qualità di tutore legale del figlio, allora minorenne. Il Tribunale aveva ordinato alla Federazione di cessare le azioni discriminatorie contro il giovane, rimuovendo gli ostacoli che gli impedivano di praticare il ciclismo a livello agonistico.

Questa decisione della Corte d’Appello conferma una ordinanza unica nel suo genere, la prima in Italia a obbligare una Federazione Sportiva a interrompere un comportamento discriminatorio nei confronti di un ragazzo con disabilità.

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La vicenda

Nel 2019, un ragazzo con un disturbo dello sviluppo e una grande passione per il ciclismo ha scoperto, insieme ai suoi genitori e alla società sportiva per cui gareggiava, che poteva partecipare alle gare con i suoi coetanei senza bisogno di un accompagnatore.

La società sportiva ha quindi iniziato a raccogliere tutte le informazioni necessarie per permettergli di realizzare questo desiderio.

Dopo aver completato tutte le formalità, il ragazzo ha fatto una visita medica presso l’Istituto di Medicina dello Sport di Torino e ha ottenuto un certificato che diceva che era idoneo per fare ciclismo agonistico.

La società sportiva ha quindi chiesto alla Federazione Ciclistica Italiana di registrare il ragazzo come atleta nella categoria Junior Sport, non più come atleta con disabilità intellettiva.

La Federazione inizialmente ha accettato la richiesta, ma poi l’ha annullata chiedendo di vedere il certificato medico, che è stato subito inviato.

Nonostante vari tentativi di risolvere la situazione, la questione è finita prima al Tribunale di Biella e poi alla Corte d’Appello di Torino.

I motivi dell’appello della Federazione sportiva

La Federazione dice che lo sport ha delle regole sue, diverse dalle leggi generali, e che chi ha una disabilità ha il diritto di partecipare a gare sportive con altre persone con disabilità, ma non per forza con persone senza disabilità.

La Federazione ha ricevuto una lettera dal Presidente della FISDIR che sostiene queste idee e chiede che venga usata come prova nel processo.

Ci sono quattro motivi del ricorso della Federazione:

  1. Il Tribunale di Biella non ha abbastanza prove per dire che il giudice ordinario può decidere su questo caso.
  2. La certificazione medica del ragazzo non è stata valutata correttamente.
  3. Non sono state ammesse le prove presentate dalla Federazione.
  4. Il procedimento doveva essere interrotto quando il ragazzo è diventato maggiorenne.

La difesa risponde dicendo che la Federazione usa termini discriminatori comeaffetto da disabilità“.

Sottolinea anche che il ragazzo ha i requisiti per partecipare alle gare e che dovrebbe avere le stesse opportunità di tutti. Dice anche che altre federazioni accettano atleti con lievi disabilità.

La difesa contesta i motivi della Federazione:

  1. Il primo motivo non è accettabile.
  2. Il ragazzo è fisicamente idoneo.
  3. I documenti della Federazione sono generici e irrilevanti.
  4. Il fatto che il ragazzo sia diventato maggiorenne non ha rilevanza processuale se non dichiarato dal difensore.
Discriminazione ragazzi disabili nello sport
Discriminazione ragazzi disabili nello sport. Nella foto: un ragazzo in sedia a rotelle gioca a tennis.

La decisione della Corte d’Appello sulla discriminazione ragazzi disabili nello sport

La Corte ha esaminato il caso presentato dalla Federazione Ciclistica Italiana (F.C.I.) e ha deciso di non accettare le loro richieste perché non hanno fornito motivazioni sufficienti.

La Federazione voleva che il processo finisse, sostenendo che il giovane coinvolto praticava un altro sport e che il suo certificato medico era scaduto.

La Corte ha spiegato che queste ragioni non sono sufficienti per terminare il caso, soprattutto perché il giovane ha ancora i requisiti per fare ciclismo agonistico.

Inoltre, il fatto che il giovane sia diventato maggiorenne non cambia la validità del processo iniziato quando era ancora minorenne.

La Corte ha ricordato che anche se lo sport ha delle sue regole interne, i casi di discriminazione, come quello in questione, possono essere giudicati dai tribunali ordinari.

Alcuni documenti presentati dalla F.C.I. sono stati rifiutati perché presentati in ritardo o creati apposta per l’appello, mentre i nuovi documenti presentati dalla difesa del giovane sono stati accettati. Questi documenti mostrano che il giovane è idoneo a praticare sport agonistico e a prendere la patente di guida.

Infine, la Corte ha respinto molte delle motivazioni della F.C.I., confermando la decisione del tribunale di primo grado e ordinando alla Federazione di pagare le spese legali.

La normativa che tutela la discriminazione ragazzi disabili nello sport

Praticare uno sport non è solo un piacere, ma un diritto fondamentale, aperto a tutti, indipendentemente dalle sfide che la vita può porre di fronte. Normative nazionali e internazionali sanciscono e proteggono questo diritto:

  • Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata in Italia nel 2009): al suo interno, l’articolo 30 mette in evidenza l’importanza della partecipazione alla vita culturale, ricreativa e sportiva per le persone con disabilità. Incoraggia gli Stati ad eliminare le barriere che impediscono loro di partecipare pienamente a queste attività.
  • Legge 104/92 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità): questa legge nazionale garantisce la protezione e la promozione dei diritti delle persone con disabilità. In vari articoli, affronta la questione del diritto allo sport per queste persone e dell’eliminazione delle barriere architettoniche che ostacolano il loro accesso alle strutture sportive.

Cosa fa il Comitato Paraolimpico italiano

Il Comitato Paralimpico Italiano (CIP) è l’organizzazione ufficiale per lo sport praticato da persone con disabilità, sia a livello regionale che nazionale. Fondato nel 2017 tramite un decreto, il CIP ha il compito di:

Organizzare e gestire le attività sportive per disabili in Italia, sia a livello agonistico che amatoriale.

  • Supportare gli atleti di alto livello e prepararli per partecipare alle Paralimpiadi.
  • Promuovere l’accessibilità allo sport e garantire opportunità paritarie per tutti.
  • Fornire assistenza e sostegno alle associazioni, federazioni e enti riconosciuti dal CIP.
  • Prendere provvedimenti per contrastare la discriminazione nello sport attraverso iniziative apposite.

FAQ sui bonus per persone con disabilità grave regionali

A quali bonus regionali per persone disabili potrei avere accesso?

Molte regioni italiane offrono bonus e agevolazioni fiscali per le persone con disabilità. Questi possono includere esenzioni fiscali, detrazioni, o bonus specifici per facilitare l’accesso a servizi e supporti.

Come posso verificare la mia idoneità per i bonus regionali per persone disabili?

Solitamente, l’idoneità è basata sulla presenza di una disabilità certificata. Sarà necessario presentare la documentazione medica richiesta per dimostrare la condizione di disabilità e accedere ai benefici.

Quali documenti devo presentare per richiedere i bonus regionali?

Di solito, sarà necessario fornire documenti ufficiali che attestino la disabilità, come certificati medici o relazioni di specialisti. Potrebbe essere richiesta anche la presentazione di documenti fiscali e di residenza.

Dove posso ottenere informazioni dettagliate sui bonus nella mia regione?

Le informazioni specifiche sulle agevolazioni fiscali per le persone disabili sono disponibili presso gli uffici delle entità fiscali regionali o nazionali. Puoi anche contattare associazioni per persone con disabilità o consultare siti web governativi.

Come richiedo i bonus regionali per persone disabili?

Le procedure di richiesta possono variare, ma di solito è necessario compilare un’apposita domanda e presentarla presso gli uffici competenti. Verifica i requisiti specifici e i moduli necessari nella tua regione.

C’è un limite di reddito per accedere ai bonus?

Alcune agevolazioni possono essere soggette a limiti di reddito. Verifica se esistono tali limiti e se la tua situazione finanziaria rientra nei parametri stabiliti.

Esistono bonus regionali per l’acquisto di ausili o attrezzature per disabili?

In molte regioni, ci sono incentivi finanziari per l’acquisto di ausili, attrezzature mediche o veicoli adattati. Controlla se la tua regione offre tali benefici.

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