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Sono quasi 2,5 milioni gli italiani che hanno deciso di mettere in vendita la propria abitazione per evitare possibili futuri costi di ristrutturazione che, a seguito dell’entrata in vigore della direttiva Ue sulle case green, si aggirano tra i 20 e i 55 mila euro a famiglia.

Così emerge da un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, secondo cui chi oggi vuole comprare casa è spesso condizionato dalla nuova norma.

Direttiva Case Green: gli impatti in Italia

La normativa prevede che a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici lo standard si applicherà dal 2028. Almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case esistenti si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Ebbene secondo l’indagine ci sono quasi 3 milioni di italiani in cerca di un immobile che hanno cambiato i propri criteri di selezione limitando la ricerca alle sole abitazioni efficienti, non toccate dalla direttiva UE, una tendenza diffusa maggiormente nelle regioni del Nord ovest, dove la percentuale arriva al 60%, a fronte di una media nazionale pari al 50%.

E, invece, sono poco meno di 800mila gli italiani che stanno appositamente cercando di comprare una casa con basse prestazioni energetiche, nella speranza di risparmiare sul prezzo d’acquisto; dinamica, questa, più presente nelle regioni del Centro Italia (18% a fronte di una media nazionale pari al 13%).

Oltre 13 milioni di italiani spaventati dalla nuova norma

In Italia, secondo le prime stime, la direttiva UE sulle case green potrebbe riguardare, potenzialmente, quasi 5 milioni di immobili residenziali, con spese di ristrutturazione variabili tra i 20 e i 55 mila euro a famiglia.

Cifre importanti che, naturalmente, fanno paura a molti italiani. Sempre secondo l’indagine, tra chi è a conoscenza della norma, il 43% dichiara di essere spaventato dalla possibilità di dover far fronte a costi così importanti per ristrutturare casa e non sorprende vedere come in molti stiano pensando di vendere la propria abitazione piuttosto che mettere mano al portafogli.

Ma non tutti sono preoccupati: il 15% del campione intervistato, ad esempio, ha dichiarato di essere fiducioso del fatto che ci saranno degli aiuti statali per far fronte alle spese di ristrutturazione, convinzione particolarmente diffusa tra i residenti del Centro Italia dove la percentuale arriva a sfiorare il 18%. Sono circa 2,9 milioni di italiani che credono che la norma non diventerà mai operativa in Italia; in questo caso, la percentuale raggiunge il picco nelle regioni del Nord ovest (10,5%), a fronte di una media nazionale pari al 9%

Ristrutturare casa: meglio un prestito o un mutuo?

Infine la ricerca di Facile.it si sofferma sulla scelta tra mutuo e prestito personale per ristrutturare casa. Ebbene, secondo il comparatore, oer importi contenuti, normalmente fino a 40-50 mila euro, sarebbe meglio chiedere un prestito personale, poiché gli istituti di credito tendono a non erogare mutui di tale entità. Ipotizzando così un prestito da 35.000 euro per migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione, da restituire in 10 anni, i migliori tassi (TAN) disponibili online partono dal 7,5%, con una rata mensile di 415 euro al mese.

Se invece l’importo è più elevato, ad esempio superiore ai 60.000 euro, l’opzione adeguata è quella del mutuo. Così per un finanziamento da 60.000 euro in 20 anni, valore immobile 200.000 euro, i migliori tassi (TAN) disponibili online partono dal 3,10%, con una rata mensile pari a 335 euro, che scende fino al 2,70% se si accede ai cosiddetti mutui green.

 

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