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L’obiettivo del Governo Meloni resta chiaro: confermare il taglio delle aliquote Irpef e la decontribuzione fino a 35.000 euro anche nel 2025. Il percorso della prossima Legge di Bilancio, comunque, resta complicato per due motivi: la procedura di infrazione avviata da Bruxelles per il deficit eccessivo e le nuove regole del Patto di stabilità.

Quelle del taglio dell’Irpef e del cuneo fiscale sono due misure particolarmente onerose che richiedono lo stanziamento di ingenti risorse.

Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, per tagliare le aliquote al ceto medio punta a recuperare le risorse anche dalla tassa sulle multinazionali. Inoltre, compatibilmente con le risorse, il Governo punta ad interventi anche sui redditi fino a circa 50.000-60.000 euro.

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Conferma del taglio dell’Irpef anche nel 2025

Nel Documento di Economia e Finanza (DEF), a fronte dei 4,3 miliardi di minori entrate che rappresentano il costo dell’Irpef a tre aliquote, si calcola che l’anno prossimo si possa far fronte per 3,8 miliardi di euro, attraverso il fondo per l’attuazione della delega fiscale.

L’obiettivo del Governo è molto chiaro: è presente la volontà di riconfermare l’Irpef a tre aliquote anche nel 2025. Il problema, come al solito, sono le risorse. La misura è molto onerosa e sono necessarie ingenti risorse per rifinanziarla.

Entro il 20 settembre, il Governo dovrà mettere a punto il piano pluriennale di contenimento della spesa corrente e trasferire gli impegni programmatici nella Legge di Bilancio. In questa prima struttura della manovra per il prossimo anno dovranno essere presenti le fonti di finanziamento. Secondo le stime, la Manovra del 2025 partirà da circa 20 miliardi di euro.

La strategia del viceministro Leo

Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha delineato la sua strategia per il taglio delle aliquote Irpef al ceto medio nel 2025. L’obiettivo è quello di recuperare le risorse anche dalla tassa sulle multinazionali.

Il Governo punta sempre a quello che è stato uno degli obiettivi principali da perseguire entro la fine della legislatura: continuare sulla strada della rivisitazione delle aliquote Irpef.

Per far ciò e per confermare le misure per i redditi bassi e in favore del ceto medio, però, servono risorse. Sempre compatibilmente con queste, il Governo intende intervenire sui redditi fino a circa 50.000-60.000 euro. Naturalmente, questo ulteriore passo in avanti può essere fatto solo se le entrate fiscali del Governo mostreranno un andamento positivo e un contributo potrebbe arrivare proprio dalla tassazione sulle multinazionali.

Cosa cambia dopo la procedura di infrazione UE

Il 19 giugno, l’Europa ha messo l’Italia sotto procedura per deficit eccesivo. In base ai calcoli dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), l’aggiustamento stimato è di circa 0,5-0,6 punti PIL all’anno. Tradotto in soldi, si tratta di circa 10 miliardi di euro.

Il percorso di risanamento, che mira ad un alleggerimento del debito, rimane comunque un fattore di vulnerabilità per l’Italia.

Verso la prossima Legge di Bilancio

Si sta, quindi, lavorando verso la Legge di Bilancio del 2025. Non si tratta di un percorso facile, specialmente nel perseguire gli obiettivi del taglio cuneo fiscale e dell’Irpef, due misure molto costose.

Tuttavia, il Governo a guida Meloni ha già più volte confermato che l’Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35.000 euro ci saranno anche l’anno prossimo.

Come abbiamo spiegato, la procedura di infrazione avviata da Bruxelles per il deficit eccessivo, oltre che le nuove regole del Patto di stabilità riformato, rendono il percorso verso la prossima manovra finanziaria molto più difficile del previsto.

Ciò che conta è evitare nuovi indebitamenti. La Legge di Bilancio del 2024, è stata finanziata per 15,7 miliardi in deficit. Per chi non lo sapesse, era l’ultima possibilità concessa dalla sospensione del Patto di stabilità decisa nel 2020 per effetto dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

Adesso sono entrate in vigore nuove regole che precludono il ricorso ad un nuovo indebitamento e, in Italia, è un vincolo ulteriormente rafforzato dalla procedura d’infrazione.

Conclusioni

La volontà del Governo rimane chiara: la conferma del taglio dell’Irpef anche per il 2025. Un progetto molto ambizioso quanto oneroso e il nodo rimangono, come al solito, le risorse. Sia il taglio dell’Irpef che del cuneo fiscale sono misure molto costose che richiedono ingenti risorse.

Il piano del viceministro Leo è quello di finanziare, in parte, il taglio dell’Irpef anche con la tassa sulle multinazionali. Per tagliare le aliquote al ceto medio ipotizza, infatti, di recuperare le risorse anche dalla tassa sulle multinazionali e, compatibilmente con le risorse, il Governo punta ad interventi anche sui redditi fino a circa 50.000-60.000 euro

 

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