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Le ultime prospettive economiche di Bank of America per gli Stati Uniti dipingono un quadro complesso di crescita economica costante ma in graduale diminuzione, inflazione persistente e un inizio ritardato dei tagli dei tassi della Federal Reserve.

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L’economista della banca, Michael Gapen, sottolinea un contesto di tassi “più alti per più tempo”, con il primo taglio dei tassi previsto solo a dicembre.

Bank of America prevede che i fattori che hanno guidato la sovraperformance dell’economia statunitense negli ultimi anni – come la robusta crescita della forza lavoro, gli effetti di recupero dell’occupazione, le politiche fiscali di sostegno e l’aumento degli investimenti manifatturieri nazionali – si affievoliranno gradualmente.

La banca prevede un rallentamento della crescita del PIL reale dal 3,1% nel 2023 al 2,1% nel 2024, al 2,0% nel 2025 e all’1,8% nel 2026. Le condizioni finanziarie leggermente restrittive, l’inasprimento degli standard di prestito delle banche, la diminuzione degli effetti della ricchezza e il dollaro forte sono visti come venti contrari significativi.

Persistenti preoccupazioni per l’inflazione

Si prevede che l’inflazione deceleri ma rimanga costante, in particolare nel settore dei servizi. Gapen osserva che, se da un lato la ripresa della forza lavoro esercita effetti positivi sull’inflazione in termini di offerta, dall’altro porta a un aumento dell’occupazione, del reddito e della spesa, che mantengono le pressioni sulla domanda.

Secondo le previsioni, l’inflazione core PCE si attesterà nel 2024 al 2,8%, per poi rallentare al 2,3% nel 2025 e al 2,1% nel 2026.

“La combinazione di una crescita più forte e di un’inflazione più contenuta ci ha portato ad accettare tassi elevati per un periodo più lungo”, spiega Gapen, sottolineando come la resilienza dell’economia statunitense sia indicativa di tassi neutrali più alti rispetto ai livelli pre-pandemia.

Ritardo nei tagli dei tassi e moderazione fiscale

L’inflazione più alta del previsto nel primo trimestre ha ritardato il ciclo di riduzione dei tassi. Bank of America prevede ora tassi elevati di inflazione PCE di base su base annua fino alla fine del 2024.

Il tasso finale di questo ciclo di allentamento è previsto tra il 3,50% e il 3,75% nel 2026.

“Le nostre previsioni hanno un sapore più elevato e più a lungo termine, con tagli più tardivi e meno numerosi di quelli che molti si aspettano, al fine di mantenere l’inflazione su una traiettoria discendente”, osserva Gapen.

La banca prevede anche una moderazione della politica fiscale e della crescita degli investimenti delle imprese.

I dati recenti suggeriscono che questa moderazione si sta già verificando, con un contributo della spesa pubblica al PIL di soli 0,2 punti percentuali nel primo trimestre del 2024.

A seguito di una stagione fiscale poco soddisfacente, il deficit dell’anno fiscale 2024 è stato rivisto al rialzo a 1,8 trilioni di dollari (6,3% del PIL), rispetto ai 1,62 trilioni di dollari previsti in precedenza (6,0% del PIL).

Sul fronte del mercato, Bank of America prevede che l’indice S&P 500, seguito dall’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY), terminerà l’anno a 5.400 punti, leggermente sotto i livelli attuali.

Gli analisti sono ottimisti riguardo all’oro, come monitorato attraverso l’SPDR Gold Trust (NYSE:GLD), prevedendo che il metallo giallo raggiungerà i 2.500 dollari per oncia entro la fine dell’anno, un aumento del quasi 6% rispetto ai livelli attuali.

“La nostra previsione potrebbe essere facilmente descritta come un sentiero dorato: è vicina alla perfezione in ogni dimensione. Non ci sarà qualcosa che andrà storto?”, ha scritto Gapen.

Bank of America riconosce diversi rischi per le sue previsioni, tra cui una fine più rapida del previsto del recupero dell’occupazione, un aumento dell’inflazione che spinga a una maggiore stretta da parte della Fed, le inefficienze di un boom degli investimenti guidato dalla politica industriale, i rischi geopolitici e le prossime elezioni.

Anche le prossime elezioni americane vengono evidenziate come un potenziale jolly, con implicazioni significative per l’economia.

Michael Hartnett, chief investment strategist di Bank of America, sottolinea che le elezioni del 2024 saranno le prime in 30 anni in cui i Baby Boomers non saranno la maggioranza dei votanti.

I temi chiave per gli elettori più giovani, come l’inflazione, l’assistenza sanitaria e le abitazioni, potrebbero influenzare le politiche fiscali e i mercati in futuro.


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