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PERUGIA – Arrivano dall’edilizia e dal turismo i dati più positivi che compongono il quadro dell’attività economica dell’Umbria. Attività che, in riferimento al 2023, ha mostrato segnali di rallentamento generale con un Pil crescita dello 0,5 per cento. Tra i fattori che hanno inciso maggiormente, ci sono la debolezza della domanda interna ed estera, ma anche «il marcato incremento del costo dei finanziamenti». Il quadro prende forma con l’analisi del rapporto “L’Economia dell’Umbria”, che è stato redatto dalla filiale di Perugia della Banca d’Italia e i cui dati sono stati presentati nella sede della Scuola di automazione per dirigenti bancari. A spiegarli Miriam Sartini, Paolo Guaitini e Lucia Lucci, con tanti spunti utili a delineare lo scenario. Scenario dal quale emergono anche segnali positivi.
FRONTE OCCUPAZIONE
Come, ad esempio, quello dell’occupazione, in crescita del 2,6 per cento. Dal rapporto emerge però che il settore dell’occupazione, nel lungo periodo, sarà condizionato dalla dinamica demografica in atto da un decennio e dal progressivo invecchiamento della popolazione. C’è però da registrare che nell’ultimo periodo (il rapporto fa sempre riferimento al 2023) gli occupati sono tornati a crescere. In particolare le assunzioni nette, incrementate di circa un terzo rispetto al 2022. Il tasso di disoccupazione è conseguentemente sceso al 6%. Dal punto di vista delle aziende arriva però un segnale, quello relativo alla difficoltà del reperimento di manodopera, soprattutto nel comparto edile. Inoltre, nonostante il contesto buono per il fronte del lavoro, sono rallentati i consumi delle famiglie: il tasso di crescita per il 2023 si attesta al 2%. Un calo importante (12,4%) si registra invece nella compravendita delle abitazioni, anche a causa della maggiore onerosità dei mutui.
EDILIZIA E TURISMO
Sul fronte dell’analisi dell’impresa, dopo il marcato recupero nel 2022, si fa notare un calo dell’attività agricola. Nell’industria è proseguita la tendenza negativa in atto dalla seconda metà dell’anno precedente. Il segno meno caratterizza in particolare il settore del metalli, mentre meccanica e abbigliamento hanno fornito un contributo positivo. A registrare una fase di espansione invece è l’edilizia (3,2%) che, sottolinea il rapporto, ha beneficiato dell’accelerazione delle opere pubbliche. Nel dettaglio l’Umbria, con il Pnrr, ha registrato «una aggiudicazione di dei bandi più avanzata rispetto al resto del Paese». Ha influito, nel finire del 2023, anche il settore della riqualificazione delle abitazioni in vista della riduzione degli incentivi fiscali. Il settore terziario, con il recupero delle vendite post pandemia in via di esaurimento, si regge sul turismo. Qua l’Umbria registra una crescita diffusa su tutto il territorio, un po’ più marcata nel Ternano e nell’Amerino, anche se i segnali positivi si riscontrano in ogni area. In generale, riguardo i flussi di turisti, sono quelli dal sud Italia e dall’est Europa a far registrare i dati più importanti. In questo contesto ha ricoperto un ruolo importante, è stato sottolineato, l’aeroporto San Francesco d’Assisi che ha segnato un +47,1% di passeggeri. Il rapporto racconta anche che, guardando all’aspetto delle varie tipologie ricettive, spiccano per gradimento gli agriturismi e in generale la vacanza fatta in Umbria piace (con un voto molto alto rispetto alla media nazionale, 9,1).
Il rapporto tocca anche il tema della sanità pubblica, dove l’Umbria fa registrare «una dotazione di personale più elevata della media nazionale». Influirà però, in prospettiva nell’arco di 5-10 anni il pensionamento di un numero crescente di addetti (circa 1400) tra medici, infermieri e tecnici.

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