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Roma, 21 giugno 2024 – Dall’anno di imposta 2020, la detrazione delle spese in misura del 19 per cento è concessa solo se il pagamento è tracciabile, ovvero effettuato tramite bonifico bancario o postale, home banking o altre applicazioni. Ci sono però alcune eccezioni: si possono portare in detrazione, anche se pagate in contanti, le spese sostenute per l’acquisto di medicinali e dispositivi medici e per le prestazioni sanitarie erogate da strutture pubbliche o private accreditate al servizio sanitario nazionale. Ecco le risposte alle domande più frequenti riguardo ai pagamenti tracciabili delle spese che è possibile portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Come dimostrare la tracciabilità del pagamento?

Il contribuente può dimostrare di aver sostenuto la spesa con un metodo di pagamento tracciabile presentando una copia cartacea della transazione, come la ricevuta del bancomat, l’estratto conto, la copia del bollettino postale o del Mav, o i pagamenti tramite PagoPA. Se il pagamento è avvenuto con assegno bancario, che viene utilizzato sempre meno frequentemente, è necessario esibire l’estratto conto per dimostrare l’addebito sul proprio conto corrente. Se invece il pagamento è stato effettuato tramite finanziamento, occorre dimostrare l’avvenuto pagamento da parte dell’istituto di credito che ha erogato il prestito finalizzato.

È valida l’email che conferma il pagamento via smartphone o app?

La circolare 7/E del 25 giugno 2021, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate, specifica che, in caso di pagamento con applicazioni via smartphone tramite istituti di moneta elettronica autorizzati, l’email di conferma è sufficiente come prova del pagamento tracciabile. Se nell’email non è specificato a favore di chi è stato effettuato il pagamento, è possibile esibire l’estratto del conto corrente della banca a cui l’istituto si è collegato, purché riporti tutte le informazioni necessarie, oppure la copia delle ricevute dei pagamenti presenti nell’app.

Detrazioni per spese scolastiche: quali documenti presentare?

Il contribuente è tenuto a conservare – e quindi eventualmente a esibire – le ricevute o le quietanze di pagamento che indicano gli importi sostenuti nell’anno di imposta 2023 per le spese di istruzione diverse da quelle universitarie, della mensa scolastica, e dei servizi scolastici integrativi, come il trasporto scolastico. La ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario, intestata al soggetto destinatario del pagamento (che sia scuola, comune o altro fornitore del servizio), deve riportare nella causale l’indicazione del servizio erogato, della scuola di frequenza e il nome e cognome dello studente. In mancanza di questi dati, è possibile richiedere un‘attestazione alla scuola o al soggetto che ha ricevuto il pagamento. Nell’attestazione, esente dall’imposta di bollo, devono essere indicati: l’ammontare della spesa sostenuta nell’anno, i dati dello studente e l’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili. Per dimostrare la tracciabilità, è sufficiente anche l’annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale emessi dal beneficiario del pagamento.

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Cosa succede se un figlio paga con il proprio conto corrente una spesa intestata al genitore?

La spesa si considera effettuata con pagamento tracciabile e, pertanto, è possibile portarla in detrazione. Il pagamento, infatti, può essere effettuato anche tramite sistemi di pagamento tracciabili intestati ad un altro soggetto, anche se non fiscalmente a carico, a condizione che l’onere sia effettivamente sostenuto dal contribuente intestatario del documento di spesa. Ad esempio, il contribuente può utilizzare la carta di debito o di credito intestata al figlio per pagare spese detraibili riferite a se stesso, purché tale onere sia effettivamente sostenuto. Questa circostanza può essere supportata anche dalla dichiarazione del contribuente che riferisce di aver rimborsato al figlio, in contanti, la spesa sostenuta. Allo stesso modo, un contribuente può utilizzare la propria carta di credito per pagare spese detraibili riferite al coniuge, senza perdere il diritto alla detrazione, purché tale onere sia effettivamente sostenuto. Questa situazione può essere dimostrata, ad esempio, tramite la cointestazione del conto corrente sul quale è emessa la carta di credito.

 

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