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Cresce la raccolta differenziata in Liguria e, nel 2023, è arrivata a sfiorare il 60%, aumentando di oltre venti punti percentuali rispetto ai dati del 2015.

Un dato incoraggiante a livello regionale, che testimonia gli ampi sforzi in termini di sensibilizzazione al conferimento dei rifiuti a cui si affiancano punti di raccolta sempre più capillari con politiche di gestione degli scarti differenti di comune in comune (o quasi).

Lo stesso non si può dire osservando invece i dati di alcuni comuni, come Genova che, nonostante il miglioramento di quattro punti percentuali rispetto all’anno precedente, resta comunque sotto la soglia del 50% di differenziata.

Peggio del capoluogo ligure solo Savona che tocca quota 44%.

Dati non in linea con l’andamento complessivo della Liguria

Il mancato obiettivo del 65% comporterà una sanzione regionale; chi invece avrà superato la soglia, avrà uno sconto sul costo del conferimento dell’indifferenziata.

Si tratta di centotrentanove comuni che, a partire dal mese di luglio, avranno diritto allo sgravio fiscale per il conferimento della frazione residua, articolato in fasce di risultato, con risparmi che potranno arrivare anche al settanta percento sull’importo base.

Un risultato senza dubbio importante, frutto di un impegno costante da parte dell’amministrazione regionale su un tema delicato e rilevante per il futuro di tutti noi e del nostro territorio come quello della gestione dei rifiuti – commenta il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro PianaIl lavoro portato avanti da Regione è stato fondamentale, ma è altrettanto importate ovviamente quello realizzato dai Comuni e dai cittadini, grazie alla cui collaborazione stiamo proseguendo in questo percorso virtuoso”.

L’assessore all’Ambiente della Regione Liguria Giacomo Giampedrone aggiunge: “Siamo molto soddisfatti del lavoro che stiamo portando avanti insieme alle amministrazioni comunali con il fondamentale supporto dei cittadini che si dimostrano sempre più attenti rispetto al corretto smaltimento dei rifiuti. Ad oggi sono ben 139 i Comuni che hanno raggiunto e superato la percentuale del 65% di raccolta differenziata: erano 32 nel 2015. Questi dati confermano la bontà dell’impostazione avviata 9 anni fa, con la Regione al fianco dei Comuni maggiormente in difficoltà rispetto ad un cambio radicale di impostazione e cultura nella gestione del ciclo“.

I risultati sono evidenti – continua – Proseguiremo in questo percorso virtuoso convinti di poter migliorare ancora anche grazie alla realizzazione del Piano regionale che, per la prima volta nella storia della Liguria, traguarda la chiusura del ciclo per assicurare l’autosufficienza della nostra regione nella gestione dei rifiuti”.

 

I DATI

La percentuale complessiva della raccolta differenziata 2023 sul territorio ligure risulta pari al 59,35% in costante aumento rispetto al 57,64% dell’anno precedente, al 55,71% del 2021, al 53,46% del 2020, con un incremento di 21 punti percentuali in più rispetto al 38,63% del 2015.

A livello provinciale, lo spezzino mantiene il suo primato con una raccolta differenziata ulteriormente salita al 76,21% seguito dal savonese con il 63,05%, dato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. Seguono, con un incremento di due punti percentuali rispetto al 2022, la provincia di Imperia che arriva al 57,12% e la Città Metropolitana di Genova, che raggiunge il 53,84%: ad incidere su quest’ultimo dato, il risultato del Comune di Genova che comunque cresce significativamente fino al 47,02%, rispetto al 43,46% dell’anno precedente.

Al netto del Comune di Genova, la Liguria supererebbe l’obiettivo del 65% (65,94%), mentre il resto della Città Metropolitana si troverebbe già al 68,14%.Salgono da 16 a 18 i comuni con una percentuale di raccolta differenziata superiore all’80%: Riccò del Golfo (leader anche per il 2023 con il 89,85%), Pieve Ligure (86%), Vendone (84,58%), Rialto (83,68%), Mignanego (82,810%), Sant’Olcese (82,36%), Ortovero (82,32%), Luni (82,31%), Cairo Montenotte (82,06%), Castelnuovo Magra (81,55%), La Spezia (81,37%), Leivi (81,35%), Framura (81,29%), Vessalico (81,08%), Villanova d’Albenga (80,75%), Carrodano (80,70%), Ceranesi (80,62%) e Serra Riccò (80,36%).

Tra i comuni con oltre 15mila abitanti hanno superato il 65% di raccolta differenziata il comune della Spezia (81,37%) seguito da Albenga (75,04%), Sestri Levante (73,20%), Imperia (68,78%), Chiavari (68,52%) e Sarzana (65,54%).

Lieve arretramento per Rapallo e Sanremo, scesi rispettivamente al 62,63% e al 58,81%, mentre, pur migliorando, restano in coda Genova (47,02%), Savona (43,76%) e Ventimiglia (28,40%).

Torna a salire, seppur molto lievemente, la produzione totale dei rifiuti urbani, che si attesta complessivamente a 804.972 tonnellate contro le 803.108 tonnellate dell’anno precedente. Per quanto riguarda invece la sola frazione indifferenziata residua, scendono a 53, rispetto ai 60 dell’anno precedente, i comuni che hanno un pro capite inferiore ai 100 kg / abitante anno. Di questi sono 8 quelli che non arrivano nemmeno a 60 chili per abitante all’anno: il più virtuoso è Ricco del Golfo, con soli 40 Kg / abitante all’anno di indifferenziato da smaltire, che ha scalzato Vendone che segue comunque a 44 Kg / abitante anno.

La delibera stabilisce anche il contributo economico da versare entro settembre a carico dei 63 Comuni in cui si è riscontrata una eccedenza di rifiuto indifferenziato rispetto ai target prefissati: i contributi complessivi scendono da circa 425mila euro a poco più di 367mila euro (-13,5%).

Gran parte del contributo da versare è dovuto dal Comune di Genova (251.948,98 euro rispetto ai 303.710,81 euro del 2022). Seguono i Comuni di Savona (33.139,98 euro rispetto ai 35.121,89 euro su base 2021) e Ventimiglia (26.780,34 rispetto a 29.764,68). Sono poi solo 11 gli altri comuni tenuti ad un versamento superiore ai 1.000 euro, mentre altri 49 comuni dovranno versare cifre inferiori ai 1.000 euro.

I.R.

 

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