diFabrizio Guglielmini
Parità di genere alla guida degli atenei milanesi, ma non a livello nazionale
C’è voluto un secolo. Un secolo (e qualcosa di più) per avere quattro rettrici alla guida di altrettanti atenei milanesi raggiungendo la parità (quattro su otto istituzioni) nella dirigenza delle università cittadine. La nomina di Elena Beccalli al vertice della Cattolica (che succede a Franco Anelli, improvvisamente scomparso lo scorso 23 maggio) segue quelle di Giovanna Iannantuoni alla Bicocca, Donatella Sciuto al Politecnico e Marina Brambilla alla Statale.
Beccalli, già preside della facoltà di Scienze Bancarie, arriva al vertice della Cattolica dopo una serie di importanti incarichi internazionali, dalla London School of Economics al Vaticano. L’economista Iannatuoni, nata a Lucera nel 1970, è stata la prima donna a dirigere un’università milanese. Da novembre 2023 è anche la prima donna a capo della Crui, la Conferenza italiana dei rettori, un ruolo fondamentale e di coordinamento a livello nazionale che guida le politiche di dirigenza universitaria italiana con molti rapporti con l’estero.
Sciuto, varesina, classe 1962, è stata eletta alla guida del Poli di piazza Leonardo da Vinci nel 2023, prima donna in 160 anni di storia dell’ateneo, dopo il mandato di Ferruccio Resta. C’è infine l’elezione di Marina Brambilla, milanese, classe 1973, eletta ad aprile e che a ottobre succederà a Elio Franzini.
Tutte figure accomunate da una forte impronta innovativa: giovedì Beccalli ringraziando il corpo docenti e il Cda che l’hanno eletta con il 93 per cento delle preferenze ha parlato di un forte legame con la tradizione della Cattolica che «deve essere però implementato da un dialogo e un confronto interdisciplinari, orientati a creare reti strategiche per offrire un contributo di frontiera grazie al coordinamento delle numerose e qualificate iniziative della comunità accademica».
Valorizzare il corpo docenti e il ruolo degli studenti all’interno degli atenei è il filo conduttore dei programmi delle quattro rettrici. Al tempo stesso c’è la consapevolezza di voler situare i quattro atenei milanesi al centro di una fitta rete di alleanze internazionali sia per lo studio sia per la ricerca.
Con la nomina di Beccalli salgono a quattordici le rettrici su scala nazionale. Ora sono il 16 per cento, mentre a Milano hanno raggiunto in cinquanta per cento. Ancora poche visto che i loro colleghi sono 72. Dati che arrivano da Anvur, l’agenzia di valutazione dell’Università. Con un fatto chiaro: mano a mano che si salgono i gradini della carriera in ambito accademico, sono ancora gli uomini a ricoprire la maggioranza dei ruoli apicali.
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