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Un fondo regionale da 23milioni di euro per incentivare la sostituzione degli impianti termici civili più inquinanti e obsoleti con impianti più sostenibili.

La misura è stata approvata il 10 giugno e pubblicata sul Burl il 14 giugno, entro novanta giorni da questa data, probabilmente a fine luglio, verrà attivato il bando sul sito della Regione. L’iniziativa è alla sua seconda edizione, lo scorso anno gli incentivi sono andati esauriti in poco tempo. «Il bando non è dedicato a chi installa un nuovo impianto a biomassa, ma solo a chi ne sostituisce uno vecchio con uno nuovo, si può accedere all’incentivo solo se prima è stata aperta la pratica di Conto termico con il Gestore dei servizi energetici per la sostituzione del vecchio impianto – spiega Veronica Sala della Camini Sala di Anzano del Parco – Il numero della pratica Gse consente di accedere al bando tramite il portale della Regione».

Integrazione

L’incentivo è rivolto a chi vuole rimpiazzare camini, stufe a pellet o a legna, il Gse riconosce una parte della spesa sostenuta che dipende dall’impianto che si decide di acquistare, mentre la somma rimanente viene integrata da Regione Lombardia: «Il calcolo viene fatto in base alla classe ambientale e alle emissioni in atmosfera del nuovo impianto. Per esempio nei Comuni con altitudine superiore a 300 metri sono incentivati solo i generatori alimentati da biomassa appartenenti alle classi ambientali 4 e 5 stelle con valori di polveri sottili non superiori a 20 mg se la domanda di contributo al Gse è antecedente al 10 giugno, se la domanda è stata fatta dopo la delibera della Regione, dopo il 10 giugno, le polveri non dovranno essere superiori a 15».

I valori cambiano nel caso in cui il Comune si trovi a un altitudine inferiore o uguale a 300 metri: 5 stelle con valori di particolato primario non superiori a 15 se la domanda al Gse è antecedente al 10 giugno, oppure 5 stelle con valori non superiori a 10 se la domanda al Gse è successiva al 10 giugno. Più la classe ambientale è alta, cinque stelle, meno inquina l’impianto.

In base alle diverse casistiche gli incentivi vanno dal 60 all’80%. Poniamo una fattura da 10mila euro e una copertura del 70%, si tratta di 7mila euro che la Regione restituisce al richiedente nell’arco di un anno al netto dei contributi già ricevuti dal Gse. «Un ottimo incentivo per chi vuole mettersi a norma e possiede camini o stufe obsoleti che non hanno la certificazione ambientale».

Dismissione

Dal vostro osservatorio, la Camini Sala lavora nel settore da più di vent’anni, ci sono tante richieste? «Ci sono molte persone che decidono di cambiare i vecchi impianti anche perché Regione Lombardia da tempo sta procedendo a un inventario di tutte le canne fumarie che devono essere registrate al Curit come le caldaie. A random vengono eseguite delle ispezioni, chi verifica la manutenzione della caldaia può controllare se esistono in casa stufe o camini e se sono in regola, se non si ha la certificazione ambientale si rischiano sanzioni da mille a 5mila euro». L’unico modo per dimostrare di non usare il camino o la stufa è di dismettere l’impianto, per esempio chiudendo la canna fumaria.

Il bando prevede fino al 15 settembre 2025, o fino a esaurimento delle risorse, una dotazione complessiva di 23 milioni di euro: 20 milioni per i privati, 2 milioni per i condomini e un milione per le pmi.

 

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