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«Contro la siccità bisognava intervenire 40, 50, 60 anni fa. È una lotta che si prepara quando l’acqua c’è, ovvero quando riusciamo ad assorbire e accumulare almeno il 40-50% dell’acqua piovana: oggi lo facciamo solo al 10% e quando l’acqua manca non sappiamo dove prenderla».

Lo ha detto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, intervenuto a margine della kermesse “Il mare dentro”, al Palermo Marina Yachting, organizzato organizzato con Dse Eventi, main sponsor l’Its Academy di Catania “Fondazione mobilità sostenibile e trasporti” e il contributo di Cna Sicilia e Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia occidentale.

«È mancato un intervento serio di programmazione e prevenzione: da presidente della Regione ho scoperto che 18 dighe su 25 non erano mai state collaudate, questa procedura è stata già avviata sotto il mio governo e credo che in questi giorni alcune dighe siano state ripulite dai fanghi consolidati in cinquant’anni. Per riqualificare la rete idrica abbiamo finanziato con 42 milioni di euro quella di Agrigento, ma ora bisogna farlo per tutte le città».

«La Sicilia è una terra molto particolare per la sua storia, la sua geografia e le prospettive che si aprono nel Mediterraneo anche attraverso il piano Mattei: sono convinto che possa diventare protagonista e leader di una nuova politica del mare con una rete portuale efficiente, digitalizzata e moderna che abbia più approdi turistici e nuove abilità professionali, soprattutto tra i giovani» ha aggiunto il ministro Musumeci. «Durante la mia esperienza di governo ho destinato oltre 100 milioni di euro alla portualità minore: la Sicilia è la naturale piattaforma del continente europeo nel Mediterraneo e questa opportunità deve essere giocata con sapienza, programmazione e collaborazione istituzionale».

Il sindaco Lagalla

«Il mare ha tante di quelle suggestioni e opzioni produttive e realizzative che c’è sempre qualcosa in più da fare: questa città ha cominciato a fare molto attraverso le sinergie istituzionali, la nuova area del porto ne costituisce una testimonianza e un asset importante per la filiera turistica». Così il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, a margine della kermesse Il mare dentro, al Palermo Marina Yachting. «Il mare non è solo un attrattore turistico, ma anche il protagonista degli assetti naturali del territorio: in questa chiave si legge il nostro impegno per la bonifica della Costa sud è l’ulteriore valorizzazione del Waterfront», aggiunge Lagalla.

Un settore fondamentale dell’economia

“Il mare dentro”, il convegno organizzato dal quotidiano “La Sicilia”, ha scelto come location il porto di Palermo perché è il primo esempio nell’Isola di città che si riappropria del rapporto col proprio mare. Il mare rappresenta una delle principali voci dell’economia regionale e, grazie all’impegno di alcuni top manager capaci, ha anche scalato le classifiche europee.

Infatti, il porto di Palermo è quarto in Italia e decimo in Europa per traffico crocieristico, i porti di Messina e Palermo sono rispettivamente quarto e quinto nella graduatoria dei primi 12 scali del Mediterraneo per movimentazione merci Ro-Ro e i porti siciliani nel loro insieme rappresentano un sesto del traffico merci nazionale.

L’economia del mare in Sicilia, secondo gli ultimi dati di Unioncamere-Tagliacarne, coinvolge 192 Comuni con il 73,3% della popolazione regionale, ha un valore aggiunto di 9,9 miliardi di euro, che è prodotto da 28.640 imprese (di cui 3.104 giovanili e 6.824 femminili) che occupano 82.409 addetti e esportano merci per 152 milioni di euro. La blu economy vale il 12,2% del totale dell’economia regionale.

Analizzando i vari settori, la movimentazione di merci e passeggeri via mare produce 2,6 miliardi di euro. I porti potrebbero fare molto di più, ma scontano la mancanza di scali di transhipment e di interporti.I servizi di alloggio e ristorazione valgono 3,57 miliardi, ma anche in questo caso il settore è sfruttato al minimo: servono standard di qualità superiore, formazione del personale, marketing, legame forte col territorio e criteri di sostenibilità ambientale.

La filiera ittica, da parte sua, ha un valore aggiunto di 906 milioni, fortemente in calo a causa delle limitazioni imposte dall’Ue alla pesca delle nostre marinerie: occorre che la Regione finanzi uno studio aggiornato sulla risorsa ittica per dimostrare che nelle zone di pesca determinati limiti sono anacronistici, considerato che in queste stesse zone le flotte di Paesi extra-Ue pescano liberamente sottraendo prodotto alla nostra economia.

Resiste anche la filiera della cantieristica, nonostante il calo degli investimenti pubblici sul settore. Infatti, dopo il Covid e la guerra in Ucraina è aumentata la richiesta degli armatori di rinnovare le flotte con navi più grandi e alimentate da combustibili alternativi. In Sicilia i cantieri navali valgono 849 milioni: un’adeguata politica di ristrutturazioni e innovazioni tecnologiche potrebbe aumentarne la competitività.Un settore sottovalutato è quello delle attività sportive e ricreative, che nell’Isola offre campi marini unici al mondo: eppure produce appena 418 milioni. Inoltre, l’incompleta rete di porti turistici e marine attrezzate non consente di sviluppare il turismo da diporto.C’è, poi, un comparto poco conosciuto e che, invece, mobilita ingenti risorse: le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale. In questo caso il valore aggiunto prodotto è di 565 milioni.Infine, l’industria delle estrazioni marine, che vale 144 milioni.

L’attualità ci dice anche che la Sicilia è diventata strategica per gli armatori alle prese con le tensioni nello stretto di Bab al-Mandab che hanno ridotto del 66% i traffici in transito dal Canale di Suez. Il 34% di armatori che coraggiosamente utilizzano ancora la rotta del Mediterraneo hanno, però, bisogno di ridurre i tempi per compensare l’aumento dei costi. Così hanno scelto Vado Ligure e Gioia Tauro come nuovi hub piuttosto che proseguire fino a Rotterdam. Se la Sicilia investisse subito sui propri porti molto più dei 600 milioni assegnati dal “Pnrr”, potrebbe svolgere una funzione di alleggerimento intercettando prima questi flussi di merci.

Il convegno: il programma e gli interventi

Dopo i saluti del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla; della componente dell’Ufficio di presidenza della Camera, Carolina Varchi; e del presidente della Camera di commercio di Palermo Enna, Alessandro Albanese; è previsto l’intervento introduttivo del presidente della Regione, Renato Schifani. I lavori saranno condotti e moderati da Michele Guccione, redattore de “La Sicilia”.

Alla base del confronto ci saranno due relazioni scientifiche: Adriano Giannola, presidente della Svimez, si soffermerà sul rapporto fra Zes unica del Sud e autostrade del mare; Alessandro Panaro, Chief of Med&Energy del centro studi Srm di Napoli collegato a Intesa Sanpaolo, analizzerà i dati aggiornati sui traffici marittimi evidenziando la centralità del ruolo della Sicilia dopo la crisi di Suez soprattutto nei settori Ro-Ro e Energy.

Seguirà la prima tavola rotonda, dedicata ai porti e alle autostrade del mare, con un contributo video di Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e Trasporti con delega ai porti, e gli interventi di Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia orientale; Ivo Blandina, presidente di Uniontrasporti e vicepresidente vicario di Unioncamere Sicilia; Pietro Franza, A.d. di Caronte&Tourist; Alessandro Aricò, assessore regionale a Infrastrutture e Mobilità.

La seconda tavola rotonda vedrà dibattere Luigi Rizzolo, presidente di Sicindustria; Gianpaolo Miceli, coordinatore Cna Balneari Sicilia; Andrea Ciulla, vicepresidente Assonautica italiana e presidente di Assonautica Palermo; Brigida Morsellino, direttrice Cda Its Academy di Catania e presidente dell’“International Propeller Club del porto di Catania e del Sud-Est Sicilia”; Alberto Pulizzi, dirigente generale dipartimento regionale Pesca; Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive.

A tirare le somme sarà il ministro per le Politiche del mare, Nello Musumeci, in un talk con il direttore responsabile de “La Sicilia”, Antonello Piraneo. Concluderà Domenico Ciancio Sanfilippo, condirettore de “La Sicilia”.

Le cinque azioni proposte da La Sicilia

“La Sicilia” nel convegno “Il mare dentro” propone cinque azioni strategiche. La prima è di riportare l’economia del mare al centro delle politiche pubbliche, a partire dalle “autostrade del mare”, considerato che oggi (dati Uniontrasporti) il 10% di 1,92 milioni di spedizioni con Tir via terra ha come destinazione lo Stretto di Messina e che la Sicilia ha solo l’11% di motrici di recente fabbricazione. Infatti, trasportare i semirimorchi in modalità mista strada-nave o ferrovia-nave riduce di 276 km il percorso e abbatte i costi di trasporto del 58% sulla rotta Napoli-Palermo e del 52% sulla Genova-Livorno-Catania-Malta.La seconda azione è di coinvolgere i giovani nell’economia del mare, offrendo loro percorsi universitari e di Its Academy (come nel caso dell’Its di Catania) adeguati all’evoluzione delle imprese dei vari comparti.La terza azione è di investire sulla qualità dei servizi di linea, a beneficio del turismo e del trasporto commerciale, assegnando commesse ai cantieri navali siciliani per il rinnovo delle flotte anche in chiave green.La quarta azione è ridare dignità ai pescatori, aiutandoli in sede europea con regole che meglio concilino l’equilibrio tra tutela delle attività economiche e salvaguardia della risorsa ittica, ma anche incentivandoli a investire su nuove tecnologie, rinnovo delle flotte con combustibili alternativi e pratiche di pesca più rispettose dell’ambiente.La quinta azione infine è di recuperare il rapporto fra mare, tempo libero e salute: lo sport, le attività balneari, il turismo da diporto, il wellnes, la talassoterapia, le cure per gli anziani possono e devono diventare la quinta colonna dell’economia del mare in Sicilia al pari delle altre, attraverso una legislazione regionale che favorisca la nascita di nuove imprese, la qualificazione e la formazione di nuove professioni, assieme al monitoraggio e alla salvaguardia della “risorsa mare”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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