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PESCARA. Le imprese abruzzesi che operano in oltre ottanta comuni della regione possono richiedere l’agevolazione prevista per gli investimenti, di importo non inferiore a 200mila euro e non superiore a 100 milioni di euro, effettuati dal primo gennaio al 15 novembre 2024.
Da 48 ore, infatti, è aperta la finestra per l’invio delle domande relative al credito d’imposta riferito alle imprese della Zes Unica Sud. A disposizione delle aziende ci sono 1,8 miliardi di euro, che dovranno essere ripartiti sulla base delle domande inviate. Entro la scadenza del 12 luglio 2024 le imprese devono comunicare all’Agenzia delle Entrate l’ammontare delle spese ammissibili. Le percentuali del credito d’imposta sono riportate all’interno della tabella riassuntiva che pubblichiamo in pagina.
Nel caso dell’Abruzzo si va da un minimo del 15% per le grandi imprese a un massimo del 35% per le piccole, mentre per le medie imprese è previsto un credito fiscale del 25%. La nuova Zona economica speciale unica è stata istituita a partire da quest’anno con il Decreto Sud che ha unificato le Zes delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. Le zone interessate dal bonus partito ieri non riguardano però i comuni dell’intera regione ma rientrano in un elenco di 83 centri. Si tratta di aree dell’Unione europea in condizioni di svantaggio economico in cui è ammessa una deroga al divieto di concessione degli aiuti di Stato.
PROVINCIA DI TERAMO: Ancarano; Castellalto; Castilenti; Colonnella; Controguerra; Corropoli; Giulianova; Mosciano Sant’Angelo; Nereto; Roseto degli Abruzzi; Sant’Egidio alla Vibrata; Sant’Omero; Teramo; Torano Nuovo.
PROVINCIA DELL’AQUILA: Aielli; Avezzano; Calascio; Carsoli; Castel del Monte; Celano; Fossa; L’Aquila; Magliano de’ Marsi; Oricola; Ortucchio; Ovindoli; Poggio Picenze; Rocca di Cambio; Rocca di Mezzo; Sante Marie; Santo Stefano di Sessanio; Scoppito; Trasacco Pratola Peligna; Raiano; Sulmona.
PROVINCIA DI PESCARA: Città Sant’Angelo; Civitella Casanova; Elice; Farindola; Penne; Alanno; Bolognano; Bussi sul Tirino; Caramanico Terme; Castiglione a Casauria; Cepagatti; Manoppello; Pescara (in parte); Popoli; Rosciano; Scafa; Tocco da Casauria.
PROVINCIA DI CHIETI: Arielli; Atessa; Casalanguida; Casoli; Castel Frentano; Chieti; Cupello; Fara Filiorum Petri; Fara San Martino; Filetto; Fossacesia; Gissi; Guardiagrele; Lanciano; Miglianico; Monteodorisio; Mozzagrogna; Ortona; Paglieta; Pennapiedimonte; Poggiofiorito; San Giovanni Teatino; San Martino sulla Marrucina; San Salvo; Santa Maria Imbaro; Torrevecchia Teatina; Vacri; Vasto; Villamagna.
Martedì scorso, cioè il giorno prima dell’apertura delle domande, l’Agenzia delle Entrate ha approvato il modello per l’invio della comunicazione relativa al credito d’imposta e le spiegazioni utili. Il primo, che può essere scaricato in formato pdf dal portale dell’Agenzia, è composto da le seguenti sezioni.
1) Il frontespizio che contiene l’informativa sul trattamento dei dati personali; i dati dell’impresa beneficiaria e dell’eventuale impresa avente causa in caso di operazioni straordinarie; i dati del rappresentante firmatario della comunicazione; la rinuncia al credito richiesto; la dichiarazione sostitutiva di atto notorio. 2) Il quadro A è invece relativo ai dati del progetto di investimento e a quelli del credito d’imposta. 3) Il quadro B contiene i dati della struttura produttiva. 4) Il quadro C comprende l’elenco dei soggetti sottoposti alla verifica antimafia. 5) Il quadro D deve contenere al suo interno l’elenco delle altre agevolazioni concesse o richieste, compresi gli aiuti de minimis. 6) Infine nel quadro E devono essere inseriti gli estremi delle fatture elettroniche ricevute e della certificazione.
Il primo passaggio che le aziende devono fare per ottenere l’agevolazione è la compilazione e l’invio del modello per la comunicazione, secondo le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate e utilizzando l’apposito software.
Successivamente, entro cinque giorni, l’Agenzia mette a disposizione la ricevuta che attesta la presa in carico o lo scarto nell’area riservata del proprio sito. Lo scarto è previsto nei seguenti casi: quando il richiedente non è titolare di partita Iva al momento dell’invio; quando gli estremi delle fatture elettroniche indicate nel quadro E non corrispondano con i dati presenti nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate; quando il codice attività e quello catastale del Comune riferiti a ciascuna struttura produttiva, indicati nel quadro B, non corrispondono con quelli comunicati.
Quest’ultimo controllo non viene effettuato nel caso in cui la struttura produttiva non è ancora inserita nella Zes unica. Il richiedente, però, deve indicarlo nella comunicazione. Inoltre nel caso in cui la comunicazione sia inviata nei quattro giorni precedenti alla scadenza e venga scartata, può essere inviata nuovamente entro i cinque giorni successivi. In questo caso sarà considerata tempestiva. Infine l’ordine cronologico di presentazione delle istanze non inciderà sull’importo riconosciuto alle imprese.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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