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Il bonus Mezzogiorno consiste in un credito d’imposta concesso sugli investimenti in beni materiali (art. 1, commi 98-108, Legge 208/2015) localizzati presso strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno che, a differenza degli aiuti rientranti nel piano Transizione 4.0, non costituisce una misura generale. Si tratta, in altre parole, di un’agevolazione, che, visti i caratteri di selettività che la contraddistinguono, è qualificabile a tutti gli effetti come un aiuto di Stato. Questo comporta, tra le varie cose, la necessità di compilare il prospetto dedicato agli aiuti di Stato incluso nel modello Redditi al fine di consentirne l’iscrizione da parte delle autorità fiscali nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA).

La disciplina degli aiuti di Stato

Come noto, nell’ambito dei trattati europei, è previsto un generale divieto all’adozione di aiuti di Stato da parte degli Stati membri, laddove, mediante l’erogazione di risorse statali atte a favorire un gruppo ristretto o selezionato di imprese, si falsi o si minacci di falsare la concorrenza all’interno del mercato unionale (art. 107, par. 1, TFUE).

Il divieto relativo all’adozione di aiuti di Stato non è da intendersi, tuttavia, come divieto assoluto, posto che sono previste varie fattispecie derogatorie.

Nell’ambito di tali fattispecie, rientrano gli aiuti a finalità regionale, miranti proprio a consentire il sostenimento e lo sviluppo delle regioni europee più svantaggiate: è qui che si instaura la disciplina del bonus Mezzogiorno previsto dall’ordinamento interno, per la cui corretta applicazione è opportuno fare riferimento agli Orientamenti della Commissione europea in materia di aiuti di Stato a finalità regionale che stabiliscono appunto le condizioni alle quali tali aiuti possono essere ritenuti compatibili con il mercato interno.

La disciplina del bonus si riflette nel Modello Redditi

La riconducibilità dell’agevolazione tra gli aiuti di Stato porta con sé problematiche applicative posto che non sarà sufficiente analizzare in dettaglio la disciplina domestica che ha istituito il credito, ma sarà necessario altresì avere contezza sulla disciplina europea a cui la disciplina domestica fa più volte rimando.

Si pensa, infatti, alla circostanza per cui i beni materiali strumentali oggetto di investimento (ovvero impianti, macchinari e attrezzature), affinché possano essere oggetto di agevolazione, devono necessariamente:

  • essere destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno;
  • rientrare nell’ambito di un progetto di investimento iniziale così come definito all’art. 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014.

Individuare i beni materiali oggetto di investimento localizzati al Sud non è, quindi, di per sé sufficiente, posto che, come detto, è necessaria la presenza di ulteriori requisiti oggettivi imprescindibili, la cui verifica richiede anche l’applicazione congiunta di principi e definizioni proprie della disciplina unionale sugli aiuti di Stato (oltre alle numerose indicazioni di prassi fornite proprio dall’Agenzia delle entrate nel corso degli anni).

Il bonus nel modello Redditi SC 2023

Trattandosi di un credito d’imposta connesso ad agevolazioni fiscali, va prima di tutto compilato il quadro RU.

Rispetto ad altri crediti d’imposta, quali ad esempio il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali 4.0 o il credito d’imposta R&S, l’ammontare del bonus spettante non va necessariamente inserito nel modello redditi relativo al periodo d’imposta entro cui sono stati effettuati gli investimenti agevolati (ovverosia il periodo d’imposta di maturazione del credito): il driver è il momento di concessione del bonus da parte delle autorità che arriva dopo la trasmissione telematica Modello CIM, in cui si riportano gli investimenti effettuati (o da effettuare) che possono interessare contemporaneamente diverse annualità.

In particolare, va compilata la Sezione I del quadro RU, riportando:

  • al rigo RU1, il codice C4, relativo al bonus in questione (è presente una lista di codici credito a pagina 294 delle istruzioni ministeriali);
  • al rigo RU5, col. 3, il totale del credito maturato a fronte degli investimenti effettuati nel 2022, la cui fruizione è stata autorizzata dall’Agenzia delle entrate entro il termine di presentazione del Modello Redditi 2023. Nella medesima colonna, se presenti, vanno aggiunti gli importi indicati nelle colonne 1, 2, B2, C2, D2 ed E2 che ospiterebbero gli importi del credito d’imposta maturato in relazione ai costi sostenuti, rispettivamente, nei periodi d’imposta 2016, 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021, per i quali la relativa fruizione sia stata autorizzata dall’Agenzia delle entrate dopo il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta precedente a quello cui si riferisce il Modello Redditi 2022 ed entro il termine di presentazione del Modello Redditi 2023;
  • al rigo RU6, l’ammontare del credito utilizzato in compensazione ai sensi del D.Lgs. 241/1997 nel periodo d’imposta cui si riferisce la dichiarazione (ovverosia il 2022);
  • al rigo RU12, col. 2, credito d’imposta residuo al netto di eventuali compensazioni da riportare nella successiva dichiarazione.

Essendo, come detto, il bonus Mezzogiorno un aiuto di Stato (ancorché compatibile col mercato interno europeo dell’UE ai sensi dell’art. 107, comma 3, del TFUE) si dovrà compilare anche il prospetto “Aiuti di Stato” contenuto nel quadro RS della dichiarazione.

In particolare, al rigo RS401, col. 1, va inserito il codice aiuto 051 “Credito d’imposta Investimenti beni strumentali ex L. 208/2015”. Trattandosi quindi di un aiuto già incluso nella lista dei codici aiuto esistente, non è richiesta la compilazione delle colonne dalla 3 alla 11, necessaria solo nel caso di aiuto non codificato (da indicare con codice residuale 999).

Al medesimo rigo, le colonne dalla 18 alla 29 recepiscono le informazioni relative al singolo progetto d’investimento nell’ambito del quale sono state effettuate le acquisizioni dei beni agevolabili. Nella colonna 25, va riportato l’obiettivo per la componente di aiuto (i codici obiettivo sono elencati nella tabella “Codici aiuti di Stato” in calce alle istruzioni ministeriali): per il bonus Mezzogiorno non è previsto alcun codice obiettivo.

In colonna 26, va riportato il codice “3” stante ad indicare che i costi agevolabili sono relativi ad impianti/macchinari/attrezzature, ovverosia la tipologia di investimenti oggetti di incentivo.

È bene tenere a mente che, con riguardo alla compilazione della colonna 18 relativa alla data di “inizio progetto”, la data di inizio investimento viene fatta coincidere con “la data del primo impegno giuridicamente vincolante ad ordinare i beni oggetto di investimento, ovvero qualsiasi altro impegno che renda irreversibile l’investimento stesso, a seconda di quale condizione si verifichi prima” (Circolare AE 3 agosto 2016, n. 34/E, par. 3).

Qualora l’impresa usufruisca del credito con riferimento a più strutture produttive localizzate nelle regioni del Mezzogiorno, il rigo RS401 andrà replicato tante volte quanti sono i progetti agevolabili. In tal caso, l’importo della colonna 17 deve corrispondere alla sommatoria degli importi inseriti nella colonna 29 di ciascun rigo relativo alla medesima agevolazione.

 

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