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(AGENPARL) – Roma, 19 Giugno 2024

(AGENPARL) – mer 19 giugno 2024 Svimez›­­­Comunica
SVIMEZ
SVIMEZ Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno
∙ Il PIL
nel 2023:
+1,3%
Il Mezzogiorno
oltre la media
nazionale con il contributo
degli investimenti pubblici
+0,9%
Nord-Est
+0,4%
Nord-Ovest
Il Nord rallenta la crescita
per la frenata dell’industria
19 Giugno
Il Centro
resta indietro
NEL 2023 IL SUD CRESCE PIÙ DEL NORD, IN STAGNAZIONE IL CENTRO
La SVIMEZ stima una crescita
del PIL dell’Italia del +0,9% nel 2023, in decelerazione rispetto al +4% del 2022, ma comunque
-8al di sopra della media dell’Ue (+0,4%).
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Centro-Nord
Mezzogiorno
Italia
La dinamica del prodotto è stata eterogenea tra macro-aree e regioni italiane. Nel 2023, la crescita del PIL delle regioni meri-
Agricoltura
Industria in senso stretto
Servizi
dionali è stata superiore a quella delle
altre macro-aree:
+1,3% contro +1%Costruzioni
del Nord-Ovest,
+0.9% del Nord-Est e +0,4% del Centro.
Il Sud non cresceva più del resto del Paese dal 2015 (+1,4% contro il +0,6% del Centro-Nord).
Altrettanto favorevole al Sud si è mostrata la dinamica occupazionale. Gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del +2,6%
su base annua, più che nelle altre macro-aree e a fronte di una media nazionale del +1,8%.
PIL reale e Occupazione nel 2023, var. % sul 2022
◗ Fonte: Stime SVIMEZ
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Centro-Nord
PIL reale
Svimez›­­­Comunica
Occupazione
19 Giugno 2024
Mezzogiorno
Italia
Nel 2023 il PIL nel Mezzogiorno +1,3% cresce oltre la media nazionale con il contributo degli investimenti pubblici.
Al Nord rallenta la crescita per la frenata dell’industria +1% Nord-Ovest, +0.9% Nord-Est. Il Centro resta indietro +0,4%.
La diversa composizione settoriale della crescita spiega i differenziali nelle variazioni di PIL osservati a livello territoriale nel 2023.
Valore aggiunto per settori nel 2023, var. % a prezzi costanti sul 2022
◗ Fonte: Stime SVIMEZ
Nord-Ovest
Nord-Est
Agricoltura
Centro
Centro-Nord
Industria in senso stretto
Costruzioni
Mezzogiorno
Servizi
La crescita più accentuata del PIL meridionale è stata sostenuta soprattutto dalle costruzioni (+4,5%, quasi un punto percentuale in più della media del Centro-Nord), a fronte di una più contenuta contrazione del comparto industriale (-0,5%) e di una
crescita dei servizi dell’1,8%.
La dinamica del PIL è stata debole nelle regioni del Centro (+0,4%), meno della metà della media nazionale. A determinare questo risultato hanno contribuito un calo del valore aggiunto industriale più che doppio rispetto alla media nazionale (-2,6%; -1,1% il
dato Italia) e una crescita dei servizi che si è fermata al +1,1% (+1,6% la media nazionale), che hanno sterilizzato la buona dinamica
delle costruzioni (+6,2%).
3 la crescita del PIL, pari all’1%, è stata condizionata dal calo del valore aggiunto industriale (-1,4%) e dalla creNel Nord-Ovest
scita molto più contenuta della media nazionale delle
1,9 costruzioni (+2,5%). Nel Nord-Est, è stata soprattutto la dinamica piatta del
valore aggiunto industriale a contenere la crescita del PIL al +0,9%.
I fattori climatici
avversi che hanno caratterizzato gran parte dell’a1,2
nno hanno penalizzato l’agricoltura.1,3Il valore aggiunto del
comparto è diminuito in1,0
tutte le ripartizioni del Paese, con l’eccezione del Nord-Ovest (+6,4% dopo la forte flessione del 2022):
-6,1% nel Centro, -5,1% nel Nord-Est, -3,2% nel Mezzogiorno.
0,4 della domanda estera. Al Centro-Nord, lo stallo dell’export (-0,1%
Il risultato delle
1 due macroaree è anche dovuto al diverso contributo
sul 2022) ha privato le economie locali di un tradizionale traino nelle fasi di ripesa ciclica. Al Sud, viceversa, l’incremento delle espor0
tazioni di merci, al netto della componente energetica, si è portato al +14,2% (+16,7% i beni strumentali; +26,1% i beni non durevoli).
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Centro-Nord
Mezzogiorno
Italia
La congiuntura del 2023 si colloca nella fase di ripresa post-Covid iniziata nel 2021 che ha visto il Mezzogiorno partecipare
PIL reale
Occupazione
attivamente alla crescita nazionale, collocandosi stabilmente al di sopra della crescita media dell’Ue (+0,4% nel 2023). Il dato di
Svimez›­­­Comunica
19 Giugno 2024
Nel 2023 il PIL nel Mezzogiorno +1,3% cresce oltre la media nazionale con il contributo degli investimenti pubblici.
Al Nord rallenta la crescita per la frenata dell’industria +1% Nord-Ovest, +0.9% Nord-Est. Il Centro resta indietro +0,4%.
crescita cumulata del PIL 2019-2023 del +3,7% nel Mezzogiorno ha superato l’analogo dato del Nord-Ovest (+3,4%) e, soprattutto,
quello delle regioni centrali (+1,7%). Ha contributo a scongiurare l’apertura del divario di crescita Nord-Sud osservato, in precedenti
fasi di ripresa ciclica, l’inedita intonazione di segno marcatamente espansivo della politica di bilancio.
PIL reale, var. %
◗ Fonte: Stime SVIMEZ
-8,4 -8,9
-10,3
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Mezzogiorno
GLI INVESTIMENTI IN OPERE PUBBLICHE SOSTENGONO LA CRESCITA DEL SUD, BENE ANCHE I SERVIZI
Sulla crescita del PIL del Mezzogiorno ha inciso in maniera rilevante l’avanzamento degli investimenti pubblici cresciuti, nel
2023, del 16,8% al Sud, contro il +7,2% del Centro-Nord.
Nel complesso delle regioni meridionali gli investimenti in opere pubbliche sono cresciuti da 8,7 a 13 miliardi tra il 2022 e il
2023 (+50,1% contro il +37,6% nel Centro-Nord). Una dinamica sulla quale dovrebbe aver inciso significativamente il progressivo
avanzamento degli investimenti del PNRR e l’accelerazione della spesa dei fondi europei della coesione in fase di chiusura del ciclo
di programmazione 2014-2020.
Intervenendo in un contesto nel quale le costruzioni contribuiscono in maniera significativamente più rilevante alla formazione
del valore aggiunto, gli investimenti in opere pubbliche hanno generato effetti espansivi più intensi al Sud. La SVIMEZ stima in particolare un contributo della maggiore spesa in investimenti pubbliche (PNRR e altri investimenti) alla crescita del PIL del Mezzogiorno
del 2023 pari a circa mezzo punto percentuale (il 40% circa della crescita complessiva).
Viceversa, la spesa pubblica per incentivi alle imprese è cresciuta del 16% al Sud, dieci punti percentuali in meno rispetto al
Centro-Nord (+26,4%). Un differenziale che riflette la minore capacità del tessuto produttivo meridionale, caratterizzato da minore
presenza di imprese di maggiore dimensione, di assorbire le misure “a domanda” di incentivo di ammodernamento tecnologico e
digitale finanziate dal PNRR.
Anche il terziario ha contribuito in maniera significativa alla crescita del PIL meridionale: +1,8% di incremento del valore agSvimez›­­­Comunica
19 Giugno 2024
Nel 2023 il PIL nel Mezzogiorno +1,3% cresce oltre la media nazionale con il contributo degli investimenti pubblici.
Al Nord rallenta la crescita per la frenata dell’industria +1% Nord-Ovest, +0.9% Nord-Est. Il Centro resta indietro +0,4%.
giunto. Sul dato del Sud hanno inciso due fattori. In primo luogo, la crescita relativamente più sostenuta di alcune attività strettamente connesse all’espansione del ciclo economico quali trasporto e comunicazioni. Inoltre, nel 2023 la crescita delle presenze turistiche è risultata di circa un punto percentuale maggiore nell’area centro-settentrionale (+8,5% nel Sud, + 9,7% nel Centro-Nord),
ma nel Mezzogiorno si è mostrata più accentuata la crescita degli arrivi dell’estero, ai quali sono associati livelli di spesa turistica
significativamente più elevati.
LE REGIONI ITALIANE NEL 2023
Nelle regioni del Centro-Nord, si segnala la crescita di Piemonte (+1,2%) e Veneto (+1,6%). In Piemonte la crescita è stata
trainata dall’andamento relativamente favorevole dell’industria in senso stretto (+1,7%) e dei servizi (+1,3%); buona in Veneto la
crescita delle costruzioni (+4,7%) e dei servizi (+2,3%), trainati dal buon andamento del turismo (la regione ospita quasi il 16% delle
presente turistiche nazionali).
Il dato della Lombardia (+0,9%) è stato influenzato dal calo registrato nel comparto industriale (-2,5%), uno dei più forti tra le
regioni centro-settentrionali, sul quale ha inciso il dato deludente dell’export (+1,2%), una componente della domanda che in altre
fasi di ripresa aveva sostenuto l’economia regionale. Anche un’altra “export-economy” del Paese, l’Emilia-Romagna, ha subìto la
frenata del commercio estero e più in generale il rallentamento dell’economia tedesca, in stagnazione nel 2023; il PIL della regione
è cresciuto nel 2023 del +0,6% per effetto della dinamica piatta dell’industria che ha scontato in negativo la forte integrazione con
la manifattura tedesca. Da segnalare anche, in Emilia-Romagna, il calo di oltre il 10% del valore aggiunto agricolo.
Tre regioni italiane registrano nel 2023 un dato negativo di andamento del PIL: Toscana (-0,4%), Marche e Friuli-Venezia Giulia
(-0,2%). In Toscana è stato forte il calo dell’industria (-3,2%) e stagnante la dinamica delle costruzioni, in controtendenza rispetto
al resto del Paese; nelle altre due regioni va segnalato l’andamento negativo dell’attività industriale (-1,5% nelle Marche e -1,9% in
Friuli) non compensato dalla crescita del terziario. Da segnalare anche il calo a doppia cifra dell’export nelle Marche (-12,3%) e in
Friuli-Venezia Giulia (-13,6%).
Positiva la dinamica del PIL in tutte le regioni meridionali, anche se in presenza di marcati differenziali di crescita. Emerge in
particolare la variazione positiva del PIL siciliano (+2,2%). Hanno influito dinamiche ancor più favorevoli che nel resto del Mezzogiorno delle opere pubbliche (+60,4%) e più in generale degli investimenti pubblici (+26%); anche l’industria è cresciuta significativamente (+3,4%), arrestando una tendenza di medio periodo alla deindustrializzazione.
Piuttosto omogenea e sostenuta è stata la crescita del PIL in Abruzzo, Molise (+1,4%), Campania (1,3%) e Calabria (1,2%), con
alcune differenze di carattere settoriale. In Abruzzo la crescita ha riguardato anche il settore industriale (+2%) che invece ha registrato una riduzione in Campania (-0,7%). Va segnalato, però, che la Campania risulta la regione italiana con la maggiore crescita
delle esportazioni nel 2023 (+29%). In Calabria l’incremento di valore aggiunto delle costruzioni (+7,4%) ha sostenuto la crescita
regionale insieme al terziario (+1,7%), nonostante il calo del settore industriale (-4,8%).
Più bassa la crescita in Basilicata (+0,9%) e Puglia (+0,7%). La Basilicata ha risentito di un calo dell’industria (-2,7%) più intenso
di quello osservato per la media delle regioni del Mezzogiorno, compensato dalla buona performance del settore delle costruzioni
(+8,4%, la crescita più intensa tra le regioni meridionali). La congiuntura dell’economia pugliese è stata segnata dalla forte caduta
del valore aggiunto agricolo (-8,7%), che ha sottratto oltre tre decimi di punto percentuale alla crescita del PIL nel 2023, e dalla
flessione del valore aggiunto industriale (-1,2%). Va tuttavia segnalato che la regione Puglia nel complesso del periodo 2019-2023 con
una crescita del 6,1% è risultata la regione italiana più dinamica.
Svimez›­­­Comunica
19 Giugno 2024
Nel 2023 il PIL nel Mezzogiorno +1,3% cresce oltre la media nazionale con il contributo degli investimenti pubblici.
Al Nord rallenta la crescita per la frenata dell’industria +1% Nord-Ovest, +0.9% Nord-Est. Il Centro resta indietro +0,4%.
La crescita della Sardegna (+1,0%), infine, è stata stimolata dal settore delle costruzioni e soprattutto, data la sua diffusione e il
maggior contenuto di valore aggiunto rispetto ad altre realtà meridionali, dai servizi (+1,9%). Molto negativo è risultato il dato dell’industria: -6,2% nel 2023.
PIL reale var. %
◗ Fonte: Stime SVIMEZ
REGIONI E RIPARTIZIONI
2019-2023
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Centro-Nord
Mezzogiorno
Italia
Svimez›­­­Comunica
19 Giugno 2024
Nel 2023 il PIL nel Mezzogiorno +1,3% cresce oltre la media nazionale con il contributo degli investimenti pubblici.
Al Nord rallenta la crescita per la frenata dell’industria +1% Nord-Ovest, +0.9% Nord-Est. Il Centro resta indietro +0,4%.
Valore aggiunto per settori nel 2023, var. % a prezzi costanti sul 2022
◗ Fonte: Stime SVIMEZ
REGIONI E RIPARTIZIONI
AGRICOLTURA
INDUSTRIA
COSTRUZIONI
SERVIZI
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
-10,3
Toscana
Umbria
Marche
-15,2
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Centro-Nord
Mezzogiorno
Italia
PER LA STAMPA
Svimez›­­­Comunica
PER CHIARIMENTI TECNICI
19 Giugno 2024

 

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