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La classe Euro del veicolo è fondamentale per determinare l’entità del bonus. Ecco come capire se la propria auto appartiene alla categoria Euro 4, 5 o 6

Christian Bianchi

Le risorse destinate agli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, messe a disposizione dalla piattaforma Ecobonus del Ministero dello Sviluppo Economico, sono state esaurite in meno di nove ore. L’intera somma, che superava i 201 milioni di euro, è stata rapidamente prenotata dagli acquirenti. Per l’Ecobonus 2024, il budget totale era di 1 miliardo di euro, con 950 milioni disponibili per l’Ecobonus 2024 e 50 milioni allocati ai veicoli L per l’anno corrente. Il contributo massimo per l’acquisto di un veicolo elettrico, in caso di rottamazione di un veicolo fino a Euro 2, era 13.750 euro. Esaurito anche il fondo per l’acquisto di veicoli usati di classe Euro 6 con emissioni fino a 160 g/km di CO2 previa rottamazione un’auto fino a Euro 4; era previsto un contributo fino a 2.000 euro. Dal 19 giugno sarà invece possibile richiedere un contributo di 400 euro per l’installazione di impianti a GPL e 800 euro per quelli a metano. La classe Euro del veicolo è quindi fondamentale per stabilire se si può richiedere un contributo e di quale tipo.

le classi

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Le normative europee classificano i veicoli in base alle emissioni: i modelli più vecchi e inquinanti appartengono alle classi Euro inferiori, mentre quelli più recenti e puliti alle classi superiori. Con lo schema di incentivi predisposto dal governo italiano, rottamare un’auto di classe Euro inferiore per acquistarne una nuova con emissioni di CO2 ridotte garantisce un bonus maggiore. È fondamentale ricordare che, negli anni, le normative relative alle emissioni dei veicoli si sono fatte progressivamente più stringenti. La classe Euro 4, introdotta nel 2005, ha stabilito limiti più severi per le emissioni di inquinanti quali ossidi di azoto (NOx), idrocarburi (HC), monossido di carbonio (CO) e particolato. Nel 2009 è stata adottata la normativa Euro 5, che ha imposto restrizioni ancora maggiori, soprattutto per il particolato nei motori diesel e per gli ossidi di azoto in quelli diesel e a benzina. Dal 2014, con la classe Euro 6, si è assistito a una riduzione ulteriore dei limiti per gli ossidi di azoto e all’introduzione di un limite per le emissioni di ammoniaca (NH3). Tali regolamenti hanno avuto un ruolo decisivo nella diminuzione dell’impatto ambientale dei veicoli motorizzati. Per identificare la classe Euro di un’auto, si devono seguire alcuni passaggi fondamentali. Si può iniziare verificando la carta di circolazione del veicolo, che riporta la classe ambientale. Nei libretti di circolazione di nuova emissione, in formato A4 europeo, il regolamento sulle emissioni è indicato nella sezione V.9 del riquadro 2, e spesso è ripresentato più esplicitamente nel riquadro 3, insieme allo standard di omologazione, come Euro 4, Euro 5 o Euro 6.

riconoscere le normative

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La data di prima immatricolazione può essere un utile indicatore della classe Euro di un veicolo. Inoltre, gli estremi delle normative europee in questione (tutte direttive prima del 2017, quando è stato emanato invece un regolamento europeo), riportate nella carta di circolazione, consentono di determinare la classe Euro specifica. Per esempio, le diciture 98/69/CE-B e 2001/27/CE-B si riferiscono alla Euro 4, mentre la Euro 5 è distinta in Euro 5a e Euro 5b a partire da settembre 2011 per i nuovi modelli e da gennaio 2013 per tutti i veicoli. La Euro 6 è chiaramente indicata come Euro 6a, 6b, 6c, 6d-Tempo e 6d. Questi dettagli sono fondamentali per identificare correttamente la classe Euro del veicolo e per accertare le sue emissioni.



 

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