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Il Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo presenta una mostra che ripercorrere il legame tra la famiglia Vasari e la manifattura degli Arretina vasa

Inaugurazione mercoledì 12 giugno ore 16.30 con letture tratte da “Le Vite” a cura di Samuele Boncompagni

Un percorso espositivo per ripercorrere il legame della famiglia Vasari con le antiche manifattura aretine, a partire dal mestiere di vasaio esercitato dal nonno del più celebre Giorgio, Giorgio di Lazzaro Taldi.

Si inaugura mercoledì 12 giugno ore 16.30 al Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo (via Margaritone 10) la mostra “I Vasari “vasai” e la produzione ceramica aretina di età antica” a cura di Maria Gatto. Prosegue così l’articolato programma di eventi celebrativi di “Arezzo. La città di Vasari”, che fino a febbraio 2025 renderà omaggio al maestro aretino in occasione dei 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi.

Il Museo Archeologico Nazionale di Arezzo partecipa alle celebrazioni raccontando in questa mostra, attraverso riferimenti letterari, documenti e reperti, i legami dell’autore delle Vite con le antichità della sua terra. Fra queste occupano un posto di rilievo i vasi aretini e la Chimera, prodotti altissimi di un artigianato locale raffinato nella tecnica e colto nelle ispirazioni iconografiche nel quale Vasari riconosceva l’espressione della maniera etrusca. La prima tappa della mostra permette di entrare nel mondo degli Arretina vasa e di apprezzarli assumendo la prospettiva di Vasari. Queste ceramiche da mensa tipiche dell’Arezzo romana e dalla straordinaria fortuna in età antica costituiscono parte dell’esperienza del nostro Giorgio per due aspetti: da un lato – come gli aretini di ogni tempo – egli è testimone diretto e ammirato di continui ritrovamenti nei tanti cantieri cittadini; dall’altro egli ha dei bei vasi rossi una conoscenza mediata dalle memorie familiari, che ci riporta. leggi il resto dell’articolo»

L’esposizione densa di spunti e rimandi, spiega l’origine del nome “Vasari” e racconta, parafrasando un brano della Vita dell’avo Lazzaro, le straordinarie vicende del nonno Giorgio di Lazzaro, “vasaro” e archeologo ante litteram, nonché responsabile – proprio grazie ai vasi aretini – di un primo prezioso contatto con la casata dei Medici. L’esposizione si chiude con un invito a ricercare nelle pitture vasariane riferimenti al ricco repertorio iconografico attestato sui vasi color corallo decorati a rilievo.

Non poteva mancare una sezione dedicata alle riproduzioni della Chimera che per la sua qualità tecnica e per l’iscrizione sulla zampa anteriore destra, è per Vasari anche il più evidente esempio della maniera etrusca, lo stile artistico degli Etruschi. Oltre a contenuti testuali e iconografici di approfondimento, questa tappa della mostra propone un’esperienza multimediale della Chimera, con una riproduzione tattile in dimensioni reali e la proiezione olografica della statua nelle diverse fasi del restauro.

Siamo lieti, come sistema dei musei statali aretini, di offrire questi importanti contributi scientifici ed espositivi alle celebrazioni vasariane, nella considerazione dei tanti e stretti legami dei nostri musei con la vita e l’opera del grande artista, che ha improntato con la sua attività tutto il Cinquecento non solo toscano – afferma Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali della Toscana. – Con questa mostra al Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate inizia il nostro percorso che si sviluppa a partire da questa originale lettura delle collezioni degli Arretina vasa in rapporto con le tradizioni della famiglia dei Vasari. Seguiranno nei prossimi mesi le mostre organizzate al Museo di Casa Vasari e al Museo nazionale d’Arte medievale e moderna.”

“Il Museo partecipa alle celebrazioni vasariane con un contributo curioso – sottolinea la curatrice Maria Gatto – che mette in luce aspetti poco noti di Giorgio Vasari, dall’origine del nome familiare, al legame speciale con la produzione ceramica aretina antica, fino al primo contatto con la casata de’ Medici. La mostra è stata anche l’occasione per un approfondimento della ricerca storico-archeologica, con la ricostruzione delle indagini succedutesi nei secoli nell’area delle Carcerelle a partire dai primi scavi di Giorgio di Lazzaro e con il recupero di informazioni negli archivi e di materiali nei magazzini, in particolare dalle collezioni Gamurrini, Funghini e Gorga. Al percorso rivolto agli adulti si affiancano contenuti destinati ai bambini, con il gattino Gaio ospite grazioso di Messer Giorgio.”

In occasione dell’opening saranno letti estratti da “Le Vite” a cura di Samuele Boncompagni, la mostra sarà poi aperta fino al 2 febbraio 2025 da lunedì a sabato 9.00-19.30, domenica e festivi 9.00-14.00 con ingresso compreso nel biglietto del museo e la prima domenica del mese a ingresso gratuito 9.00-19.30.

“Arezzo. La città di Vasari” gode del patrocinio di Ministero della Cultura, partner dell’iniziativa Archivio di Stato di Arezzo, Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, Biblioteca Città di Arezzo, Fraternita dei Laici di Arezzo, Fondazione Arezzo Intour. Progetto grafico a cura di Wml design.



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