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La Automotive Cells Company (ACC) ha bloccato la costruzione degli stabilimenti previsti a Kaiserslautern, un sito di circa 34 ettari che avrebbe dovuto assorbire 2.000 addetti, al ritmo di 30 nuove assunzioni al mese già a partire da quest’anno. La fabbrica di ACC, una collaborazione tra il costruttore di batterie Saft e quelli di autoveicoli Mercedes e Stellantis, avrebbe dovuto affiancare altri due stabilimenti, uno già in fase di test a Billy-Berclau Douvrin in Francia ed un altro a Termoli, anch’esso ora in forse.

I piani molto ambiziosi prevedevano la costruzione a Kaiserslautern di moduli e celle per batterie per equipaggiare 600mila veicoli elettrici all’anno a partire dal 2025. Lo stabilimento avrebbe avuto una capacità iniziale di 13,4 GWh fino ad arrivare, a pieno regime, a 40 GWh. Lo slancio nel settore delle automobili elettriche però non procede come previsto.

Il segretario generale di ACC, Matthieu Hubert, ha parlato al quotidiano regionale Die Rheinpfalz all’inizio di giugno di una “pausa”: “Prima di investire, e parliamo di miliardi, dobbiamo sapere quale tipo di celle della batteria richiede il mercato”. La decisione sul futuro del progetto non sarà quindi presa prima della fine di quest’anno. Sul piatto della bilancia ci sono i costi di costruzione che sono aumentati, le insicurezze di pianificazione legate al costo dell’energia e anche la flessione della domanda di auto elettriche.

I consumatori cercano vetture più economiche e il costo della batteria ha il suo peso. I costruttori europei finora hanno puntato su celle al litio e ossido di nichel-manganese-cobalto (NMC), che promettono una percorrenza relativamente alta, del tipo già prodotto nello stabilimento francese di ACC. I cinesi invece impiegano batterie a litio-ferro-fosfato (LFP) che sono molto più economiche. La concorrenza sui costi per i produttori europei è ormai così grande che le batterie di questo secondo tipo stanno diventando rilevanti anche per loro e anche ACC intenderebbe cimentarsi in questa tecnologia.

Lo stop alla costruzione dello stabilimento di Kaiserslautern è tuttavia politicamente rilevante. Il progetto è ritenuto chiave nello sviluppo economico-strategico europeo e nel settembre 2021 c’è stato l’impegno per un finanziamento statale per 437 milioni di euro fino al 2030, nell’ambito del Fondo tedesco per il clima e la trasformazione per i progetti importanti di comune interesse europeo. Il pagamento è previsto in base allo stato di avanzamento e se gli obiettivi concordati non verranno raggiunti i finanziamenti potranno essere sospesi con la richiesta di restituzione del denaro.

La sospensione della costruzione della Gigafactory è un duro colpo anche per la regione, visto che l’avrebbe proiettata verso la piena occupazione. Stefan Weiler, direttore dello sviluppo economico di Kaiserslautern, parlando con l’emittente Ard si è detto ottimista nonostante tutto. “Entro tre anni al massimo avremo una fabbrica di celle per batterie. La speranza è che ACC possa produrre anche con meno energia e magari senza materie prime critiche”, ha dichiarato. La concorrenza cinese non può ormai essere sgominata, ma la domanda europea di auto elettriche crescerà e quindi è certo che ACC non perderà lo stimolo alla realizzazione del progetto, è il ragionamento.

Sul suo sito l’azienda ha sempre l’annuncio della costruzione di un nuovo impianto anche a Termoli, su un’area di 1,2 milioni di metri quadrati nell’ex sito della FCA per produrre 40 GWh, promettendo che vi darà impiego a 2.000 lavoratori entro il 2030, come in Germania e in Francia. In calce però, mentre tra le strutture esistenti di ACC compaiono sia la Gigafactory di Billy-Berclau Douvrin, sia quella appena congelata di Kaiserslautern, ciascuna con una propria pagina di presentazione, quella di Termoli non c’è ancora.

 

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