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Giorgia Meloni si dice contro lo stop alla transizione elettrica per le auto entro il 2035. Il piano è “una follia ideologica” e secondo la premier deve essere corretto. Per farlo, il primo passo è quello di entrare in buon numero in Europa e promuovere la vociferata proroga alla misura.

La transizione all’auto elettrica e il blocco della produzione di veicoli a benzina e diesel entro il 2035 rappresentano una sfida complessa. Mentre la Commissione Europea spinge per un futuro a zero emissioni, le critiche e le incertezze sulla fattibilità del piano evidenziano la necessità di un approccio equilibrato. La revisione è prevista per il 2026, momento cruciale per determinare il percorso da seguire.

L’accordo sullo stop a diesel e benzina: le tempistiche del piano

La Commissione Europea ha approvato una serie di misure per ridurre le emissioni di CO2, prevedendo tra le altre cose il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035. È stata anche raggiunta una deroga per i carburanti sintetici.

Le principali tappe del piano includono il raggiungimento di emissioni zero al 2035 con la riduzione del 100% delle emissioni di auto e furgoni nuovi. Un obiettivo intermedio prevede la riduzione del 55% delle emissioni delle nuove auto entro il 2030, ma soprattutto monitoraggio continuo e valutazione dei dati per una revisione periodica del piano.

La flessibilità accolta per i carburanti sintetici non è l’unica. Le proposte di proroga si sono fatte sempre più numerose e rumorose, anche in merito al rischio di perdita dei posti di lavoro. Tra queste anche quelle di Giorgia Meloni.

Giorgia Meloni punta a  correggere il tiro su benzina e diesel

Giorgia Meloni ha espresso forti critiche verso la transizione all’elettrico, definendola “forzata” oltre che una “follia ideologica”. Secondo la leader di Fratelli d’Italia, la normativa del Green Deal europeo manca di pragmatismo e mette in pericolo intere filiere produttive senza considerare adeguatamente le implicazioni per l’industria automobilistica.

Meloni ha dichiarato in una recente intervista la necessità di agire con razionalità: “Riportare razionalità e pragmatismo nella transizione ecologica ed energetica”. Inoltre ha sottolineato come non ci sia una sola tecnologia da preferire e che sarebbe meglio puntare a diverse soluzioni per la decarbonizzazione.

Le affermazioni di Meloni riflettono una posizione conservatrice non dissimile da quella di Matteo Salvini.

Rinvio dello stop: sempre più vicina la decisione

L’Unione Europea ha previsto una revisione nel 2026 per valutare la fattibilità del divieto di vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha evidenziato l’importanza della revisione, che potrebbe portare a un rinvio del termine se gli obiettivi non risultassero praticabili.

Von der Leyen ha quindi sottolineato che la revisione del 2026 potrebbe portare a una modifica dei limiti, ma anche di voler garantire una maggiore possibilità di scelta ai consumatori e alle imprese.

Il rinvio dello stop al 2035 dipenderà dai progressi compiuti e dalle conseguenze socio-economiche. Gli ostacoli principali includono i prezzi elevati delle auto elettriche e il rischio di licenziamenti nel settore automobilistico. Infine la situazione politica, come la presa di posizione di Giorgia Meloni e le pressioni delle case automobilistiche, che hanno già ottenuto diversi bonus, potrebbero influenzare ulteriormente le decisioni future.

 

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