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Giovanni Sartori risponde al telefono per cortesia, ma continua a respingere sia gli assalti quasi quotidiani di Cristiano Giuntoli, che vorrebbe chiudere «l’operazione Calafiori alla Juventus» già prima dell’inizio degli Europei, sia gli inviti a cedere proprio alla Juve il difensore romano da parte del suo agente Alessandro Lucci. Che all’atto pratico nel giro di un’estate ha cambiato solo il destinatario delle sue preghiere: dieci mesi fa si presentò a Casteldebole chiedendo di far vestire Calafiori di rossoblù, considerato che il ragazzo voleva a tutti i costi lasciare il campionato svizzero e rientrare in Italia, anche se nessuno in A era disposto ad aprirgli le porte. In dodici mesi è tutto cambiato. 

Calafiori, gli scenari immaginati dal Bologna 

La prima condizione: Sartori è molto deciso perché ha alle spalle il pensiero sia della proprietà che della società, non a caso anche nelle ultime ore Claudio Fenucci ha assicurato che Calafiori è incedibile. La seconda: è immaginabile come Giuntoli abbia alle sue spalle il desiderio di Thiago Motta che vorrebbe continuare ad avere nella sua nuova squadra almeno il difensore rossoblù. Almeno sì, visto che il Milan sembra molto avanti rispetto alla Juventus per Joshua Zirkzee, l’altro gioiello del Bologna, arbitro, a differenza del difensore, del proprio destino. La terza: tutto fa credere che Lucci abbia alle spalle la volontà di Calafiori di seguire Thiago alla Juventus, anche se fin qua il difensore può averlo fatto solo capire la sua volontà ma non l’ha esplicitata. 

Il contratto lungo per Calafiori: l’arma del Bologna

Che il nodo Calafiori per il Bologna esista è sicuro, ma a dire la verità a Casteldebole nessuno se ne sta preoccupando. Perché è vero che quando un calciatore vuole andarsene trova tutti i modi e usa tutti i mezzi che ha a disposizione per vincere la sua battaglia, ma è vero anche che i dirigenti rossoblù confidano che il difensore romano non arrivi a puntare i piedi una volta rientrato dagli Europei, ricordando quello che il Bologna ha fatto per lui solo un anno fa e al tempo stesso si rendono conto di avere il coltello dalla parte del manico avendogli fatto sottoscrivere un’estate fa un contratto lungo, fino al 2028. Come dire: un conto era l’anno passato la posizione di Nicolas Dominguez che era in scadenza di contratto e un conto è quella di Calafiori. Sì, nessuno nega che sempre un anno fa il Bologna accontentò Jerdy Schouten cedendolo al Psv nonostante avesse un contratto lungo, ma l’olandese giocava da anni in rossoblù mentre Calafiori è a Bologna solo da una stagione. Dove vogliamo arrivare è facile: sapendo che la sua cessione abbasserebbe il tasso tecnico della squadra e al tempo stesso rappresenterebbe anche un segnale negativo sia agli occhi della stessa squadra che dell’ambiente, il Bologna non vuole sentire ragioni, e lo ha già comunicato sia a Giuntoli che a Lucci. 

Il prezzo di Calafiori: niente sconti alla Juve

Domanda: cosa succederebbe nel caso in cui più avanti Calafiori dicesse chiaro e tondo di voler andare alla Juventus, ritenendola (come da copione in questi casi) l’occasione della sua vita? A quel punto Il Bologna e Vincenzo Italiano dovrebbero decidere il daffarsi, sottolineando come un allenatore di solito non voglia mai avere nella propria squadra calciatori scontenti e con il muso lungo. Detto ciò, le soluzioni sarebbero due. La prima: arrivare anche al braccio di ferro e trattenere il calciatore per il contratto che ha in essere. La seconda: monetizzare al massimo la sua cessione, come due anni fa fece con Arthur Theate. Con il Rennes che in un primo momento non sembrava disposto a pagarlo 14 e poi arrivò a 21 milioni con bonus. Della serie: la Juve lo vuole fortissimamente per accontentare l’allenatore? E allora lo paghi quando chiede il Bologna, dai 45 ai 50 milioni. Perché è evidente che il prezzo (e magari anche un’eventuale contropartita tecnica) lo decidano Fenucci e Sartori e non Giuntoli. Che lo avrebbe fissato a 25.