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Ecco cosa sappiamo sulle nuove regole relative a superbonus e altri bonus edilizi, dopo il decreto varato dal governo Meloni in Consiglio dei ministri. Cessione del credito e sconto in fattura non saranno più possibili, ma con alcune eccezioni se i lavori sono già iniziati o il contratto è stato firmato. Per comunicare le spese effettuate nel 2023, l’unica scadenza resta quella del 4 aprile 2024.

Niente più sconto in fattura e cessione del credito, né remissione in bonis, per quasi tutti coloro che stanno utilizzando un bonus edilizio (incluso il superbonus 110%). La bozza del nuovo decreto stabilisce chi si salva dal nuovo ‘taglio’ e chi no, anche se fino alla pubblicazione ufficiale le cose potrebbero cambiare. Nel corso del Consiglio dei ministri, durato oltre due ore, il governo Meloni ha approvato un nuovo dl che riguarda i bonus edilizi, su proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. L’intenzione dietro il provvedimento è quella di ridurre i costi, chiudendo la possibilità di usare agevolazioni come lo sconto in fattura.

Chi potrà ancora usare lo sconto in fattura

Per tutti gli interventi successivi all’entrata in vigore del nuovo decreto, non sarà più possibile usare né la cessione del credito né lo sconto in fattura. Questo vale per tutti i tipi di interventi che ancora lo prevedevano: il bonus barriere architettoniche, ma anche i lavori per enti del Terzo settore e gli interventi di recupero e ricostruzione di edifici nelle zone colpite da terremoti. L’unica eccezione, come detto, riguarda i lavori precedenti all’entrata in vigore del decreto. Questa entrata in vigore non è ancora avvenuta, dato che il testo non è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma in teoria dovrebbe trattarsi di una questione di pochi giorni.

La bozza del decreto, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, dà un esenzione anche tutti coloro che hanno già formato un contratto, che quindi potranno esercitare lo sconto in fattura e la cessione del credito se per il loro intervento era previsto che fosse possibile. Con un’eccezione: il contratto già firmato non sarà valido per i lavori scontati con il superbonus.

Non solo. ‘Sfugge’ al blocco dello sconto in fattura anche chi ha presentato un titolo, come la Cilas (che per i lavori in condominio deve accompagnarsi anche alla delibera condominiale), o chi ha già richiesto un titolo abilitativo per le demolizioni con ricostruzione, o comunque ha fatto richiesta per il titolo collegato al tipo di intervento che deve svolgere. Tutte queste categorie potranno continuare a usare gli sconti in fattura.

Cosa cambia per i crediti d’imposta

Con l’entrata in vigore del decreto, scatterà anche una novità che riguarda i crediti d’imposta legati ai bonus edilizi. Infatti, questi saranno sospesi per chi ha debiti con lo Stato relativi a imposte erariali, oppure ad atti dell’Agenzia delle Entrate, per più di 10mila euro. Se l’entità del debito supera questa somma, i termini di pagamento sono scaduti e non ci sono provvedimenti speciali in corso (come una sospensione, o piani per il pagamento a rate del debito), allora i crediti d’imposta per bonus edilizi saranno congelati e non potranno essere riscossi fino a quando il debito non sarà saldato.

Quali altre agevolazioni spariscono e quando sono le nuove scadenze

Il decreto cancella anche la cosiddetta remissione in bonis. Questa consentiva, nella sostanza, di consegnare i documenti in ritardo relativi alle spese effettuate lo scorso anno, pagando una piccola sanzione da 250 euro. La remissione avrebbe permesso di avere tempo fino al 15 ottobre 2024, ma il governo ha deciso di accorciare i tempi. L’unica scadenza che resterà valida è quella che era già stata fissata inizialmente, cioè quella del 4 aprile. Poco più di una settimana dunque per inviare all’Agenzia delle Entrate tutti i dati sulle spese del 2023, anche per chi aveva contato di avere tempo fino a ottobre.

Per accedere ai bonus edilizi diventerà necessaria una dichiarazione preventiva, in cui si comunica di voler utilizzare una certa misura prima di aver inviato le fatture una volta che i lavori sono avviati. In più, il governo ha fatto sapere che ci saranno provvedimenti per ottenere più informazioni sugli interventi. Chi non trasmette queste informazioni potrà ricevere due tipi di sanzioni: se il lavoro è già avviato, una multa di 10mila euro; se il cantiere non è ancora partito, invece, la decadenza del bonus edilizio.

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