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MILANO – Nel cinquantenario della nascita della Consob il presidente Paolo Savona nel suo discorso a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, di fronte alle istituzioni e ai rappresentanti del mondo della finanza e delle imprese, richiama la necessità, sempre più impellente di incanalare il risparmio verso «lo sviluppo del reddito e dell’occupazione».

Poiché la dimensione dei mercati è ancora modesta, con l’eccezione però del mercato dei titoli di Stato, da molti anni uno dei principali in Europa e al mondo, esiste un eccesso di risparmio che non riesce a essere messo a frutto per la crescita del paese. E così, secondo Savona, «diviene impellente sollecitarne l’impiego in titoli di capitale rappresentativi di investimenti reali, che la storia insegna essere un modo efficace di protezione del risparmio nel più lungo termine rispetto agli impieghi puramente finanziari». Insomma più industria e meno finanza, verrebbe da dire.

Incanalare il risparmio verso l’economia reale

Questo obbiettivo di incanalamento del risparmio verso l’attività reale era anche uno degli obbiettivi del Libro verde che ha poi portato al varo del cosiddetto Ddl Capitali a inizio 2024 e di cui si è discusso molto nell’ultimo anno. Questo provvedimento ha semplificato l’accesso al mercato per le Pmi e reso più razionale l’intervento degli investitori istituzionali.

L’iniziativa del Libro verde era nata anche con lo scopo di fornire una risposta alle preoccupazioni sul delisting, cioé sull’uscita dalla Borsa delle società già quotate, fenomeno presente anche sulle piazze estere. La speranza, non della Consob ma di tutti, è che in futuro le cancellazioni possano essere compensate dalla crescita delle ammissioni all’Euronext Growth Milan di società che vogliano raccogliere capitali per il proprio sviluppo.

Come rendere Piazza Affari competitiva

I punti, secondo Savona, su cui bisogna battere per rendere competitiva Piazza Affari, sono molteplici: «Fungono da attrazione alla scelta di quotazione i bassi costi di ingresso e di permanenza al listino, i tempi rapidi di svolgimento delle procedure di ammissione, un’imposizione tributaria vantaggiosa e l’ampiezza della liquidità che affluisce alle contrattazioni, la cui assenza induce le società a rivolgersi all’estero, dove una o più di queste condizioni si presentano vantaggiose».

Savona nella sua relazione fa anche un passaggio su un punto delicato del Ddl Capitali, quello che riguarda la ridefinizione delle procedure di nomina dei vertici societari (la presentazione della lista del cda, per intenderci) di cui tanto si è discusso anche con una battaglia politica legata all’esito di alcune partite finanziarie, come il controllo di Mediobanca e Generali. «Su quest’ultimo aspetto le valutazioni non sono state concordi e sarà il mercato a fornire una risposta allo stimolo che la legge si è proposta di imprimere», conclude Savona.

Risparmio e debito pubblico

La protezione del risparmio e il suo incanalamento verso il finanziamento delle attività produttive è un punto fondamentale, secondo Savona, anche in ottica di finanza pubblica. E il risparmio dovrebbe essere equiparato alla moneta, per evitare che diventi una variabile di aggiustamento in caso di crisi finanziarie. Ciò che può succedere nel salvataggio di una banca è preso come esempio da Savona: «Nella clausola del “bail- in”, secondo cui i depositi bancari sono protetti dal loro sistema di garanzia fino a 100 mila euro, mentre tutte le altre passività delle banche, potenzialmente destinate al finanziamento degli investimenti reali capaci di proteggere i risparmi, vengono penalizzate in caso di insolvenza».

Non solo, il fatto che negli ultimi tempi i titoli di Stato italiani abbiano trovato ottima accoglienza presso i risparmiatori italiani ha portato a un abbassamento dello spread nella prima parte del 2024 e dovrebbe culminare, secondo Savona, in un miglioramento del rating del debito italiano. «Questo risultato si dovrebbe riflettere anche in un innalzamento dei rating del debito pubblico italiano, alleviando l’onere sulla crescita reale dovuto al maggiore costo dell’indebitamento pubblico e così innalzando il livello del reddito potenziale».

Risparmio moneta e intelligenza artificiale

Tenendo sempre fermo l’obbiettivo di incanalamento verso le attività produttive, il risparmio può essere messo a frutto meglio e quindi essere più remunerativo grazie alle moderne tecniche di intelligenza artificiale. Su questo piano i progressi del prossimo decennio saranno importanti e la conseguenza di questo fenomeno, secondo Savona, andrebbe a toccare le scelte di politica monetaria. Mettendo sullo stesso piano la stabilità finanziaria e la stabilità bancaria. «Le scelte di stabilità monetaria di quantità e di tasso di interesse si svilupperebbero in modo indipendente dalle esigenze di stabilità bancaria, superando il reciproco vincolo nell’attuale architettura istituzionale; verrebbe a cessare la posizione storicamente subordinata della stabilità finanziaria a quella monetaria, che ha avuto origine nel ruolo preponderante ricoperto dalle banche sul mercato del risparmio rispetto agli altri intermediari, borse valori incluse».

I depositi bancari sotto la vigilanza finanziaria

Le conclusioni a cui arriva Savona alla fine della sua relazione sono in un certo senso dirompenti. Nella sostanza, partendo dalla necessità di privilegiare in futuro gli investimenti in economia reale arriva a elaborare il concetto per cui il risparmio e la stabilità finanziaria non devono essere da meno rispetto alla stabilità monetaria, ma devono stare su uno stesso piano, in maniera complementare. E così anche la vigilanza su entrambe le aree. «Rappresentano passaggi essenziali l’inversione della tendenza in atto di una crescita della finanza fine a sè stessa e l’incanalamento del risparmio verso il finanziamento dello sviluppo del reddito e dell’occupazione, ottenibili confermando la moneta ufficiale come unico mezzo legale liberatorio dei pagamenti e incorporando nelle gestioni finanziarie le innovazioni messe a punto dalla Scienza dei dati e dalla potenza di calcolo dei computer. Fungerebbe da viatico una distinzione istituzionale tra la creazione di moneta e livello ufficiale e quella in forma di depositi bancari, riunificando questi ultimi sotto la competenza della vigilanza finanziaria, la cui attività produrrebbe, in posizione di parità, un bene pubblico complementare a quello della vigilanza monetaria».

 

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